[Week 16] Miami Dolphins vs Kansas City Chiefs
Miami Dolphins – Kansas City Chiefs 38-31
La partita più fredda mai giocata dai Miami Dolphins nella loro storia (-12° C al calcio d’inizio, che per l’effetto “wind chill” erano -24° C percepiti) è diventata storica per tutte e due le squadre.
Mai i Chiefs, nei loro 49 anni di storia, avevano avuto una stagione così disastrosa: addirittura nelle ultime 24 partite giocate hanno un miserrimo record di 2-22; e mai nessuna squadra nella storia della NFL è riuscita nell’impresa che i Dolphins hanno realizzato quest’anno: vincere 10 partite l’anno dopo averne vinta una sola.
Non fosse stato per il freddo pazzesco, in effetti, la partita sarebbe stata anche divertente da guardare, con un 38-31 finale che lascia molto amaro in bocca a Kansas City: a metà del terzo quarto i padroni di casa erano infatti sopra 31-24, ed erano riusciti ad infliggere 4 touchdown alla difesa di Miami che era invece reduce da tre partite di fila senza aver concesso un solo TD agli avversari. Il merito, soprattutto, è stato di Tyler Thighpen, il giovane qb pescato dalla panchina che è forse la cosa migliore capitata quest’anno ai Chiefs. Contro Miami Thighpen ha lanciato per 320 yards (suo massimo in carriera) e 2 TD, con un altro touchdown corse e 57 yards totalizzate nelle 6 corse che ha accumulato. Purtroppo, ci sono stati anche tre intercetti, e sarebbe sbagliato dire che non hanno pesato sulla partita, ma la prestazione di Thighpen è stata sicuramente in linea con tutta la sua stagione: molto più che incoraggiante, il segnale che forse non sarà necessario per i Chiefs scegliere un qb con la prossima prima scelta, che sarà anche alta. Accanto a Thighpen, va comunque registrata anche la buona prova di un Larry Johnson più in palla di quanto visto durante quest’anno, che ha chiuso con 108 yards su sole 12 portate, oltre al touchdown nel secondo quarto del momentaneo 21-17 per Kansas City. In effetti il punteggio è stato un’altalena continua: prima una reverse di Ginn ed un calcio danno il 10-0 a Miami, poi due TD di Darling e Gonzalez riportano sopra i Chiefs, poi David Martin e nuovo vantaggio Dolphins, poi il TD già detto di Larry Johnson. Prima dell’intervallo c’è tempo ancora per un passaggio di 14 yards di Pennington per Fasano e poi per la corsa di Thigpen per il 28-24 dell’halftime. Praticamente, le montagne russe.
Dopo il riposo, però, la musica cambia. Kansas City mette un field goal e poi si blocca. I Dolphins riescono a prima a pareggiare con la corsa di Ricky Williams e poi, nel quarto quarto, Chad Pennington guida un drive monumentale, da 13 giochi e 85 yards, mangia più di 8 minuti al cronometro e alla fine trova ancora Anthony Fasano in end zone per il touchdown che vale il sorpasso definitivo e la partita. Per i Chiefs è l’ennesima delusione, per i Dolphins è l’apoteosi.
