NFL Preview 2022: Miami Dolphins

Sarebbe troppo lungo, adesso, riassumere tutto quello che è successo ai Miami Dolphins dallo scorso 9 gennaio e dall’ennesima esclusione dai playoff. Ne abbiamo avute davvero di ogni, e sono state raccontate con dovizia di particolari e commenti, qui su Huddle e dappertutto. Per cui, per stavolta, niente riassunto delle puntate precedenti.

Tocca a Mike McDaniel, adesso. Come Tua Tagovailoa e tutti quelli prima di lui si sono subito trovati di fronte al macigno dell’aspettativa de “il nuovo Dan Marino” anche tutti quelli prima del nuovo head coach dei Miami Dolphins si sono subito dovuti misurare, come lui, con l’aspettativa de “il nuovo Don Shula”. E questo fa capire quale siano i sentimenti dei tifosi in una città che continua ad amare parecchio la sua squadra di football e che continua ad inanellare progetti falliti, uno dopo l’altro, dopo l’altro, dopo l’altro.

E adesso, è il momento di giocarsi la frase di rito: “quest’anno, però, è diverso”. Probabilmente scritta in parecchie altre preview stagionali, continua però ahinoi a riassumere benissimo la curiosità (e, ovviamente, il malcelato entusiasmo) che galleggia ancora attorno a questa squadra. Allora, lasciamo da parte le dichiarazioni su cosa è diverso e vediamo in dettaglio cosa aspettarci dai Miami Dolphins 2022.

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OFFENSE

Terron Armstead, Tyreek Hill, Chase Edmonds, Matt Applebaum, Connor Williams, Alec Ingold, Raheem Mostert, Cedric Wilson, Frank Smith, Sony Michel. E, ovviamente, Mike McDaniel. Attorno a tutti questi nuovi arrivi ruotano molte delle speranze di assistere ad una rivoluzione nell’attacco dei Dolphins. Rivoluzione che, viste le cifre e le prestazioni dello scorso anno, è quanto mai auspicabile. Al di là di tutte le storie ‘extra-campo’ di cui tanto si è parlato, è l’incapacità di dare un assetto (e un coaching staff) stabile all’attacco che è costata il posto a Brian Flores.

Mike McDaniel porta una visione e una filosofia precisa, e su questa base il General Manager Chris Grier ha impostato tutta l’offseason dei Dolphins. Ricevitori in grado di creare separazione e generare guadagni dopo la ricezione. Uomini di linea forti ed esperti in grado di stabilizzare un reparto chiave e di agevolare la necessaria crescita dei tanti giovani scelti al draft negli ultimi anni. Runners versatili e veloci, capaci di smarcarsi, di correre e di ricevere e di sfruttare gli spazi. Un fullback, non un reperto di altri tempi, ma uno di quelli forti, ad evidenziare quale sia il mantra di questo nuovo corso. E un coaching staff coeso agli ordini del nuovo Offensive Coordinator Frank Smith, vera e dirompente novità rispetto al recente passato, unito in una direzione e su una filosofia comune. Il tutto, con lo scopo di assecondare, supportare e sfruttare i punti di forza di Tua Tagovailoa, che sarà il perno indiscusso di questo nuovo reparto.

Funzionerà? L’inizio della preseason non ha fornito molti indizi, con gran parte dei titolari tenuti fuori. Ci vorrà probabilmente un po’ di tempo, il cambio di rotta rispetto al passato è stato radicale e dovrà essere assimilato per bene, ma il modo in cui i vari pezzi sono stati scelti e messi insieme è motivo di ottimismo. Il talento di sicuro non manca nell’attacco dei Dolphins 2022, e la fiducia dei tifosi si mescola alla curiosità nell’attesa del momento in cui si inizierà a vederlo all’opera.

DEFENSE

Il discorso per la difesa è diametralmente opposto. Una delle prime mosse di McDaniel è stata quella di confermare Josh Boyer come suo Defensive Coordinator, con il chiaro obiettivo di toccare il meno possibile una difesa che nella gestione Flores è stato il vero traino della squadra, e che dovrebbe continuare a farlo ancora, quantomeno finchè l’attacco non avrà assorbito del tutto i suoi nuovi compiti. Non tutto lo staff di Boyer è stato confermato ma l’ossatura è rimasta (con il ritorno di Sam Madison e Patrick Surtain in veste di allenatori della secondaria come ciliegina sulla torta e musica per le orecchie dei tifosi). Unica incognita: l’assenza di Flores, che le mani nella difesa le sapeva mettere e le metteva eccome, peserà in termini di inventiva e di gestione?

