[Week 6] Recap 5 partite

nflEcco il recap con cinque partite giocate nel sesto weekend della National Football League:

Detroit Lions – Minnesota Vikings 10 – 12
Baltimore Ravens – Indianapolis Colts 3 – 31
Cincinnati Bengals – New York Jets 14 – 26
Carolina Panthers – Tampa Bay Buccaneers 3 – 27
N.Y. Giants – Cleveland Browns 14 – 35

Detroit Lions – Minnesota Vikings 10 – 12
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L’avevamo detto sin dall’inizio della stagione: Bernard Berrian è un giocatore importante, di gran lunga il miglior receiver dei Vikes, tra i primi 10 della lega probabilmente.
La scorsa settimana aveva vinto il Monday Night contro New Orleans, mentre domenica ha spazzato via i coriacei Lions con una ricezione da 86 yard.
Partita noiosa, iniziata con un errore a dir poco ridicolo del quarterback di Detroit, che esce dalla sua End Zone convinto forse che calpestare la linea bianca della fine del campo non sia safety. Due punti ai padroni di casa, favoriti della vigilia, e tante risate per l’incredibile mossa di Dan Orlosky, già soprannominato col buffo Danny-O dai tifosi.
Risate che finiscono quando la popolazione del Metrodome si rende conto che la difesa dei Lions non è destinata ad una apparizione incolore. Conscia delle grossissime difficoltà delle sue secondarie, essa inizia una pass rush indomita, che porta a 4 sack nello spazio di due o tre drive, duplicando il numero di sack totali in stagione della franchigia del Michigan.
E così si assiste ad uno scontro tra le difese, con Adrian Peterson colpevole assente dal gioco ed i Lions poco prolifici in attacco.
Si fa in tempo a vedere l’ennesimo contatto helmet-to-helmet del 2008, ai danni di Calvin Johnson (per fortuna lo vedremo in piedi sulla sideline poco dopo), e un paio di fumble creati dall’ottimo sforzo difensivo di Detroit. Nel terzo Detroit va 10 a 2 con il TD pass di Orlovsky e la folla booeggia Childress, coach dei Vikings, squadra che sembra in un limbo di non-gioco che poco appartiene al livello dei suoi giocatori.
Per fortuna che c’è Berrian, come detto, e che nel drive decisivo gli arbitri e Peterson diano una piccola mano alla causa. Ryan Longwell a 12 secondi dal termine fa vincere i suoi con un calcio facile, dopo essersene già fatto stoppare uno dagli avversari.
In conclusione, comprensibile la disapprovazione sul lavoro del coach di Minnesota, perchè in attacco Minnesota non c’è proprio come gioco, mentre qualche complimento la difesa dei Lions lo merita. Quando è finita la benzina si sono arresi; per essere da playoff manca molto, ma qualcosa su cui lavorare c’è.

Baltimore Ravens – Indianapolis Colts 3 – 31

Il puzzle dei Colts riacquista pezzi, che si vanno a mettere assieme per creare quella ragnatela di passaggi perfetta che li ha portati a trionfare al Superbowl.
Il pezzo più importante è Peyton Manning. 3 TD nei primi due quarti, due dei quali per Marvin Harrison, ritrovato come valida alternativa a Reggie Wayne, immenso. La dimensione del numero 88 è certamente questa attualmente.
Alla difesa basta mettere sotto pressione Joe Flacco, rookie che non dimostra in  questa partita grossa personalità, che perde palla un paio di volte e per un altro paio viene intercettato, determinando la solita incapacità offensiva dei Ravens.
Alla festa del nuovo Lucas Oil Stadium, che vede la prima vittoria della sua squadra, si aggiunge anche, regalmente, Dominic Rhodes, che sfrutta l’infortunio muscolare di Joseph Addai per mettere insieme un’ottantina di yard contro una delle migliori difesa della NFl.
Ma domenica i Ravens non sono scesi in campo, mettendo in mostra quello che è il loro tallone d’Achille da molte stagioni, l’incapacità di fare aggiustamenti a partita in corso, mostrando il fianco agli attacchi avversari quando questi ultimi vanno avanti di una o due mete.
Peccato mortale contro questi Colts, che trionfano alla vecchia maniera e guardano il calendario terribile che li aspetta con nuovo ottimismo.

