[W2] Tutti a casa di Favre

nfcLe due vignette sono davanti a voi. Proprio come sulla Settimana Enigmistica. Sotto leggete: trovate le differenze. Ma non vi sembra vero, perché i disegni sono troppo diversi tra loro. Così è un gioco da ragazzi. Non c’è divertimento. I Minnesota Vikings vivono questo inizio 2010 sotto il segno della crisi dopo aver cavalcato l’arcobaleno fino al Championship della Nfc un anno fa. Le maglie sono le stesse. Molti degli interpreti anche. I meccanismi, quelli no. Che il calendario sarebbe stato un bastone tra le ruote per la squadra di coach Brad Childress lo si era intuito anche in estate. La difesa regge, lotta, combatte ma non può sopperire a un attacco Adrianocentrico che inciampa ogni volta che deve mettere un pallone per aria. Dopo aver ammirato un Brett Favre in formato Mvp, i tifosi vichinghi stanno scoprendo il lato oscuro del numero 4, quello che conoscono bene i fan dei New York Jets. Il Favre 2010 infatti ricorda pericolosamente l’incarnazione biancoverde del 2008.
Tanti turnover, nessuna sincronia con i ricevitori, il volto perennemente abbattuto. In sessanta minuti al Mall of America Field contro i Miami Dolphins vikingsFavre ha lanciato lo stesso numero di intercetti casalinghi della scorsa stagione e vi ha aggiunto un fumble, superando di già il totale di turnover interni del 2009 quando sconfitte sul turf amico non ne erano arrivate. Minnesota era stata in svantaggio per poco più di venti minuti in tutto il campionato, gruzzolo doppiato solo domenica. Non sono le statistiche però a essere sconfortanti, quanto la pochezza intravista. Senza l’infortunato Sidney Rice e con Percy Harvin perennemente acciaccato non c’è sufficiente talento tra i ricevitori per sfruttare la classe di Favre, penalizzata peraltro da un lato destro della linea offensiva tutt’altro che brillante. A questo va aggiunto che la condizione del brizzolato quarterback è ancora lontana dal cento per cento così come lo era nel settembre di dodici mesi fa, quando gli avversari però si chiamavano Cleveland Browns.
Totale: due partite, due sconfitte. Nonostante né i New Orleans Saints, né i Miami Dolphins siano parsi schiacciasassi inarrestabili. Nonostante una difesa tutto sommato molto positiva: sorvolando su alcuni passaggi a vuoto delle secondarie (Ashley Allen contro i Saints e Lito Sheppard contro i Dolphins) Jared Allen e soci hanno concesso solo tre touchdown in due incontri. Nonostante un Adrian Peterson da mille portate e nessun fumble.

Questa però può essere la settimana dell’inversione di marcia. Due i motivi. Se davvero il proprietario Zygi Wilf farà “all in” come ha dichiarato di voler fare nell’ultimo anno di Favre e rileverà lo squalificato Vincent Jackson dai San Diego Chargers, il numero 4 avrà quell’arma in più fondamentale per rendere efficace il gioco aereo, potendo relegare a un ruolo di terzo piano il deludente Bernard Berrian e formando un trio spettacolare con Harvin e Rice una volta dolphinsche saranno tutti e tre in campo. Domenica c’è il match contro i Detroit Lions, sulla carta gli avversari giusti per centrare la prima vittoria e arrivare alla settimana di riposo con il morale al livello almeno dei polpacci e non sotto sette o otto yard di terreno. Occhio però, perché le prime due partite dei giovanissimi leoncini sconsigliano di prendere sotto gamba l’appuntamento. Hanno sì perso ma restando aggrappati alle partite con Chicago e Philadelphia sino all’ultimo istante.
Se non dovessero verificarsi queste due “soluzioni” i Minnesota Vikings si ritroverebbero in un crepaccio da cui sarà durissima risalire, visto che una tra Green Bay Packers e Chicago Bears, entrambe imbattute, volerà a tre vittorie. Lunedì prossimo infatti al Soldier Field è in programma il Monday Night tra i favoritissimi Packs di Aaron Rodgers e i sorprendenti orsi del ritrovato Jay Cutler. Una prova di maturità per entrambe nonché la ghiotta occasione per distanziare le rivali sin dalla terza di campionato. I gialloverdi arrivano all’appuntamento reduci dalla tranquilla passeggiata su quel che resta dei Buffalo Bills, i padroni di casa con l’entusiasmo in poppa per aver sgambettato a domicilio i Dallas Cowboys.

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