[W16] Houston Texans vs Miami Dolphins

Doveva trattarsi di uno spareggio playoffs e tale è quasi stato: alla fine però, con l’interccio di risultati e combinazioni possibili, nessuna delle due squadre ha ancora comunque grosse speranze di qualificarsi alla postseason: i Texans sono messi meglio, ma per arrivare ai playoffs per la prima volta nella loro storia devono battere i Patriots in casa e sperare lo stesso in qualche aiuto dall’esterno; Miami, invece, è praticamente spacciata, dal momento che, per qualificarsi, devono perdere praticamente tutte le altre contendenti. E, ovviamente, i Dolphins dovranno battere gli Steelers in casa.
Questa in effetti è la vera impresa proibitiva per i Dolphins quasi inguardabili visti nel primo tempo contro Houston: a metà del secondo quarto i Texans avevano superato le 300 yards di attacco mentre i Dolphins erano fermi a una quarantina, erano sopra 27-0 nel punteggio (e avrebbe potuto anche essere peggiore), avevano controllato palla per 18 minuti circa contro i 5 circa di Miami e Matt Schaub veleggiava attorno al 156 di rating. In due semplici parole, un massacro.
Poi, nell’intervallo, qualcosa deve essere successo: nel secondo tempo Houston non ha più messo un punto e Miami è riuscita a rimettere il naso fuori dal buco. Chad Henne ha confermato come una delle sue qualità migliori sia il carattere e, dopo essere andato al riposo con cifre misere (11/23, 82 yards, 1 intercetto ed un imbarazzante 38.7 di rating), è salito di livello, chiudendo la sua seconda partita consecutiva sopra le 300 yards passate (alla fine 35/55, 322 yards, 1 TD, 1 int, 78 di rating). La difesa dei Texans però ha retto bene, contenendo il passivo in 20 punti (con due touchdown di Lex Hilliard, uno su corsa e uno su passaggio), sufficienti a portare a casa l’importantissima vittoria nonostante il quasi blackout del proprio attacco nel secondo tempo.
L’unica chiave possibile per commentare la partita è la motivazione. I Texans hanno evidentemente preparato meglio la gara e l’hanno affrontata con maggiore determinazione, sia nel primo tempo quando hanno praticamente schiacciato i Dolphins sia nel secondo quando ne hanno contenuto la rimonta. Miami invece non è stata capace di nulla di ciò, e per la seconda settimana consecutiva si è trovata nella situazione scomoda di dover rimontare uno svantaggio troppo grande che essa stessa ha contribuito a creare; e come non era riuscita la rimonta a Nashville così non è riuscita in casa conro Houston. Per una squadra che era invece abituata a prendere delle scoppole gigantesche nel quarto quarto è un bel cambiamento, peccato solo che il risultato non sia cambiato e che ora la stagione sia praticamente finita. Come detto, al di là del dover sperare nelle contemporanee sconfitte di Jets, Ravens, Texans e Jaguars, domenica i Dolphins devono battere gli Steelers, e per la squadra vista in questo ultimo periodo la cosa non si preannuncia semplice.
I Texans si troveranno invece di fronte un avversario in teoria meno motivato, visto che i Patriots il biglietto in tasca per la postseason lo hanno già staccato, ma anche loro dovranno sperare nelle sconfitte di almeno Broncos e Ravens. Si preannuncia una ultima giornata davvero interessante.
Questa in effetti è la vera impresa proibitiva per i Dolphins quasi inguardabili visti nel primo tempo contro Houston: a metà del secondo quarto i Texans avevano superato le 300 yards di attacco mentre i Dolphins erano fermi a una quarantina, erano sopra 27-0 nel punteggio (e avrebbe potuto anche essere peggiore), avevano controllato palla per 18 minuti circa contro i 5 circa di Miami e Matt Schaub veleggiava attorno al 156 di rating. In due semplici parole, un massacro.
Poi, nell’intervallo, qualcosa deve essere successo: nel secondo tempo Houston non ha più messo un punto e Miami è riuscita a rimettere il naso fuori dal buco. Chad Henne ha confermato come una delle sue qualità migliori sia il carattere e, dopo essere andato al riposo con cifre misere (11/23, 82 yards, 1 intercetto ed un imbarazzante 38.7 di rating), è salito di livello, chiudendo la sua seconda partita consecutiva sopra le 300 yards passate (alla fine 35/55, 322 yards, 1 TD, 1 int, 78 di rating). La difesa dei Texans però ha retto bene, contenendo il passivo in 20 punti (con due touchdown di Lex Hilliard, uno su corsa e uno su passaggio), sufficienti a portare a casa l’importantissima vittoria nonostante il quasi blackout del proprio attacco nel secondo tempo.
L’unica chiave possibile per commentare la partita è la motivazione. I Texans hanno evidentemente preparato meglio la gara e l’hanno affrontata con maggiore determinazione, sia nel primo tempo quando hanno praticamente schiacciato i Dolphins sia nel secondo quando ne hanno contenuto la rimonta. Miami invece non è stata capace di nulla di ciò, e per la seconda settimana consecutiva si è trovata nella situazione scomoda di dover rimontare uno svantaggio troppo grande che essa stessa ha contribuito a creare; e come non era riuscita la rimonta a Nashville così non è riuscita in casa conro Houston. Per una squadra che era invece abituata a prendere delle scoppole gigantesche nel quarto quarto è un bel cambiamento, peccato solo che il risultato non sia cambiato e che ora la stagione sia praticamente finita. Come detto, al di là del dover sperare nelle contemporanee sconfitte di Jets, Ravens, Texans e Jaguars, domenica i Dolphins devono battere gli Steelers, e per la squadra vista in questo ultimo periodo la cosa non si preannuncia semplice.
I Texans si troveranno invece di fronte un avversario in teoria meno motivato, visto che i Patriots il biglietto in tasca per la postseason lo hanno già staccato, ma anche loro dovranno sperare nelle sconfitte di almeno Broncos e Ravens. Si preannuncia una ultima giornata davvero interessante.