La Serra di Huddle: gli Steelers hanno ribaltato la stagione con la difesa

Dopo sole due partite, con due sconfitte a referto, una difesa mediocre e senza Roethlisberger per questioni fisiche, la stagione degli Steelers sembrava già essere arrivata al capolinea. La trade con cui Pittsburgh ha strappato ai Dolphins Minkah Fitzpatrick in cambio di una scelta al primo giro, è stata vista nell’immediato come la più classica delle panic mode. Ad un paio di mesi, e con la stagione regolare NFL a poco più di un mese dalla sua conclusione, gli Steelers sono in piena lotta playoff, in buona posizione per accaparrarsi una wild card. Chiaro, il calendario morbido ha aiutato, ma i miglioramenti fatti registrare dalla difesa sono stati tali da rendere gli Steelers una mina vagante in una mediocre AFC. Vediamo come.

UN DOMINIO APPARENTE

Gli Steelers, pur essendo terzi per il defensive DVOA di Football Outsiders, sono una squadra nella media della Lega per quanto riguarda la difesa contro le corse (subiscono 105.2 yard su corsa a gara, esattamente a metà della classifica NFL). Mi sono onestamente stupito, perché guardando il film delle ultime partite – quelle in cui hanno realizzato il filotto di quattro vittorie consecutive – mi sono sembrati una difesa contro le corse molto più solida di quanto le cifre possano dire.

L’infortunio patito da Stephon Tuitt nella partita coi Chargers ha privato la linea difensiva di un componente chiave, ma Javon Hargrave sta facendo un buon lavoro nel sostituirlo assieme a Cam Hayward.

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Come abbiamo visto con San Francisco, anche la d-line degli Steelers tiene i defensive end molto larghi, in posizione di wide 9 (cioè allineati di fronte al tight end avversario), in modo tale da favorire la penetrazione dei linebacker nelle situazioni in cui bisogna fronteggiare le corse. TJ Watt sta facendo una stagione meritevole del DPOY (ma di lui parleremo più avanti), mentre Bud Dupree, alla sua quinta stagione tra i pro, sta finalmente rispondendo alle attese che lo avevano accompagnato in NFL dopo la scelta con la 22esima chiamata assoluta.

Hargrave e Hayward sono molto disciplinati nel loro lavoro di gap filling (cioè sanno quali varchi ostruire con la loro presenza per fermare le corse avversarie), e soprattutto sono in grado di occupare più di un o-lineman così da favorire i tackle dei compagni.

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Se mettete in pausa subito dopo lo snap, vedrete che tutti i gap della linea offensiva sono stati diligentemente occupati dai difensori degli Steelers che hanno preso vantaggio, frenando sul nascere la corsa di Gurley.

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Qui abbiamo un paio di esempi della reattività di Hargrave allo snap. Nel primo caso, il numero 79 degli Steelers si trova in posizione di 2i tech, cioè allineato contro la spalla interna della guardia (destra). I Rams corrono una outside zone, ma Hargrave è reattivo a spostarsi verso l’interno, anticipando le intenzioni di Havenstein (numero 73), penetrando nel backfield non appena parte l’azione.

Nell’altro caso, invece, il nostro è un 3 tech, cioè allineato di fronte alla spalla esterna della guardia (sempre destra, sempre Havenstein). Anche qui, i Rams corrono una outside zone verso destra; Hargrave è altrettanto reattivo a spostarsi verso sinistra, anticipando Havenstein, ma soprattutto il numero 66, Blythe, che avrebbe dovuto contenerlo, “sostituendo” la guardia destra.

Questo costringe il running back Malcolm Brown a cambiare direzione di corsa, visto che il varco in cui voleva buttarsi è stato rapidamente ostruito dal DT degli Steelers, finendo tra le braccia di Dupree. Questa azione non finirà nel tabellino delle statistiche del numero 79, che però è stato determinante.