Stiamo per scoprirlo. In ogni caso, non tutto è rimasto uguale e mosse importanti sono state fatte anche qui. La conferma di Emmanuel Ogbah e il rinnovo/ristrutturazione del contratto di Xavien Howard garantiscono la permanenza a Miami dei due giocatori più forti della difesa dello scorso anno. E la scelta di investire la prima pick del draft (ancorchè giunta solo al terzo giro) sul linebacker Channing Tindall testimonia la volontà di sistemare per bene il settore “meno forte” del reparto difensivo. Se la curva di crescita di Jaelan Phillips, Jevon Holland e Brandon Jones continuerà sulla falsariga dello scorso anno allora i tifosi possono stare… abbastanza tranquilli.

Quell’”abbastanza” è riferito alla profondità. La preseason ha purtroppo levato di torno Trill Williams, principale candidato al ruolo di quarto cornerback, e il perdurare dell’assenza di Byron Jones per l’intervento chirurgico di marzo rende ancora più evidente la carenza di alternative alle spalle dei titolari in secondaria (ma non solo). La firma di Mackensie Alexander va in questo senso, ma la cosa va tenuta d’occhio. Se gli infortuni iniziassero a colpire (sgrat sgrat) qualche nodo potrebbe venire al pettine.

SPECIAL TEAM

Il kicker Jason Sanders è stato confermatissimo e rinnovato, e ci sta tutto. Al posto di un ondivago Michael Palardy adesso c’è Thomas Moorstead, uno dei punter più esperti in circolazione. Nello special team ci sono molti cambiamenti, come è logico ad ogni inizio a stagione, con i rookie che sgomitano per trovare posto, chi è andato e chi è arrivato, e il coaching staff (con Danny Crossman confermato come coordinatore) che deve assemblare ogni anno un reparto quasi da zero.

Quello che semmai spicca è l’indeterminatezza nei due ruoli di ritornatore. Se nelle prime depth chart ufficiali i nomi indicati sono quelli di Tyreek Hill e Raheem Mostert, con Jaylen Waddle come prima alternativa, è chiaro a tutti che quei giocatori sono troppo importanti per rischiarli nel ritorno di punt e kickoff, anche se sarebbero magari le opzioni migliori. Il fatto è che alle spalle non è (ancora) emerso un nome chiaro designato al ruolo, com’era Jakeem Grant qualche anno fa. Quindi… attendiamo fiduciosi.  

COACHING STAFF

Il cambio fra Brian Flores e Mike McDaniel non avrebbe potuto essere più netto. Uno difensivo, l’altro offensivo; uno serio e taciturno, l’altro aperto e scherzoso; entrambi votati al lavoro ed appassionati al gioco ma gestori di uomini in modi diversissimi fra loro. McDaniel, come detto, ha seguito due approcci diversi nella costruzione del suo staff. Quanto in difesa è stato attento ad alterare gli equilibri il meno possibile, intervenendo solo in quei reparti in cui gli allenatori precedenti se ne erano andati, tanto in attacco ha quasi completamente azzerato la situazione preesistente, installando uomini di sua fiducia, uniti intorno a principi e filosofie di gioco comuni. E la cosa più evidente, rispetto al passato, è come molti di loro abbiano specifiche esperienze pregresse on la linea offensiva: Matt Applebaum, ovviamente, il nuovo OL coach proveniente dallo stesso ruolo a Boston College, ma anche Frank Smith, il nuovo OC, e lo stesso McDaniel. Sintomo evidente di come i cronici problemi dei Dolphins nella linea offensiva debbano essere risolti anche con lo sviluppo dei tanti giovani già a roster e non solo con l’acquisizione di Terron Armstead (che, intendiamoci, va comunque benone).

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Record previsto: 10-7 (copiato e incollato dall’anno scorso in modo ignorante)

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

L’attacco è rivoluzionato rispetto allo scorso anno, molte cose buone sulla carta, ma va visto in campo. La difesa, sempre sulla carta, è migliorata rispetto allo scorso anno, incognita è se l’assenza di Flores possa incidere. Anche per il coaching staff sulla carta tutto ok, ma da verificare alla prova dei fatti.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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