Come detto, nessuno nella storia della NFL aveva mai fatto quello che hanno fatto i Dolphins quest’anno. L’impronta di Bill Parcells sul modo in cui questa squadra riesce a vincere sia le partite punto a punto che gli shootout come questo con i Chiefs è evidentissima, ma il merito più grande è probabilmente di coach Sparano, abilissimo a gestire il morale di una squadra che mescola veterani reduci dalla disastrosa scorsa stagione, giovani di belle speranze e scarti di altre squadre raccattati qua e là. L’esempio più evidente, ovvio, è Chad Pennigton, autore dell’ennesima prestazione maiuscola (26/34 per 235 yards, 3 TD, 1 int) e vera guida ed anima di questa squadra. E proprio lui, in un riuscitissimo scherzo del destino, sarà sotto i riflettori domenica prossima: i Dolphins hanno in mano il match point per vincere addirittura la AFC East, e andranno a giocarselo proprio a Meadowlands, in casa di quei Jets che la scorsa estate lo hanno scaricato come un rifiuto e che ora, dopo aver perso tre delle ultime quattro partite, si trovano davanti il vecchio amico nello spareggio decisivo. Per Miami una vittoria vorrebbe dire primo posto, senza altre storie; ai Jets, invece, non sarebbe sufficiente ma occorrerebbe anche qualche altro aiuto. Ad averlo saputo quest’estate…
Non fosse stato per il freddo pazzesco, in effetti, la partita sarebbe stata anche divertente da guardare, con un 38-31 finale che lascia molto amaro in bocca a Kansas City: a metà del terzo quarto i padroni di casa erano infatti sopra 31-24, ed erano riusciti ad infliggere 4 touchdown alla difesa di Miami che era invece reduce da tre partite di fila senza aver concesso un solo TD agli avversari. Il merito, soprattutto, è stato di Tyler Thighpen, il giovane qb pescato dalla panchina che è forse la cosa migliore capitata quest’anno ai Chiefs. Contro Miami Thighpen ha lanciato per 320 yards (suo massimo in carriera) e 2 TD, con un altro touchdown corse e 57 yards totalizzate nelle 6 corse che ha accumulato. Purtroppo, ci sono stati anche tre intercetti, e sarebbe sbagliato dire che non hanno pesato sulla partita, ma la prestazione di Thighpen è stata sicuramente in linea con tutta la sua stagione: molto più che incoraggiante, il segnale che forse non sarà necessario per i Chiefs scegliere un qb con la prossima prima scelta, che sarà anche alta. Accanto a Thighpen, va comunque registrata anche la buona prova di un Larry Johnson più in palla di quanto visto durante quest’anno, che ha chiuso con 108 yards su sole 12 portate, oltre al touchdown nel secondo quarto del momentaneo 21-17 per Kansas City. In effetti il punteggio è stato un’altalena continua: prima una reverse di Ginn ed un calcio danno il 10-0 a Miami, poi due TD di Darling e Gonzalez riportano sopra i Chiefs, poi David Martin e nuovo vantaggio Dolphins, poi il TD già detto di Larry Johnson. Prima dell’intervallo c’è tempo ancora per un passaggio di 14 yards di Pennington per Fasano e poi per la corsa di Thigpen per il 28-24 dell’halftime. Praticamente, le montagne russe.
Dopo il riposo, però, la musica cambia. Kansas City mette un field goal e poi si blocca. I Dolphins riescono a prima a pareggiare con la corsa di Ricky Williams e poi, nel quarto quarto, Chad Pennington guida un drive monumentale, da 13 giochi e 85 yards, mangia più di 8 minuti al cronometro e alla fine trova ancora Anthony Fasano in end zone per il touchdown che vale il sorpasso definitivo e la partita. Per i Chiefs è l’ennesima delusione, per i Dolphins è l’apoteosi.
Come detto, nessuno nella storia della NFL aveva mai fatto quello che hanno fatto i Dolphins quest’anno. L’impronta di Bill Parcells sul modo in cui questa squadra riesce a vincere sia le partite punto a punto che gli shootout come questo con i Chiefs è evidentissima, ma il merito più grande è probabilmente di coach Sparano, abilissimo a gestire il morale di una squadra che mescola veterani reduci dalla disastrosa scorsa stagione, giovani di belle speranze e scarti di altre squadre raccattati qua e là. L’esempio più evidente, ovvio, è Chad Pennigton, autore dell’ennesima prestazione maiuscola (26/34 per 235 yards, 3 TD, 1 int) e vera guida ed anima di questa squadra. E proprio lui, in un riuscitissimo scherzo del destino, sarà sotto i riflettori domenica prossima: i Dolphins hanno in mano il match point per vincere addirittura la AFC East, e andranno a giocarselo proprio a Meadowlands, in casa di quei Jets che la scorsa estate lo hanno scaricato come un rifiuto e che ora, dopo aver perso tre delle ultime quattro partite, si trovano davanti il vecchio amico nello spareggio decisivo. Per Miami una vittoria vorrebbe dire primo posto, senza altre storie; ai Jets, invece, non sarebbe sufficiente ma occorrerebbe anche qualche altro aiuto. Ad averlo saputo quest’estate…