Cincinnati Bengals – New York Jets 14 – 26

I disastrati Bengals fanno visita ai Jets di Brett Favre, invischiati in un record di .500 che a fine stagione potrebbe soddisfarli ben poco.
Inzio shockante, con la difesa di Cincinnati che dimostra di esserci, e costringe il QB avversario al fumble che propizia il 7 a 0. La pressione ospite continuerà per quasi tutto il match, ma arriva lo stesso il primo touchdown su passaggio, ed unico, della giornata dell’ex-Packers.
Il destinatario del passaggio vincente è Thomas Jones, vero e proprio protagonista della partita, che mette a segno anche due segnature su corsa definendo il 26 a 14 finale. Per Cincinnati arriverà nel secondo quarto la meta di Ryan Fitzpatrick, quarterback di riserva, simbolo dell’agonia dei Bengals, costretti ai numeri per segnare.
Se l’attacco è asfittico come pochi ed ha receiver stellari che assolutamente non rispettano le attese, la difesa sembra invece ben recuperata. Ottima pressione, 2 intercetti effettuati ed uno sforzo collettivo notevole.
Questo permette loro di stare in partita per un po’ più di metà partita, dopodichè qualsiasi speranza di vedere un buon drive offensivo svaniscono, mentre i Jets mettono via la palla e cavalcano il loro cavallo da traino Jones. Jerricho Cocthery e Laveranus Coles si spartiscono le preziose palle di Favre in modo identico, fornendo pochi riferimenti qualora il QB del Mississipi sfugga al pressing ospite.
Alla fine, a provare qualcosa in più sono i Bengals. La loro difesa è migliorata, ma con quell’attacco sbloccare la casellina delle vittorie sarà un’impresa.
Dalla parte dei Jets, l’ennesima prova abbastanza mediocre, eccezion fatta per il decisivo runningback. Sul 3-2 la AFC East sembra ancora a portata, ma i dubbi sulla reale consistenza della squadra si affermano sempre più.

Carolina Panthers – Tampa Bay Buccaneers 3 – 27

Inplacabili. Le secondarie dei Buccaneers sono implacabili. Jermaine Phillips, ma anche il rookie Qalib Talib e Tanard Jackson, che firmano i tre intercetti sono solo tre dei volti di una difesa su cui qualsiasi franchigia potrebbe basare le sue fortune.
Ma ancora di più, nella vittoriosa a dir poco partita di domenica, colpisce la pressione fisica portata ai ricevitori avversari. Jake Delhomme lancia, trova bene Mushin Muhammad e Steve Smith, ma poi la palla viene tolta dalle mani dei due da placcaggi precisissimi. La freschezza fifica dei Bucs poi permette ad un altro DB di trovarsi lì a raccolgiere i frutti di tale routine, intercettando il pallone e forzando il turnover.
Succede tre volte nella partita di Tampa questa settimana, mentre in attacco la palla è data a Warrick Dunn per i primi down ed a Earnest Graham per le segnature.
La prima di Tampa Bay, a dire il vero, arriva da un punt bloccato, poi a segnare è il ritrovato Jeff Garcia ed appunto Graham. Tutti davanti fanno il loro compitino, mentre in difesa tutti si elevano a livelli siderali.
La connivenza di Carolina c’è, a dire il vero; ma la partita era oggettivamente impossibile, lo sarebbe stato per tre quarti delle squadre NFL.
Tampa Bay in casa ha subito 0 TD da squadre della sua stessa division. La lotta nella NFC South è serratissima: tutte le squadre hanno un record vincente, l’equilibrio corre sul filo delle partite giocate in casa e quelle fuori. Finora, intradivisionalmente, i Buccaneers hanno fatto il loro, e anche di più.
D’ora in poi dovranno trovare un paio di vittorie anche lontani dalla Florida, se vorranno confermare la loro leadership dell’anno passato.

N.Y. Giants – Cleveland Browns 14 – 35

Giants a valanga. Questo il pronostico alla vigilia del Monday Night, quello che si sospettava facesse finire la striscia di partite equilibrate e spettacolari del lunedì.
Lo farà, ma non nel modo che avremmo detto.
I riflettori dell’arena di Cleveland sono sul quarterback di casa, Derek Anderson, incalzato ormai da un anno da Brady Quinn e per il quale ogni partita è un’occasione per allontanare la sideline. In serata troverà il suo bersaglio preferito in Braylon Edwards, che mette a segno 129 yard su ricezione in 3 prese nel solo primo tempo. L’attacco dei Browns pende palesemente per i giochi aerei, ma la pressione da parte dei Giants è meno asfissiante di altre occasioni.
Quest’anno l’attacco di New York ha però forza d’urto. Brendan Jacobs asfalta un difensore per il rpimo TD per i suoi, mentre il ritorno in campo di Plaxico Burress dà un’altra meta alla squadra della grande mela. Purtroppo per loro, però, il 17 a 14 dei primi due parziali ha qualcosa di precario.
In una contesa che vede pochi drive (8 per parte) gli errori fanno molta più differenza di quanto facciano normalmente. Eli Manning torna l’agnellino che conoscevamo prima della scorsa Post Season, e lancia tre intercetti. L’ultimo è di quelli che fanno male.
Passaggio in End Zone, classico taglio del Defensive Back davanti al ricevitore, palla che finisce nelle sue mani ed infine nella End Zone dei Giants, dopo 94 yard di galoppata. Eric Wright l’autore della meta della vittoria a sorpresa. Meno sorprendente è, in ogni caso, la difesa di Cleveland: soprattutto nelle secondarie ha talento da vendere, se la connection tra Anderson e Edwards continua sui binari gettati in questo Monday Night la squadra rimane, come è sulla carta, interessante.
I Giants hanno questo passaggio a vuoto che conferma le idee di chi li voleva favoriti dalla schedule di inizio stagione. Ricordiamoci comunque che un anno fa davamo per spacciata una squadra imputata di avere un QB indecente e poco talento in generale, mentre ora parliamo di una squadra campione del Mondo alla prima sconfitta dopo una serie lunghissima di vittorie.

 

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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