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Discorso simile è applicabile a quest’altra situazione, con protagonista Tyson Alualu, altro giocatore scelto ad alto primo giro (dai Jaguars nel 2010). L’ex università della California è bravo a destreggiarsi nel raddoppio, riuscendo anche a schizzare tra i due giocatori dei Rams, rallentando la corsa di Darrell Henderson e facilitando il tackle di TJ Watt. A proposito di Watt…

UN CANDIDATO AL DPOY

TJ Watt sta disputando una stagione di altissimo livello, anche meglio di quella del suo illustre fratello JJ, comunque ormai ai box per tutto il resto del campionato. Watt è considerato il miglior edge defender da Pro Football Focus e, benchè chi vi scrive non apprezzi molto i voti di PFF per valutare un giocatore, è comunque qualcosa. Watt ha messo a segno ben 53 pressioni, solo 12 delle quali finora sono state unblocked (cioè banalmente era smarcato); nel 21% dei casi, inoltre, il numero 90 degli Steelers ha vinto il duello con il proprio marcatore.

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Nel primo caso, Watt è bravissimo a piegarsi mentre “gira l’angolo”, superando il right tackle con rapidità e atletismo. Nel secondo caso, ci fa vedere di possedere anche tecnica. Il suo movimento, sfoderato sempre contro il right tackle, si chiama dip & rip, e consiste nel piegarsi come abbiamo visto nel caso precedente (dip, appunto), aggiungendoci una specie di hooking con il braccio destro posto sotto il braccio destro del tackle per prendere il definitivo vantaggio (rip).

L’ex università di Wisconsin, infine, ci fa vedere che lasciare che sia un tight end a bloccarlo è decisamente mal consigliabile. Succede, tuttavia, perché Watt, come detto più su, viene impiegato nella posizione di wide 9, cioè sia allineato molto verso l’esterno, oltre il tackle (cioè davanti al tight end bloccante). Qui Jack Doyle subisce il contatto da Watt, che lo stabilisce per primo, trovando il tempo per liberarsi e costringere Mack ad allargarsi senza guadagnare una yard.

JJ Watt è un Hall-Of-Famer che ha fatto la storia della sua posizione, ma anche il fratello minore sta crescendo davvero bene.

OK, IL PREZZO È GIUSTO

Infine, ultimo ma non meno importante, bisogna parlare di Minkah Fitzpatrick, arrivato, come detto prima, agli Steelers per una prima scelta al prossimo draft. Sembrava, questa, una panic mode bella grossa: cedere una prima scelta è sempre un rischio, specie se sei una squadra senza QB titolare e destinata ad una stagione di vacche magre.

E invece, l’ex safety di Alabama ha dato una mano enorme alla difesa e alla secondaria di Pittsburgh, che è quinta in DVOA per quanto riguarda la difesa contro i passaggi.

A Miami, Fitzpatrick voleva giocare da free safety, per massimizzare le sue doti di playmaking, ma il coaching staff non era molto d’accordo, preferendolo molto più vicino alla linea di scrimmage. A Pittsburgh, invece, Minkah gioca prevalentemente a fondo campo come unica safety, dove le sue letture e le sue doti di anticipo valgono doppio, e non solo quando si parla di intercetti.

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La prima clip mostra la pick six contro i Colts, situazione in cui Fitzpatrick legge gli occhi di Hoyer, “saltando” sulla seam route di Doyle ed evitando un probabilissmo touchdown (entrando, anzi, nella endzone avversaria dopo essersi fatto tutto il campo).

Nel secondo caso, invece, relativo alla partita contro i Rams, vediamo un assaggio delle sue doti di anticipo e della sua velocità di chiusura.

L.A. usa un mesh concept, in cui i due ricevitori che corrono le tracce centrali e intermedie passano vicinissimi tra loro per bloccare – tipo pick and roll – i rispettivi marcatori, ostacolandoli (è uno schema che ha la sua massima efficacia proprio contro la difesa a uomo). Fitzpatrick, una delle due safety alte in cover 4, avrebbe potuto aiutare i suoi contro Josh Reynolds o Cooper Kupp, che sfruttano il mesh concept. Il numero 39 degli Steelers decide di rimanere contro Kupp, anticipando il passaggio e favorendo l’incompleto di Goff.

Dopo 11 giornate, il prezzo pagato dagli Steelers per l’ex Dolphins non sembra più così alto, e soprattutto la difesa ha trovato la quadra giusto in tempo per provare a portare Pittsburgh ai playoff.

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