[W11] San Diego Chargers vs Denver Broncos

nflSan Diego Chargers – Denver Broncos 32-3

Cinque settimane fa era tutta un’altra storia: a San Diego i Broncos avevano macinato gioco e yards, spazzando via gli avversari a casa loro, e volando imbattuti ed inattesi in testa alla AFC West con un clamoroso record di 6-0 e 3 partite e ½ di vantaggio sui Chargers. Chi mai avrebbe potuto pensare il 19 ottobre che il match di ritorno avrebbe segnato sì il probabile punto di svolta della stagione, ma in senso completamente opposto? Da quel giorno i Broncos non hanno più vinto; le 4 sconfitte consecutive contro Ravens, Steelers, Redskins e Chargers hanno lasciato segni pesanti nella classifica na soprattutto nel morale; la difesa che prima sorprendeva tutti e lasciava agli avversari la miseria di nemmeno 80 yards a partita di media sulle corse adesso ne ha concesse 173, 174 e 203 le ultime 3 settimane. Dove è finita la squadra brillante e invincibile di inzio stagione?
A guardar bene, forse ha solo cambiato maglia. I Chargers hanno vinto la loro quinta partita di fila, e dopo l’andata con i Broncos non solo non hanno più perso ma hanno cambiato marcia, ritrovando condizione, motivazione, gioco e risultati. Ed il possesso quasi incontrastato della division, che ora comandano con un record di 7-3, una partita davanti a Denver e… vabbè, poi ci sono anche Chiefs e Raiders.
La partita dell’Invesco Field, è bene precisarlo, non ha avuto molta storia. Belli carichi anche dopo le scaramucce verbali del pregara, che hanno visto coinvolto nientemeno che il giovane coach dei Broncos (pare che McDaniels abbia sibilato ai linebackers dei Chargers nientemeno che un poco furbo “We own you”, con gli esiti immaginabili) i Chargers sono partiti subito col piede giusto e Chris Simms – sostituto dell’infortunato Orton – ha purtroppo capito subito che aria tirava. Dopo 6 (sei) handoff di seguito al primo tentativo di passaggio si trova subito pressato e commette il fumble: palla ai Chargers, che vanno a segnare i primi 7 punti con un passaggio di Rivers per Naanee. Il secondo drive è più o meno come il primo, due passaggini ed il sack finale, che forza il punt: di nuovo palla ai Chargers, e dopo 7 minuti di drive arrivano altri 3 punti. Di nuovo palla a Simms, tre passaggi incompleti, punt, palla a San Diego, drive di 6 minuti e altri 3 punti. Sul 13-0 McDaniels guarda le statistiche del suo qb (2/4 per 10 yards), lo guarda in faccia, massacrato nel morale ancora più che nel fisico, guarda l’altro qb che in settimana non ha mai toccato neanche un pallone e decide che, a quel punto, tanto vale…
Entra Kyle Orton e quasi succede il prodigio. In due passaggi (22  e 38 yards) i Broncos sono sulle 4 yards di San Diego. Il pubblico è in delirio, sono bastate due azioni per risvegliare d’improvviso il MileHigh, primo down per segnare… e Knowshon Moreno, cadendo in end zone, sbatte sul ginocchio di un compagno e perde il pallone dieci centimetri prima della linea: fumble, palla di nuovo ai Chargers.
Sono botte da cui è difficile riprendersi, ma Denver sembra tenere botta. Un rapido 3/out per i Chargers e Orton ha di nuovo palla in mano per riprovare a metter punti prima del riposo: il primo passaggio, però, lo tira subito ad Antonio Cromartie e così, nello stadio ammutolito, si torna negli spogliatoi sul 13-0 per gli ospiti.
Alla ripresa qualcosa sembra successo, e i Broncos riescono a mettere i loro primi 3 punti. Poi però chiamano un onside kick che San Diego ricopre ripartendo così in ottima posizione di campo. Il touchdown di Tomlinson che ne segue è forse il punto di svolta della partita, perchè gonfia il vantaggio a 17 punti e perchè ottenuto quando i Broncos pensavano di essere in grado di poter rimontare. Sul drive successivo Denver si gioca anche un 4°/5, ma l’incompleto di Orton ed il lungo drive dei Chargers che segue (9 giochi in quasi 5 minuti, fin dentro all’ultimo quarto), chiuso dal terzo field goal di Kaeding, assestano il colpo forse decisivo al morale della squadra di McDaniels. Da lì in poi i Broncos non combinano quasi più nulla mentre i Chargers mettono altri 10 punti (un altro calcio e una corsa di Tolbert) per il 32-3 finale.
Una partita, quindi, che ha reso perfettamente la situazione opposta delle due rivali. I San Diego Chargers sono in stato di grazia: a Denver non hanno sbagliato quasi nulla e gli è riuscito quasi tutto. Philip Rivers gioca col pilota automatico: nel primo tempo ha completato 13 passaggi su 14, con un rating di 122.6; alla fine ha chiuso 17/22 per 145 yards e 1 TD. A supportarlo i soliti Jackson e Gates, ma anche un Malcom Floyd sempre più affidabile; e, soprattutto, un running game che sembra aver ritrovato efficacia (203 yards totali contro Denver), dietro ad un Ladainian Tomlinson (20 corse, 73 yards, 1 TD) tornato su standard di rendimento più congeniali alla sua fama. E i prossimi due test contro Chiefs e Browns saranno l’occasione per scavare il solco decisivo in classifica, verso il quinto titolo divisionale in sei anni. Anche se il vero traguardo, probabilmente, è più in là.
I Broncos sembrano non sapere più come giocare, neè in attacco né in difesa ed è  ancora più incredibile se si pensa che questa stessa squadra solo poche settimane fa stava dominando la AFC. Le due partite contro i Chargers hanno segnato l’apice e (speriamo) il fondo della parabola, e l’auspicio è di ritrovare al più presto la rotta, per potersi giocare almeno una wild-card. Il primo problema, adesso, è che non c’è tempo per commiserarsi, perchè già giovedì prossimo, per festeggiare la sera del Thanksgiving, arrivano a Denver i New York Giants: un’altra squadra che sembrava smarrita e che invece domenica è tornata alla vittoria. Magari potranno spiegare ai Broncos come hanno fatto.
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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