[W1] AFC East: la division più forte della lega?
La domanda si rincorre da molti anni. E per parecchio tempo la AFC East è stata davvero la division più forte della lega, in bilico fra periodi caratterizzati da una franchigia dominante (i Bills dei Superbowl oppure i Dolphins di Dan Marino fino agli ultimi Patriots della dinastia) e periodi in cui l’equilibrio regnava sovrano, ed ogni partita era uno scontro all’ultima yard con il coltello fra i denti in stadi urlanti e gelidi dal freddo.
E, a dire la verità, ancora oggi il panorama non è cambiato molto. La dinastia di New England è finita e, dopo il titolo divisionale di Miami due anni fa e la cavalcata dei Jets negli ultimi playoffs, sulla carta si è tornati ad una fase più equilibrata. Alla vigilia, poi, gli esperti erano chiari nei pronostici: Jets in prima fila, Patriots attaccati al collo a giocarsela e Dolphins un po’ più indietro ma da starci attenti. Solo per i Bills unanimità nel prevedere una stagione avara di soddisfazioni. Insomma, anche se non dovesse essere la division più forte sarà di sicuro la più combattuta.
E alla partenza, tanto per essere chiari, i Patriots hanno voluto subito precisare che loro sono tutt’altro che finiti. Il modo in cui Tom Brady e i suoi ricevitori hanno abusato della difesa di Cincinnati nella prima metà della partita è stato impressionante. Nel 31-3 che si registrava dopo la prima azione del secondo tempo c’erano le mani di Randy Moss, dei due rookies TE Hernandez e Gronkowski, ma soprattutto quelle di Wes Welker, autore di 2 TD (ma davvero 5 mesi fa aveva il ginocchio massacrato??). E quelle di Tom Brady, ovvio. È però altrettanto degno di nota il modo in cui nella seconda metà gara hanno incassato tre touchdown. Vero che il livello dell’attacco dei Bengals è comunque degno di nota, ma la difesa di New England probabilmente ha ancora qualche problema da risolvere.
Lo scontro di Orchard Park fra Miami e Buffalo ha poi chiarito un’altra cosa: che i pronostici sui Bills, per ora, sono azzeccatissimi. La squadra di casa ha molto (molto molto) lavoro da fare, e se in difesa qualche nota positiva c’è stata, l’attacco è stato un pianto. Nemmeno l’atteso CJ Spiller è riuscito a rivitalizzare il reparto offensivo, che è riuscito a segnare l’unico touchdown della partita solo grazie ad una dormita clamorosa della secondaria dei Dolphins su un 4° e 11 giocato alla mano da Buffalo.
Anche sui Dolphins i pronostici non si erano sbagliati di molto: squadra con della sostanza, a cui bisogna stare attenti, ma che deve ancora migliorare per potersela giocare ai piani alti. Chad Henne è l’uomo da cui dipendono i destini della squadra. L’innesto di Brandon Marshall ha reso l’attacco irriconoscibile (in meglio) rispetto all’anno scorso, e il lavoro di Mike Nolan con la difesa molto ringiovanita inizia a far intravvedere buon frutti. Ma nella NFL di oggi non si va da nessuna parte senza un quarterback, e al terzo anno è Henne che deve dimostrare cosa può diventare. Se riuscirà ad essere costante nella gestione delle partite, allora i Dolphins potranno dire la loro; e se,oltre a ciò, riuscisse anche a diventare qualcosa di più, allora ad una squadra giovane come Miami sognare non sarebbe precluso.
Chi invece ha deluso i pronostici sono stati i Jets. Non tanto per la sconfitta, che contro i Ravens ambiziosi di quest’anno ci può anche stare, quanto piuttosto per l’impressione che hanno lasciato di fronte a quelli che hanno preso come modello. Quando il trash-talking ha lasciato il posto ai fatti si sono viste due squadre impegnate a dimostrarsi sul campo chi fosse la più cattiva: per capire chi lo è stato, riguardare il tackle di Ray Lewis su Dustin Keller a 47 secondi dalla fine e partita ancora in bilico e ogni dubbio sarà dissipato.
La partita è stata fisica, e parecchio, quasi da playoff (e non è detto che quest’inverno non vi si trovino di nuovo). E i Jets ne sono usciti ridimensionati soprattutto in attacco, dove la loro arma migliore è stato un giocatore che lo scorso anno sembrava finito a questi livelli. Non che Tomlinson abbia fatto un figurone (62 yards totali), ma è il resto dell’attacco biancoverde che è uscito malconcio dal confronto con una difesa tosta come la loro. Anzi, di più: Mark Sanchez è riuscito chiudere con solo 74 yards all’attivo mentre Joe Flacco è arrivato a 248. Questione, probabilmente, di cattiveria. Ora per i Jets è il momento di radunare le idee, e di dimostrare che, dopo tutto l’hype dell’estate e gli show televisivi e le uscite di un coach bravissimo a sparare con le parole, i Jets non si sono rammolliti diventando solo le classiche “chiacchiere e distintivo”. E il nuovo test non è certo più facile di quello in cui sono appena stati bocciati: domenica è già Jets-Patriots.
