[W10] Cincinnati Bengals vs Pittsburgh Steelers

nflCincinnati Bengals – Pittsburgh Steelers 18–12

I Bengals hanno cambiato registro. Ve li ricordate un anno fa con un record di 0-7? Di quelli non c’è nemmeno l’ombra in questo 2009. Con questa vittoria sui campioni in carica hanno un record di 5-0 all’interno della division con due sweep ai danni di Steelers e Ravens, le due migliori squadre in AFC l’anno passato, e si avviano ad un accesso ai Playoff quantomai insperato prima della week 1.
La partita dell’Heinz Field cambia nel primo quarto, quando Bernard Scott, rookie da Abilene Christian (avessi detto USC…), ritorna in meta il kick off dopo il 3 a 0 Steelers. Questo dà, oltre ai canonici 6 punti, la fiducia a Marvin Lewis, chiaro coach of the year, di mettere il 25enne stabilmente in campo al posto del fenomenale Cedric Benson, fermato da un dolore all’inguine che prova anche tuttora.
Offensivamente Cincinnati si ferma lì. Nel rpimo tempo il resto lo fa la difesa. Cornerback e defensive end costringono, come era chiaro anche in sede di prepartita, Ben Roethlisberger nella tasca, e spesso lo costringono a decisioni affrettate o al sack, che arriva 4 volte nei primi 30 minuti.
Si va negli spogliatoi con Pittsburgh sopra di 3, sul 9 a 6, ma le difficoltà in Red Zone si faranno evidenti nella seconda frazione, oltre che nella prima.
Arriva l’intercetto di Big Ben, in una carambola creata da un errore proprio del QB con due anelli al dito. I Bengals evitano errori, e la presente di alcune giocate sicure garantisce loro dapprima il 9 pari, poi la facilità nel rimediare al quarto field goal di Jeff Reed, che aveva momentaneamente portato avanti i suoi. Con “giocate sicure”, intendiamo, prima fra tutte, la traiettoria ‘out’ di Chad Ocho Cinco, che è letteralmente indifendibile, anche per la prima difesa della nazione. Figuriamoci per gli altri. E manmano che ci si addentra nella partita, tutta la bontà dell’attacco striato viene fuori: Carson Palmer è preciso, imbecca per molte volte le tracce a tutto campo di Laveranus Coles e Richie Caldwell, che soprattutto sui primi down è un’arma letale. E poi, vi avevamo detto che il definitivo insediamento di Scott come primo runningback nella partita avrebbe avuto effetti sul finale. Infatti, Cincinnati va sul 15 a 12 con molti minuti da giocare. L’unico modo per essere al sicuro è avere qualche sorta di running game. Ed è proprio Scott, dopo una partita in cui Pittsburgh ha testimoniato con i fatti il ruolo di migliore difesa sulle corse della NFL, che mette in qualche difficoltà i giocatori di Mike Tomlin, che si devono inchinare al 18 a 12 prima ed all’inevitabile mancanza di tempo poi, che costringe il quarterback in elmetto nero a tentare quattro down di passaggio nell’ultimo drive, con meno di due minuti da giocare. Lì era diventato impossibile vincere.
Cincinnati va sul 7 – 2, ipoteca il posto ai Playoff e non possiamo che dare ragione a quanti la vedono terza forza della lega dopo le due imbattute. Partita esagerata difensivamente e saggia. Molti punt calciati bene e special team all’erta, poi la W è arrivata anche con un po’ di fortuna, ma è tutt’altro che immeritata.
Dal canto suo Pittsburgh si ritrova con un RB senza le carte in regola per una corsa ad un settimo titolo nella storia della franchigia, come testimoniano le corse infruttuose quando, con poco campo davanti a sé, gli Steelers dovevano vincerla ed invece si sono impantanati per l’ennesima volte nelle sfuriate di un Domata Peko onnipresente e di una secondaria velocissima e fisica quanto basta.
Ultima nota: non credete che la partita della difesa dei padroni di casa fosse sottotono. Le coperture sono state fulminanti come al solito, organizzate ancora meglio del solito, ed in un paio di occasioni la big play difensiva che avrebbe fatto girare il vento sembrava inevitabile. Solo che la contesa era di tale equilibrio che ha preso negli ultimi minuti la via dell’Ohio; certo i capisaldi del gioco dei campioni non si mettono in discussione.
Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.