La Serra di Huddle: note sparse dai Conference Championship

And then there were two. Ne sono rimaste soltanto due al termine dei due Conference Championship che hanno incoronato Chiefs e Buccaneers campioni delle rispettive conference. Andiamo dunque a rivedere come si sono riuscite a sbarazzare di Bills e Packers, come sempre in ordine cronologico.

Tampa Bay Buccaneers @ Green Bay Packers

No, Tom Brady non è l’MVP della partita. Ad un grande primo tempo ha fatto seguito un secondo in cui ha messo insieme un completo in più di quante sono stati gli intercetti. I tre passaggi regalati alla difesa non sono costati l’eliminazione ai suoi un po’ per le quanto mai curiose scelte del coaching staff dei Packers, di cui si è già detto abbondantemente (qui il nostro Alberto spiega cos’è andato storto nell’ultima azione del primo tempo per la difesa dei padroni di casa), e un po’ (molto) per l’eccellente partita chiamata dal defensive coordinator di Tampa Bay, Todd Bowles, e messo in pratica dai propri giocatori.

L’attacco di Green Bay ha iniziato la partita in maniera a dir poco claudicante la partita, con un gioco di corsa inesistente (costante di tutta la partita) e con un Rodgers in costante balia del front seven avversario. Sembrava quasi di assistere di nuovo alla partita di stagione regolare, con Green Bay che, salvo in pochissime circostanze e soprattutto ad inizio terzo quarto, ha trovato poco o nulla dai propri running back, mentre l’attacco dei Buccaneers è uscito dal tunnel coi lanciafiamme in mano.

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Il povero Kevin King è stato tutta la partita in balia dei ricevitori di Tampa, protagonista suo malgrado di due touchdown (il primo, di Evans, e quello di Miller allo scadere del primo tempo), oltre che della flag che di fatto ha chiuso la partita. Nel mezzo, il passaggio da 52 yard per Chris Godwin, preludio al touchdown da 20 yard di un redivivo Leonard Fournette. I tackle di Green Bay (Wagner, destro e Billy Turner, guardia convertita a tackle sinistro per la dolorosa assenza di Bakhtiari) hanno sofferto le pene dell’inferno contro gli edge rusher ospiti, tanto che Shaq Barrett e JPP sono diventati la prima coppia di difensori a mettere insieme due o più sack ciascuno dal 1995, come riportato da Pro Football Reference.

Questo sack di Barrett, però, è frutto della perfetta copertura a fondocampo dei difensori di Tampa, che si passano le marcature in maniera perfetta, togliendo ogni opzione a Rodgers.

E anche quando il sack non è arrivato, Rodgers ha dovuto sudare per non perdere yard. Nel primo caso, il tight end allineato di fianco al right tackle usa un chip block contro Barrett prima di correre la traccia, per fargli perdere ritmo e agevolare Wagner in pass pro. A collassare è la parte interna della tasca, ma Rodgers fa quello che sa fare meglio, cioè tenere viva l’azione e trovare un compagno libero. Di lì a poco, arriverà il TD di Tonyan.

Nel secondo caso, invece, è il doppio slot blitz a mettere nei guai la o-line dei Packers, con il pallone lanciato da Rodgers toccato dal difensore, che facilita l’incompleto.

Nel terzo quarto, però, la difesa di Todd Bowles ha palesemente dovuto tirare il fiato, prestando il fianco all’attacco dei Packers, che ha così potuto riaprire la partita. I padroni di casa hanno usato in più occasioni uno schema che ha pagato dividendi, almeno finchè la difesa non si è aggiustata: il mesh concept.

Il punto di forza di questo schema sono ovviamente le due tracce centrali che si intersecano e che danno il nome al gioco. Qui i Packers hanno aggiunto una sit del tight end – che si siede, per l’appunto – nella zona, e la wheel del running back. La sit di Tonyan è l’obiettivo di A-Rod nel caso del touchdown, con i linebacker che vengono tenuti impegnati dalle tracce intermedie e la safety alta che non ha tempo di contestare il pallone. Nel secondo caso, invece, a ricevere il pallone è il running back dopo la wheel.

