[NFL] Week 6: San Francisco 49ers vs Arizona Cardinals 32-20

In trasferta sul campo dei 49ers vice-campioni del mondo e fra i favoriti per l’accesso al Superbowl anche per il 2013, i Cardinals sapevano che per mantenere intatte le esigue chance di successo, avrebbero dovuto limitare al minimo gli errori che avevano contraddistinto le due vittorie contro Tampa Bay e Carolina. I rossi di coach Arians sono invece riusciti a regalare ben quattro volte il pallone ai californiani che naturalmente hanno ringraziato, portato a casa, e si sono giustamente aggiudicati la sfida interna alla NFC West per 32-20.

Vernon Davis, Jerraud Powers
Vernon Davis riceve over the shoulder

Ad onor del vero, i 49ers non sono stati quella impressionante macchina schiacciasassi vista soprattutto lo scorso anno, ma dopo le due sconfitte in fila con Seattle e Indianapolis, è arrivata la terza doppia W consecutiva, un buon “brodino” per restare ad una sola distanza dai Seahawks che giovedì faranno visita proprio ai Cardinals.
Un Kaepernick decisamente sotto tono nelle ultime gare, dopo aver demolito la difesa dei Packers nel turno di apertura, ha riscoperto il passing game lungo, sfruttando al meglio la curiosa decisione del coaching staff dei Cardinals di far coprire un super atleta come Vernon Davis da una safety fisica ma un po’ in là con gli anni e non certo atletica come Yeremiah Bell. Risultato: otto ricezioni per 180 yard e due mete grazie a due “deep ball” da 61 e 35 yard.
Il resto del gruppo dei ricevitori dei 49ers è stato pressochè nullo (sui terminali non chiamati Davis, Kaepernick ha completato 8 passaggi per 72 yard) in parte perché Boldin è l’unico WR che possa fare dei veri danni nella NFL, in parte per l’ottima difesa dei Cardinals che, ricezioni di Davis a parte, ha fatto faticare i 49ers per ogni yard guadagnata. Vero, Gore è andato oltre le 100 yard (101 per l’esattezza in 25 portate) ma ben ottanta di queste sono arrivate nel secondo tempo, quando il reparto di coach Bowles ha terminato la benzina a forza di restare sempre in campo contro un attacco fisico come quello dei cercatori d’oro.
Se con i lanci Kaepernick ha fatto i veri danni, grazie anche ad alcuni passaggi veramente pregevoli, sulle corse l’ex regista di Nevada è stato invece contenuto alla grande dai Cardinals che hanno sì concesso una corsa da 17 yard ma per il resto il quarteback col numero 7 ha strappato appena 1 yarda in tre portate. Pedine fondamentali nel rushing game sono stati soprattutto i due tackle Staley e Anthony Davis mentre all’interno i 49ers hanno faticato ad aprire varchi, anche se la fortissima guardia Iupati ha deliziato i tifosi di casa con alcuni blocchi spettacolari.

La difesa locale beneficiava del rientro del fenomeno Patrick Willis e ha dominato la parte iniziale del match grazie ai pasticci combinati dal regista ospite Palmer. Poi, verso la fine del primo quarto, un errore del secondario permetteva a Fitzgerald di involarsi verso la meta dopo una galoppata di 75 yard e in realtà nel secondo ma soprattutto nel terzo quarto, la difesa dei californiani faticava contro un attacco tutt’altro che trascendentale come quello dei Cardinals. Ma proprio quando il momentum sembrava essersi spostato verso gli ospiti, ecco il colpo a sorpresa della grande squadra; il fumble causato da un placcaggio di Willis su Fitzgerald che, unito al touchdown sul drive seguente di Kendall Hunter, consegnava la partita ai padroni di casa.
Mai dominante contro un rushing game piuttosto asfittico, la difesa dei 49ers si è rifatta con la pass rush che ha visto come protagonisti il veteranissimo Justin Smith ed il rookie Lemonier, l’unico a mettere a segno un sack (pesante tra l’altro visto che ha portato ad una safety in favore dei 49ers). E per un team che non sa se e quando riavrà il re dei sack Aldon Smith, l’esplosione di Lemonier è sicuramente una novella lietissima. Il secondario ha inflitto due intercetti a Palmer (molto per demerito del regista ex Raiders) ma ha anche concesso ai Cardinals quasi 300 yard di lancio, dunque nel complesso una giornata così così: all’ottima prova del cornerback Rogers e del nuovo astro nascente della difesa Red and Gold, la safety Reid, hanno fatto da contraltare le prove non esaltanti di Tarell Brown (che si è anche mangiato un intercetto clamoroso) e di Whitner.