Quindi: division più forte della lega? Presto per dirlo, certo l’intensità nella AFC East non mancherà mai. E, in chiusura, i pronostici aggiornati: 1) Patriots; 2) Jets; 3) Dolphins; 4) Bills. Da rivedere, settimana dopo settimana.
E alla partenza, tanto per essere chiari, i Patriots hanno voluto subito precisare che loro sono tutt’altro che finiti. Il modo in cui Tom Brady e i suoi ricevitori hanno abusato della difesa di Cincinnati nella prima metà della partita è stato impressionante. Nel 31-3 che si registrava dopo la prima azione del secondo tempo c’erano le mani di Randy Moss, dei due rookies TE Hernandez e Gronkowski, ma soprattutto quelle di Wes Welker, autore di 2 TD (ma davvero 5 mesi fa aveva il ginocchio massacrato??). E quelle di Tom Brady, ovvio. È però altrettanto degno di nota il modo in cui nella seconda metà gara hanno incassato tre touchdown. Vero che il livello dell’attacco dei Bengals è comunque degno di nota, ma la difesa di New England probabilmente ha ancora qualche problema da risolvere.
Lo scontro di Orchard Park fra Miami e Buffalo ha poi chiarito un’altra cosa: che i pronostici sui Bills, per ora, sono azzeccatissimi. La squadra di casa ha molto (molto molto) lavoro da fare, e se in difesa qualche nota positiva c’è stata, l’attacco è stato un pianto. Nemmeno l’atteso CJ Spiller è riuscito a rivitalizzare il reparto offensivo, che è riuscito a segnare l’unico touchdown della partita solo grazie ad una dormita clamorosa della secondaria dei Dolphins su un 4° e 11 giocato alla mano da Buffalo.
Anche sui Dolphins i pronostici non si erano sbagliati di molto: squadra con della sostanza, a cui bisogna stare attenti, ma che deve ancora migliorare per potersela giocare ai piani alti. Chad Henne è l’uomo da cui dipendono i destini della squadra. L’innesto di Brandon Marshall ha reso l’attacco irriconoscibile (in meglio) rispetto all’anno scorso, e il lavoro di Mike Nolan con la difesa molto ringiovanita inizia a far intravvedere buon frutti. Ma nella NFL di oggi non si va da nessuna parte senza un quarterback, e al terzo anno è Henne che deve dimostrare cosa può diventare. Se riuscirà ad essere costante nella gestione delle partite, allora i Dolphins potranno dire la loro; e se,oltre a ciò, riuscisse anche a diventare qualcosa di più, allora ad una squadra giovane come Miami sognare non sarebbe precluso.
Chi invece ha deluso i pronostici sono stati i Jets. Non tanto per la sconfitta, che contro i Ravens ambiziosi di quest’anno ci può anche stare, quanto piuttosto per l’impressione che hanno lasciato di fronte a quelli che hanno preso come modello. Quando il trash-talking ha lasciato il posto ai fatti si sono viste due squadre impegnate a dimostrarsi sul campo chi fosse la più cattiva: per capire chi lo è stato, riguardare il tackle di Ray Lewis su Dustin Keller a 47 secondi dalla fine e partita ancora in bilico e ogni dubbio sarà dissipato.
La partita è stata fisica, e parecchio, quasi da playoff (e non è detto che quest’inverno non vi si trovino di nuovo). E i Jets ne sono usciti ridimensionati soprattutto in attacco, dove la loro arma migliore è stato un giocatore che lo scorso anno sembrava finito a questi livelli. Non che Tomlinson abbia fatto un figurone (62 yards totali), ma è il resto dell’attacco biancoverde che è uscito malconcio dal confronto con una difesa tosta come la loro. Anzi, di più: Mark Sanchez è riuscito chiudere con solo 74 yards all’attivo mentre Joe Flacco è arrivato a 248. Questione, probabilmente, di cattiveria. Ora per i Jets è il momento di radunare le idee, e di dimostrare che, dopo tutto l’hype dell’estate e gli show televisivi e le uscite di un coach bravissimo a sparare con le parole, i Jets non si sono rammolliti diventando solo le classiche “chiacchiere e distintivo”. E il nuovo test non è certo più facile di quello in cui sono appena stati bocciati: domenica è già Jets-Patriots.
Quindi: division più forte della lega? Presto per dirlo, certo l’intensità nella AFC East non mancherà mai. E, in chiusura, i pronostici aggiornati: 1) Patriots; 2) Jets; 3) Dolphins; 4) Bills. Da rivedere, settimana dopo settimana.