I grandi fallimenti della NFL: JaMarcus Russell

Inizia oggi una nuova rubrica che ci accompagnerà per almeno dieci episodi sui più grandi bust della storia della NFL. La prima puntata è dedicata a JaMarcus Russell, prima scelta degli Oakland Raiders nel Draft 2007.

Cosa è un bust?

Per bust si intende un giocatore che nel corso della sua carriera professionistica non ha mantenuto le aspettative rispetto a ciò che aveva fatto vedere al College; è successo infatti che giocatori scelti con pick molto alte nei Draft NFL, anche con la prima scelta in assoluto, si siano dimostrati inadatti a quel ruolo, fallendo miseramente al grande salto tra i professionisti; le motivazioni possono essere tante, c’è chi si è perso dietro dipendenze da alcool e droghe, chi si è infortunato troppo spesso, e chi invece non ha mai giocato bene come faceva in uno stile di gioco e di playbook a lui più adatto al College.

Jamarcus Russell

Iniziamo questa rubrica con un giocatore che fu scelto con la prima scelta assoluta al Draft del 2007 da parte degli Oakland Raiders, che avrebbe dovuto portare nell’olimpo della NFL: JaMarcus Russell.

Russell nasce il 9 Agosto 1985 in Alabama, ed inizia a giocare a football, e a farsi notare, sin dalla High School, dove in quattro stagioni sotto la guida di coach Bobby Parrish, non salta nemmeno una partita; è però nel suo anno da freshman alla Williamson HS, dopo aver visto aumentare la sua altezza (ed il suo peso) che Russell da il meglio di se, arrivando a “guadagnarsi” la prima chiamata per una borsa di studio da un College di DIV I. La migliore stagione la ha però nell’anno da senior, dove lancia per più di 3300 yard e 22 TD e corre per 400 yard e 5 TD, arrivando a guadagnarsi il record per yard passate dell’Alabama High School Association, tutt’ora imbattuto.

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jamarcus russell williamson

Al momento della scelta del college, JaMarcus è combattuto  tra due università, LSU e Florida State University: decide di andare a giocare per Louisiana State , lasciando quindi l’Alabama, casa sua.
A LSU passerà il primo anno da freshman  come”red shirt”, non giocando e limitando il contatto anche in allenamento. A partire dalla stagione 2004 Russell inizia a giocare, ed a stupire, da quarterback, giocando 11 partite il primo anno, condite da 9 TD e 4 INT. Nell’anno da sophomore i due “highlight” più importanti sono le vittorie in rimonta contro Arizona State (35-31) e contro l’imbattuta Alabama (16-13) grazie ad un suo TD pass in overtime.
Nella stagione 2006, da junior, dopo aver battuto la concorrenza di Matt Flynn, sarà scelto come starter di LSU, andando a completare una stagione eccellente, con 28 TD e 8 INT, e finendo secondo per yard lanciate in stagione nella SEC. Impressionante quell’anno è però la prestazione contro Notre Dame, in cui lancia e corre per oltre 350 yard e tre TD, trascinando i suoi alla vittoria per 41-14, e vincendo il premio come MVP dello Sugar Bowl, ed attirando su di sé i riflettori della NFL.

jamarcus russell lsu

Accecato forse da questi riflettori, JaMarcus Russell decide quindi di saltare l’ultimo anno di college e di dichiararsi per il Draft NFL 2007, in cui gli Oakland Raiders avevano la prima scelta. Come accade sempre prima di un Draft, si creano due fazioni, con gli esperti che si dividono fra lui e Calvin Johnson per la pick #1: quello che preoccupa di Russel è il fisico (1,97 x 120 kg alle combine), ma grazie ad un pro-day e delle combine che lo stesso Joe Gruden definisce come “Star Wars” e “unbelievableRussel verrà scelto con la prima scelta assoluta di quel Draft, nonostante l’head coach dei Raiders, Lane Kiffin, volesse scegliere Johnson al suo posto. A decidere per il QB proveniente dall’Alabama è Al Davis, owner dei Raiders, che vedeva in Russel il futuro della franchigia, e della NFL stessa.