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Larry Fitzgerald, Tarell Brown
Larry Fitzgerald in ricezione acrobatica

La prova dei Cardinals è invece da bicchiere mezzo pieno, e l’analisi della loro performance dipende dai punti di vista. L’esame Candlestick Park è stato brillantemente superato dalla difesa; dopo i disastri iniziali dell’attacco, i Cardinals sono rimasti in partita grazie al reparto guidato sul campo da Washington e Dansby che addirittura nei primi due drive in cui i 49ers sono arrivati dentro le dodici dei Cardinals, ha concesso appena 3 punti. Poi è iniziato il Vernon Davis show, e anche la difesa ha imbarcato acqua. Nel terzo quarto però il reparto di coach Bowles ha ricominciato a pungere, salvo poi crollare nel finale quando non è riuscito ad arginare il drive eterno di San Francisco (18 giochi, 89 yard e quasi otto minuti e mezzo consumati sul cronometro), culminato con la meta di Hunter che ha di fatto spaccato in due il match.
A parte la prova insufficiente in copertura di Bell, messo però in una posizione non congeniale dal coaching staff, è difficile trovare una prestazione negativa di un difensore, a partire dalla coppia Dan Williams e Campbell che ha reso difficile la vita ai 49ers sulle corse interne, per proseguire con gli inside linebacker Daryl Washington e Dansby che sembravano dappertutto. E il secondario, trascinato da Mathieu e Patrick Peterson, non è stato da meno. Il primo ha confermato di essere una delle grandi scommesse vinte, almeno per ora, dal coaching staff dei Cardinals (il ragazzo aveva un talento da first round ma è stato scelto solo al terzo per i troppi problemi “off field” che avevano costretto il coach di LSU Len Miles ad allontanarlo dal team) mentre il secondo ha letteralmente annullato un cliente scomodo come il grande ex Anquan Boldin.

L’attacco dei Red Birds ha invece fatto e disfatto a piacimento, ma gli errori sono stati molti di più delle giocate positive. I due intercetti subiti da Palmer nei primi dieci minuti di gioco portano il totale delle palle consegnate agli avversari a nove nelle ultime quattro partite. E il fumble perso da Fitzgerald è il dodicesimo turnover nel medesimo periodo di tempo. E la cosa è ancor più grave perchè gli errori sono venuti da due atleti che hanno ben dieci anni di esperienza ciascuno. “Credo che stanotte non riuscirò a chiudere occhio” è stato il commento a fine gara di uno sconsolato Fitzgerald “ho messo in crisi i miei compagni. Mi piacerebbe tornare indietro. Il momentum era dalla nostra parte e in partite tirate come questa non puoi fare errori. Non ci sono scusanti”.
Poi naturalmente non tutto è da buttare: quando infliggi 400 yard alla difesa dei 49ers a domicilio, malissimo non sei andato. E infatti l’attacco del team ospite ha giocato nella terza frazione probabilmente il miglior football di questo primo quarto di stagione, Mendenhall e soprattutto il rookie Ellington hanno guadagnato terreno con regolarità e Palmer dopo l’inizio da incubo, ha comunque terminato 25 su 41 per 298 yard con due touchdown e due intercetti. Il regista da USC ha distribuito palloni a ben nove terminali offensivi diversi, nonostante la pressione costante della difesa dei 49ers che ha messo in grande difficoltà soprattutto il tackle Sowell, assolutamente non all’altezza di un match così difficile.

Corey Lemonier, Carson Palmer
Corey Lemonier al sack

Proprio l’incapacità dell’ex Colts nel contenere la pass rush dei californiani generava il primo punto di svolta in un match che in tutto il primo quarto vedeva i team chiudere due primi down. Quello significativo era però quello dei Cardinals che, sotto 0-6 per i due field goal generati dagli intercetti di Palmer, ribaltavano la situazione grazie alla ricezione di Fitzgerald il quale agguantava il pallone mentre due defensive backs dei 49ers si scontravano fra loro, e segnava la meta del 7-6 dopo 75 yards di corsa.
In avvio di secondo tempo Kaepernick veniva a sua volta “pizzicato” da Bell a mezza yarda dalla meta di Arizona ed i Cardinals recuperavano sì il pallone ma erano con le spalle al muro. E sul terzo e otto il rookie Lemonier irrideva il povero Sowell e atterrava Palmer in end zone per la safety del sorpasso. L’azione del rookie aveva il potere di risvegliare i 49ers il cui vantaggio passava rapidamente da +1 a +8 grazie alla grandissima ricezione di Vernon Davis da 61 yards.
I Cardinals però non ci stavano e si riportavano sotto: il lancio perfetto di Palmer a Golden, da poco passato in prima quadra dalla practice squad, e poi la bellissima corsa da 15 yards in meta di Ellington, rimettevano infatti Arizona in carreggiata. Al two minutes warning però arrivava una nuova doccia gelata per i ragazzi di Arians: ancora la premiata ditta Kaepernick-Davis confezionava il TD pass del 22-14.

In tutto il terzo quarto però i 49ers collezionavano due “tre e fuori” mentre i Cardinals giocavano in attacco un grande football: i lanci di Palmer e le corse di Mendenhall portavano gli ospiti sulle 10 dei padroni di casa, dove lo stesso Palmer trovava Floyd per il touchdown del 22-20. E quando, poco dopo, i Cardinals si ritrovavano primo e dieci sulle 31 dei 49ers sembrava che l’inerzia fosse passata tutta dalla parte degli ospiti. Invece su un secondo e dieci Palmer trovava Fitzgerald che placcato da Willis sulle 23 avversarie, perdeva l’ovale recuperato da Reid.
In pratica il match si chiudeva qui, anche perché nel drive seguente San Francisco consumava 8 minuti e mezzo e segnava la meta del 29-20, mentre i Cardinals facevano poker nel conteggio dei turnover grazie al fumble perso dal runner Alfonso Smith ed alzavano definitivamente bandiera bianca.

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