[Week 17] Recap 5 partite
Ecco il recap con cinque partite giocate nella dicassettesima giornata della National Football League:
Tennessee Titans – Indianapolis Colts 0 – 23
Washington Redskins – San Francisco 49ers 27 – 24
Kansas City Chiefs – Cincinnati Bengals 6 – 16
Detroit Lions – Gren Bay Packers 21 – 31
Cleveland Browns – Pittsburgh Steelers 0 – 31
Festa di fine anno a Indianapolis: i Colts ospitano i Titans nella partita meno utile delle rispettive stagioni e basta Jim Sorgi per infliggere alla squadra di Nashville un 23 a 0 netto quanto bugiardo.
Succedono cose curiose in questa appendice ad una buona stagione per entrambe le compagini. Peyton Manning fa 7 su 7 per 95 yarde per il primo vittorioso drive, poi diventa offensive coordinator e chiama gli schemi al posto di Tom Moore. Entra Jim Sorgi che completa bene, poi appare anche lo sfortunato Chris Simms, terzo QB dei Titans.
Insomma, una vera e propria ricreazione per due squadre che ai Playoff vogliono e possono arrivare fino in fondo.
Da notare la milestone raggiunta da Marvin Harrison, che con le 7 palle agguantate domenica arriva al secondo posto di sempre per ricezioni in NFL. E poi c’è Manning, sopra le 4000 yard per la nona volta nelle undici stagioni giocate, e la squadra che mantiene il ritmo in vista della rivincita con San Diego di sabato sera prossimo. I buchi nella difesa aerea dei Chargers allietano il sonno degli ex campioni, che però farebbero bene a non pensare troppo all’eventuale Divisional.
I Titans si riposano una settimana, e chissà che non ritrovino proprio Indy a sbarrargli la strada verso Tampa. Anche dopo questo scontro, non sappiamo dire chi potrebbe spuntarla questa volta.
Washington Redskins – San Francisco 49ers 27 – 24
Bella partita per la conclusione di due stagioni, quelle di Redskins e 49ers, che si sono ritrovate con un record simile arrivando da due premesse molto diverse.
Se per i niners si tratta di cantiere aperto, i Redskins si aspettavano forse, dopo aver battuto i Cowboys nelle prime giornate ed avere un buon record a metà campionato, di insediare lo spot Playoff che ora compete agli Eagles.
Ne esce una partita piacevole, decisa all’ultimo da un calcio di Joe Nedney da 39 yard, che porta la settima W nella baia ed al rinnovo di contratto di Mike Singletary.
Nella diciassettesima giornata, per due team che hanno poco da chiedere, tutto si riduce a questo: giocare bene e pensare al futuro. Il futuro di Jim Zorn, coach dei Redkins, il futuro di Frank Gore, che ha una caviglia dolorante, il futuro di Mike Martz nell’organizzazione di SF.
Anche se nell’occasione Shaun Hill ha lanciato bene, la situazione dei QB a San Francisco va rivista, così come le chiamate offensive di Washington. Hanno 8 mesi, poi sarà di nuovo caccia alla Post Season.
Kansas City Chiefs – Cincinnati Bengals 6 – 16
Se ne vanno tutti! In un clima da smantellamento immediato, i Bengals si impongono sui poco volenterosi Chiefs, che ben si allineano alle parole di Larry Johnson, piuttosto che a quelle di Tony Gonzalez.
Il RB vuole andarsene, adducendo come scusa il fatto che Kansas City non lo vuole più, mentre il TE ovviamente rimane sperando che il nuovo GM non voglia disfare tutto. Sì, perchè se ne va anche il general Manager Carl Peterson, reduce da 20 anni di NFL.
Dall’altra parte se ne andranno T.J. Houshmandzadeh (“non azzardatevi ad esercitare il tag che avete su di me!”) e probabilmente Chad Johnson, entrambi assenti nell’ultimo impegno domenicale.
Cedric Benson, free agent da domani, e che si aspetta che sia qualcun’altro a prenderlo piuttosto che i Bengals, segna il primo TD dell’incontro nel secondo quarto, decidendo una partita che non fa altro che mandare i Bengals dalla scelta numero 5 alla 6 assoluta.
Tira aria di rivoluzioni, da una parte e dall’altra. Qualsiasi cambiamento è ben voluto, a partire dal prossimo draft. KC ha bisogno di un uomo di linea difensiva, visto che con 10 sack è la peggiore della storia NFL, mentre Cincinnati dovesse davvero perdere i suoi receiver, di un pari ruolo, ad esempio Michael Crabtree di Textas Tech.
Altrimenti, quando Carson Palmer tornerà, a chi lancerà?…
Detroit Lions – Gren Bay Packers 21 – 31
Cleveland Browns – Pittsburgh Steelers 0 – 31
Giusto il tempo di registrare le due umiliazioni di giornata prima di passare oltre. Detroit perde anche l’ultima partita, scrivendo negli annali il nome di fianco a quello di Tampa Bay come uniche franchige a finire una stagione senza vittorie.
Non c’è molto da commentare, i Lions ci mettono, come hanno sempre fatto, il cuore, ma la grinta e la voglia di vincere quest’anno sono mancate totalmente (oltre ai placcaggi). Calvin Johnson riprende i fuggitivi Packers con due TD, ed in Michigan forse iniziano a credere di poter espugnare Lambeau Field, ma nel quarto quarto una ricezione da 71 yard di Donald Driver risveglia tutti, prima che l’ultimo intercetto lanciato in un campionato incredibilmente scarso da Dan Orlovski metta fine all’affannosa ricerca della prima W.
Poco più a sud, verso l’Atlantico, Ben Roethlisberger rischia di vedere i Playoff dei suoi Steelers da un letto d’ospedale: due Browns gli piombano addosso, il colpo alla testa è importante, da commozione cerebrale. Big Ben viene portato dopo un quarto d’ora fuori dal campo ed in ospedale, per accertamenti. Ora sta bene, gli Steelers sperano di averlo al massimo per il Divisional tra due settimane.
La scelta di Tomlin di usare i titolari per non farli riposare troppo ha dunque avuto questo effetto collaterale, in uno shutout che umilia Romeo Crennel ed i Browns. La partita si decide nel momento stesso in cui si guardano gli uomini in campo. Pittsburgh è al gran completo, quindi si sapeva non avrebbe concesso nulla in difesa (126 yard alla fine per i Browns).
Ma sia in Pennsylvania che in Winsconsin, le notizie sono altre. Crennel e Rod Marinelli vengono infatti licenziati qualche ora dopo l’ultima figuraccia stagionale. Nel caso dell’afroamericano ex coach di Cleveland, ipotizziamo su un pronto ritorno almeno come defensive coordinator, mentre per il condottiero della stagione imperfetta di Detroit non scommetteremmo un dollaro.