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Grande merito della difesa ospite, però, è quello di essersi adeguata alle mosse dell’attacco. L’ultima clip si riferisce al sack nato proprio dall’ottima copertura su questo schema; Allen Lazard viene messo in movimento, in modo da far dichiarare alla difesa le proprie intenzioni (è a uomo). Tuttavia, per evitare che Devin White, numero 45, rimanga incagliato, è la safety a dargli man forte e a scendere per coprire la crossing route di Lazard. A questo punto, entrambe le tracce centrali sono impegnate, e lo stesso vale per la flat del running back, preso in consegna dal terzo linebacker.

È la prima volta dal 1961 che un quarterback lancia tre intercetti in un Conference Championship giocato in trasferta, portando a casa la qualificazione al Super Bowl: direi che questo è abbastanza per spiegare come la difesa dei Bucs sia la vera MVP della partita.

Buffalo Bills vs Kansas City Chiefs

Nel penultimo atto della stagione arriva forse la vittoria più completa della stagione per i Chiefs in termini di rendimento offensivo e difensivo.

Tuttavia, Kansas City ha, ancora una volta, inconsapevolmente seguito il canovaccio che la vuole andare in svantaggio nei primi scampoli di gara, per poi rimontare furiosamente e portare a casa la vittoria. Anche domenica è stato così, con i Bills che si sono portati sul 9-0 sfruttando anche il muffed punt di Mecole Hardman.

Da quel momento, un quasi monologo dei Chiefs che non si sono più guardati indietro. Nota di merito particolare per la difesa, con il reparto guidato da Steve Spagnuolo che è riuscito a tenere a bada il quinto attacco per DVOA, soprattutto quando contava di più, cioè sui terzi down; in stagione, i Bills li hanno convertiti con il 46%, mentre domenica solo con il 35%.

La difesa di Kansas City ha alternato tutta la sera coverage a uomo, contro cui Allen ha faticato tremendamente, e zona, con un ampio uso di cover 6 e con le safety alte particolarmente attente alle in breaking route di Diggs e Beasley (che, tra l’altro, ha raccontato di aver giocato i playoff con una gamba rotta).

Fondamentale il lavoro di Thornhill su Diggs che, una volta corsa la traccia verso il centro del campo, viene preso in consegna dalla safety che impedisce la ricezione. Hanno anche blitzato con ottimi risultati, peraltro non discostandosi troppo dai loro standard in stagione regolare (35% abbondante di frequenza di utilizzo del blitz).

Il primo è un semplice slot blitz portato dall’ottimo L’Jarius Sneed, che finge di avere compiti di coverage per poi attaccare la linea quando il right tackle è impegnato ad aiutare i compagni. Nel secondo caso, invece, abbiamo un cover 0 blitz, che sfocia in una pressione di Mathieu e un pallone allontanato per Allen.

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In partita c’è stato anche il tempo per una prima volta di cui Allen avrebbe certamente fatto a meno, un intercetto in red zone, il primo della stagione, a fronte di 25 touchdown, cioè l’azione che, di fatto, ha chiuso la partita.

Buffalo gioca una RPO, come si può vedere dall’atteggiamento della linea offensiva (un paio di linemen escono addirittura per bloccare nello spazio). Il middle linebacker cade nella finta e segue l’azione come se si dovesse sviluppare una corsa, lasciando libero la propria zona di campo. Nel mentre, Mathieu, una delle due safety profonde, si abbassa ancora di più, apparecchiando il tavolo per quella che dovrebbe essere una ricezione comoda.

Il gioco su passaggio di Buffalo è una double slant, uno dei capisaldi del sistema Erhardt Perkins tanto caro (anche) ai Bills, un gioco particolarmente adatto a battere la marcatura a uomo. Tuttavia, Breeland, che marca John Brown, è bravissimo a rimanere con lui usando le mani al limite della penalità, rendendogli impossibile la ricezione; il pallone viene deviato dal difensore e finisce nelle mani di Fenton che completa l’opera.

Le difese hanno dato la spinta necessaria a Bucs e Chiefs per superare il penultimo ostacolo dell’anno, e arrivano al massimo della forma pronte per essere decisive anche nell’ultimo atto della stagione.

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