[NFL] Week 11: Ancora ai Colts (Tennessee Titans vs Indianapolis Colts 17-24)

Agli Indianapolis Colts basta un primo tempo di netta supremazia per aggiudicarsi l’11imo scontro diretto consecutivo contro gli eterni rivali di divisione, la cui tardiva reazione, è servita soltanto ad addolcire l’amara pillola che la gente del Tennessee ingoia ormai regolarmente (due volte l’anno) dal 2011.

Entrambe le squadre, reduci da due importanti vittorie contro i Packers, si erano apprestate a questo derby in condizioni similari di forma e motivazioni ma, se per i Colts, la bye week rischiava di aver minato l’entusiasmo derivante dalla inaspettata vittoria a Green Bay di due settimane fa, il netto trionfo casalingo per 47 a 25 della settimana scorsa di Mariota e compagni, aveva convinto tutti che, per i titani, questa potesse essere la volta buona per espugnare quel Lucas Oil Stadium che dal 2008, anno della sua inaugurazione, li aveva sempre visti capitolare.

I ragazzi di Chuck Pagano però sono scesi in campo con una determinazione raramente mostrata quest’anno e, complice una prima metà di disarmante inconsistenza da parte degli ospiti, hanno trasformato quella che doveva essere una battaglia serrata, in un match a senso unico.

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Che la partita non sarebbe stata punto a punto lo si è capito già dalle prime battute; al grande anticipo di Vontae Davis, recuperato in extremis dalle noie alla caviglia, che ha obbligato i Titans ad un 3 and out al primo possesso, ha risposto un drive magistralmente orchestrato da Andrew Luck e terminato, dopo un 3rd e 13 chiuso nelle mani di Hilton, con il touchdown su corsa di Turbin.

La realizzazione del running back ha aperto le danze, confermando quanto i Colts siano letali nelle ultime yard (30 apparizioni in red zone, 21 TD e 8 FG).

I possessi successivi hanno seguito lo stesso copione con l’attacco ospite costantemente respinto dalla retroguardia bianco-blu e quello casalingo straripante nel gioco aereo, guidato da un Luck formato Brady (e non solo nel numero), fenomenale nell’affettare la difesa rivale.
I due passaggi da 49 e 50 yard per Gore e Dorsett, hanno spianato la strada alle segnature di Moncrief prima e Hilton poi, per il +14 e +21.

Marcus Mariota Titans

Il primo tempo dei Titans si riassume nell’unico drive positivo tramutato nell’ennesimo punt da Walker che, dopo aver ben ricevuto la palla che avrebbe portato i suoi alla distanza per un comodo field goal, si è abbandonato a furiose proteste per un fallo a suo favore, inducendo gli arbitri a lanciare la tanto agognata flag; penalità ottenuta, ma per unsportsmanlike conduct dello stesso TE con conseguente arretramento di 15 yard che ha portato i Titans ad una distanza dai pali eccesiva per il piede di Succop.

Con uno svantaggio di 3 touchdown maturato in meno di un quarto e mezzo, la partita sembrava aver poco altro da aggiungere e, probabilmente, buona parte del tifo di Nashville avrebbe preferito un fischio finale anticipato per manifesta superiorità, piuttosto che assistere ad un secondo tempo di questo stampo.

In situazioni come questa, serve un episodio per cambiare l’inerzia del match, e, non a caso, la reazione dei Titans è arrivata proprio in seguito all’unica sbavatura della prima frazione.

Il calcio da 3 punti fallito da Vinatieri da distanza più che abbordabile ha mostrato la prima crepa di una macchina apparsa fin lì invincibile, dando agli ospiti l’opportunità di invadere per la prima volta la metà campo avversaria, per poi convertire il catch di Murray, nei primi 7 punti dell’incontro.

Difficile dire se questa realizzazione abbia dato una scossa a una squadra sfiduciata fin dal primo “no gain” della partita, o se l’intervallo abbia portato nello spogliatoio Titans quello spirito di derby che fin lì era mancato; fatto sta che dopo la strigliata di coach Mularkey le squadre sono scese in campo nella ripresa a parti invertite.

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La difesa ospite ha trovato le contromisure per disinnescare Luck, riportandolo ad una dimensione “umana” e, la sua crescita, è stata direttamente proporzionale a quella di Marcus Mariota che, dopo un primo tempo da spettatore, è tornato lo spietato distributore di palle degli ultimi 6 incontri, nei quali, aveva registrato 17 TD e 3 intercetti.

Per riaprire l’incontro è però servita la straordinaria play action che, nel terzo quarto, ha tramutato un rognoso 3rd e 1, in un cioccolatino passato oltre la secondaria avversaria dal regista di Tennessee, e scartato da Sharpe 34 yard più in là, per il 21 a 14.

Con la partita ridotta a un possesso di distacco le certezze del pubblico di casa hanno iniziato a sgretolarsi e se l’intercetto di McCain, in perfetto anticipo su Hilton, ha provocato poco più che un brivido ai tifosi dell’Indiana, sicuramente più traumatico è stato l’ultimo drive che ha portato i Titans a giocare alla mano un 4th e 1 sulle 28 yard avversarie.

Andrew Luck, Jurrell Casey

La corsa di Murray però, è terminata ben prima della linea gialla e, con meno di 3 minuti da giocare, è bastato il terzo down chiuso da uno strepitoso passaggio di Luck per il solito Hilton (97 yard e 1 TD in 5 rec), ad impedire agli ospiti di completare quella che, per ovvi motivi, sarebbe stata apostrofata come “impresa titanica”.

Mariota ha chiuso la sua partita con un discreto 25/38 per 2 TD e 290 yard; 122 delle quali agguantate da Matthews in 9 ricezioni, mentre il suo diretto rivale ha collezionato 262 yard in 15 completi, 2 TD e 1 intercetto.

Questa vittoria permette ai Colts di incrementare il proprio record a 5-5 e a Luck di mantenere l’imbattibilità contro i nemici di Nashville (9-0 con lui in regia).

Il team di coach Pagano è ora ad una sola distanza dai Texans che però, nonostante la sconfitta di Oakland, guidano ancora la AFC South e, considerato l’ottimo ruolino negli scontri diretti e la schedule non proibitiva, restano nettamente favoriti per la corsa playoff.

I Titans (5-6) invece rischiano di aver compromesso definitivamente l’obiettivo post season perché adesso, oltre a trovarsi impantanati al terzo posto, registrano un critico 1-3 alla voce “divisionali”.
Domenica prossima voleranno a Chicago dove sarà necessario battere i Bears, per altro privi di Cutler, per tenere accesa la flebile fiammella della speranza.

I Colts invece sono attesi da un autentico tour the force che comincerà, tra 7 giorni, con la difficile sfida casalinga contro gli Steelers, contro i quali, difficilmente basterà un solo tempo ad alto livello.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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