Chicago perde, ma passa ai playoff (Green Bay Packers vs Chicago Bears 35-16)

Mediocrità.

Il resoconto della stagione dei Chicago Bears si può sintetizzare in una semplice parola.

8-8, con un paio di sfide di troppo regalare agli avversari in stagione; ma con anche un paio di colpi di fortuna che bilanciano il quadro del 2020. Coach Matt Nagy ha fallito nel rilanciare i Bears sul piano del gioco e della credibilità, ma ha raggiunto l’obiettivo stagionale: quello di riportare Chicago ai playoff dopo un anno di assenza.

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Attenzione però, perchè il merito non è certo il suo dal momento che i Rams di Los Angeles sgambettano i Cardinals e regalano simultaneamente la qualificazione a Chicago che accede alla Wild Card di settimana prossima.

In tutto ciò, Aaron Rodgers conferma le aspettative e onora il campo con una prova da MVP (a proposito, le premiazioni per i migliori giocatori 2020 di Huddle andranno in onda live a “Scusate la Cravatta” nella serata di venerdì). Al Soldier Field c’è solo lui, apparentemente tranquillo e rilassato. Il QB più in forma dell’anno sbeffeggia (ancora) i Bears e chiude una stagione regolare che, forse, verrà ricordata come la sua migliore di sempre. Chiunque giochi davanti a lui diventa un fenomeno, wideout o tight end fa poca differenza. Rodgers è in grado di mettere i ricevitori in condizioni di fare grandi giocate e di dominare il campo.

La difesa di Chuck Pagano aiuta il processo, agevolato da alcune leggerezze della secondaria oltre alle chiamate erroneamente valutate sui blitz. Questi sono prevedibili e consentono una lettura pre-snap efficace, con o senza David Bakhtiari nel ruolo di left tackle oco cambia. Il risultato è lo stesso, Green Bay si beve la difesa di Chicago in poche sorsate. Solo in un’occasione Khalil Mack manda un pò d’acqua di traverso a Rodgers con un sack, ma nulla di più.

La difesa Bears soffre, l’attacco singhiozza. Mitchell Trubisky resta in partita poco più di venti minuti, poi si fa sopraffare dai difensori ospiti che concedono al QB n°10 il minimo indispensabile facendolo illudere prima, per colpirlo più duramente poi. Nell’orgoglio e nei fondamentali, quegli stessi fondamentali del gioco che Mitchell dimostra settimana dopo settimana (da ormai 4 anni a questa parte) di non essere in grado di assimilare.

Bill Lazor chiama i giochi al posto di Matt Nagy e impronta la sua domenica su Darnell Mooney, il quale guida il reparto ricevitori con 11 completi e 93 yard. Per oltre mezz’ora invece, il giocatore più forte dell’attacco di Chicago rimane inspiegabilmente fuori dagli schemi, come fosse un vagabondo che vaga a zonzo per la strada durante l’ora di cena. Solo quando ormai la frittata è servita e l’attacco ha perso l’ennesimo confronto con gli avversari, allora ci si rivolge a Robinson. Sarà per via di un commento sul fatto che quella di domenica sarebbe stata la sua ultima partita garantita a Chicago, sarà per sviare la difesa di Green Bay dal target offensivo numero uno dell’Illinois (e tra i migliori in NFL), oppure sarà semplicemente perchè chi decide non ha chiari alcuni aspetti del gioco… Poco conta, ARob è stato tagliato fuori in una partita determinante per la stagione e i Bears hanno segnato un solo touchdown con la corsa nel primo quarto di David Montgomery.

I Bears perdono la partita sul tentativo di conversione di un quarto down, quando dopo averne vinti parecchi lanciano su Robinson invece di correre per prendere una yard. O meglio, invece di calciare per avvicinarsi allo score degli avversari evitando di mandare la partita a due possessi di distanza in caso di meta Packers. Meta che arriva puntuale come la neve a Chicago, possessi che si allargano a favore dei nemici del Wisconsin, e arrivederci a presto!

Sulla cronaca della partita, c’è davvero poco altro da dire.

Tirando però le somme di quanto accaduto domenica invece, credo che Chicago, se pur perdendo, sia in un’ottima situazione. Forse la migliore di quelle che potevano capitare. Una vittoria contro i Packers avrebbe molto probabilmente contrapposto le due squadre tra una settimana al Lambeau Field (Chicago ha subito quasi 80 punti in 2 partite contro i Packers, meglio evitare dunque), o avrebbe spedito i Bears a Seattle contro Russell Wilson. Invece perdendo, e con la sconfitta di Arizona, Chicago volerà a New Orleans per regolare i conti contro i Saints. Gli stessi Saints che hanno faticato non poco contro i Bears facendosi rimontare e forzando una sfida all’overtime chiuso poi con un calcio vincente per il team di Sean Payton.

Ora però i Saints rischiano di ritrovarsi il prossimo weekend senza l’intero reparto dei running back, a seconda di ciò che riveleranno i risultati dei controlli per il Covid-19. Tra questi anche Alvin Kamara, la minaccia più grande di questa squadra, che senza il suo cavallo da corsa più abile rischierebbe davvero grosso alla Wild Card.

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Andremo ad analizzare questa sfida più in là nella settimana con le varie preview dei playoff di Huddle Magazine. Per il momento, facendo finta che la NFC East non esista, a Chicago resta la magra soddisfazione di sentirsi la “peggiore tra le migliori”. Ci fa molto piacere poter godere di un’altra settimana di football, e di quello che conta sul serio; tuttavia nessuna celebrazione troverà appoggio poichè i risultati e quanto espresso dalla gestione Nagy-Pace-Pagano non soddisfa nessuno di noi tifosi. Che però, non ci arrendiamo.

alex cavatton firma area 54

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