Le cose iniziano subito male con i Raiders, quando JaMarcus salta il training camp a causa di problemi sul contratto con Oakland, che lo porteranno a firmare, dopo due giornate di regular season, il contratto più remunerativo per un rookie fino a quel momento: 68 milioni, per sei anni, di cui 32 milioni garantiti.
Quella doveva essere per i Raiders una “flag” sull’etica del lavoro di Russel, che nella stagione da rookie giocherà solamente 4 partite, una sola da titolare, in cui lancia 2 TD e si fa intercettare 4 volte.
Nella stagione successiva le aspettative sono alte per il QB che era stato definito da Mel Kiper Jr, analista di ESPN, come uno dei top 5 QB nel giro di tre anni. La prima partita della stagione, contro i Denver Broncos, vede Russell scelto come titolare per guidare l’attacco dei Raiders; non aiutato da una difesa che concede 41 punti alla franchigia del Colorado, Russel non impressiona, e riesce a trovare il primo TD solamente verso la fine della partita. Nonostante questo riesce a concludere con 2 TD ed un fumble in redzone; la partita dimostra soprattutto la sua inesperienza, non riuscendo a contrastare la costante pressione della difesa di Denver. La seconda partita non va certamente meglio per Russel, che nonostante la vittoria dei Raiders contro i Chiefs, lancia per sole 55 yard, non trovando il TD.

Se le prime due partite avevano fatto intravedere che c’era ancora molto da lavorare, le successive tre dimostrano che Russell non è pronto per la NFL, con i Raiders che perdono contro Bills, Chargers e Saints, con il QB che non riesce a trovare più di due TD in tre match. La seconda vittoria, la prima da quando Kiffin era stato esonerato in week 4, arriva contro i Jets in week 7, in cui Russell guida i suoi in un drive che porterà al field goal della vittoria di Janikowski. A causa delle successive quattro sconfitte contro Ravens, Falcons, Panthers e Dolphins, i Raiders devono arrendersi al fatto che non sarebbero andati ai playoff, nonostante le vittorie sul finale di stagione con Broncos, Texans e Buccaneers.

jamarcus russell raiders

L’inizio della terza stagione può rappresentare benissimo l’inizio della fine della carriera professionistica di JaMarcus Russell, che si presenta al training camp con 15 kg in più rispetto a quanto era stato “registrato” nella stagione da rookie; nel corso della stagione Russel verrà panchinato, prima per Bruce Gradkowski, poi una volta infortunatosi quest’ultimo finirà #3 nella depth chart, con coach Cable che gli preferisce Charlie Frye; fortuna vuole che anche lui finirà per infortunarsi, con Russel che prenderà il suo posto a partita iniziata contro i Broncos, che finirà con una vittoria per i Raiders, e diventerà l’ultima partita per JaMarcus con Oakland.
La stagione del 2010 vede i Raiders presentarsi ai nastri di partenza con 5 QB a roster, che porteranno al rilascio di Russel, per cui sembra già conclusa quella che doveva essere una carriera stellare.

Negli anni successivi Russell si farà notare più per quello che fa fuori dal campo, soprattutto per un arresto dovuto al possesso di uno sciroppo contenete codeina senza la necessaria ricetta medica, alimentando quindi le voci che lo davano come “abusatore” di purple drink ai tempi degli Oakland Raiders; le conferme poi sono arrivate quando in un’intervista Russell ha ammesso di essere risultato positivo alla codeina dopo essere stato scelto al Draft del 2007. Tenterà più volte di ritornare in NFL, anche con l’aiuto di ex giocatori come John Lucas, non ottenendo però successo.

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Quello che impressiona di più di Russell è l’estrema velocità con cui lui è riuscito a diventare un “bust” una volta uscito dal College; le motivazioni possono essere molteplici, come la morte dell’unica figura paterna, lo zio, a poche settimane dall’ingresso nella NFL, o l’uso della codeina, ma la più accreditata è sicuramente quella della scarsa etica del lavoro dimostrata: è recente la notizia che durante una stagione in cui era il QB titolare dei Raiders fossero state affidati a JaMarcus dei tape da vedere, nei quali si analizzava la difesa degli avversari con cui avrebbe giocato in settimana; una volta tornato al campo di allenamento Russel avrebbe affermato di aver notato dei blitz particolari da parte della difesa; tutto normale direte voi, ma il problema principale è che la società, conscia della scarsa etica del giocatore, gli aveva dato delle cassette vuote, dimostrandone quindi lo scarso impegno.
Sicuramente le colpe del suo fallimento sono da affidare completamente a lui ed al suo scarso impegno, nonostante avesse tutte le qualità per competere nella NFL.

Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso

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Luca Belli

Tifoso "Die Hard" dei Green Bay Packers. Cresciuto nel momento d'oro di Favre e Rodgers, e fiero discepolo della new wave green&gold "All you need is Love". Abituato a vincere poco con la fede calcistica, essendo tifoso della Fiorentina, ha trovato nei Packs la sua svolta, e nei Guelfi Firenze la sua fede in campo italiano. Aspetta con ansia il terzo anello personale, che sia "viola" o "G&G". Go Packs Go!

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