NFL Preview 2020: Houston Texans

Dopo aver conquistato la AFC South per la quarta volta in cinque anni e aver sconfitto i Bills nel round delle Wild Card, i Texans si sono dovuti arrendere allo strapotere dei Chiefs che poche settimane più tardi si sarebbero laureati campioni NFL; fino a questo punto tutto avrebbe fatto pensare ad una più che buona stagione, se non fosse che durante la offseason la squadra di Houston è diventata lo zimbello della fanbase e dei media.
Il proprietario Cal McNair ha licenziato a giugno il GM Brian Gaine, consegnando il comando di tutto il personale al coach O’Brien: si, proprio quell’O’Brien che qualche mese prima si era divertito a sciupare un vantaggio di 24 punti su Mahomes e compagni grazie a scelte, diciamolo in maniera elegante, discutibili. Però, l’acrobazia principale dell’O’Brien show arriva durante la offseason, quando decide di mettere in piedi uno degli scambi più incomprensibili della storia dello sport USA: Hopkins, uno dei tre migliori ricevitori della lega, viene mandato ai Cardinals in cambio del running back David Johnson, della scelta al secondo giro del draft 2020 (Ross Blacklock defensive tackle) e infine vengono scambiate le scelte al quarto giro. Il premio di O’Brien per tutto ciò? Una bella promozione.

Il veliero condotto dall’imprescindibile Watson ha ancora abbastanza talento da potersi imporre nuovamente al comando della division; nel caso in cui ci riescano rimane sempre il solito interrogativo: riusciranno ad andare oltre il divisional round e solcare mari mai visti prima?

OFFENSE

deshaun watson texans chiefs

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Dopo anni e anni di lavoro i Texans sono riusciti a migliorare la linea offensiva che, d’ora in poi, ci si augura che non faccia altro che crescere: le scelte dell’anno passato Tytus Howard e Max Scharping si sono guadagnati il posto da titolari garantendo prestazioni di livello e l’aggiunta di Laremy Tunsil non ha fatto altro che mettere una toppa importante in un reparto snobbato per troppo tempo.
Il primo a beneficiare di tutto questo è ovviamente Watson che, entrando nel quarto anno di NFL, si può ormai considerare un quarterback d’élite: subendo 18 sack in meno rispetto al 2019 è riuscito a costruire 64 touchdown nelle ultime due stagioni, di cui 52 su lancio. La prossima stagione non potrà fare affidamento sul suo bersaglio preferito, Hopkins per l’appunto, e riguardo LA trade sembra essere riuscito a mantenere un profilo basso sui social e nelle interviste, anche se negli ambienti più vicini a lui si è parlato di tanta frustrazione. Il quarterback dovrà ora concentrarsi sulle altre, velocissime, frecce rimaste: Fuller, Cooks e Stills sono stati tutti in grado di correre i 40 in 4,3 secondi. Watson non ha mai potuto godere appieno di questo arsenale soprattutto a causa della cagionevolezza di Fuller che gli ha fatto saltare 14 partite negli ultimi due anni, 5 nel 2019, ma quando c’è i Texans partono in media con 6 punti in più. Inoltre bisogna monitorare la situazione di Cooks che, pur avendo chiuso 4 stagioni consecutive con più di 1000 yard ai Rams, viene da un’annata con il record negativo di 42 ricezioni e una commozione celebrale, che però gli ha fatto saltare “solo” due partite.

Il nuovo arrivato Randall Cobb, dopo la stagione a Dallas in cui ha ricevuto 55 lanci per 828 yard, sarà probabilmente utilizzato nella slot per le ricezioni nel mezzo del campo.
Capitolo tight ends: Fells e Akins l’anno scorso hanno totalizzato, insieme, 70 ricezioni per 759 yard e 9 touchdown. Il primo, data la sua statura che supera i 2 metri, è un bersaglio formidabile in end zone, ad Akins saranno quindi affidate le ricezioni sul corto raggio, utili a sbrogliare situazioni complicate.
Il gioco di corsa si baserà anche quest’anno sulla staffetta. Con la partenza di Hyde sarà tutto in mano alla Johnson & Johnson: no, non mi riferisco alla nota società farmaceutica, bensì a Duke e David Johnson. Le aspettative non sono certamente delle più rosee, soprattutto se pensiamo che il secondo ha avuto la “sfortuna” di aver fatto parte della trade di cui sopra: dovrà essere molto bravo e caparbio a trasformare l’incudine che avrà in mano ad ogni portata nel più classico sferoide prolato.

DEFENSE

houston texans

Un reparto che l’anno scorso ha chiuso la stagione al 25° posto contro le corse e al 29° contro i lanci, ha senza dubbio bisogno di essere migliorato, anche perché ad aprile uno dei giocatori più importanti, Reader, è andato a Cincinnati: il ruolo da nose tackle è stato quindi occupato da Brandon Dunn.
Watt, che a marzo ha spento 31 candeline, l’anno scorso ha giocato solo 8 partite a causa di un infortunio al muscolo pettorale, mettendo a referto 4 sack. La più grande speranza della difesa è che rimanga sano e in forma come nel 2018 quando chiuse la stagione con 16 sacks. Questi ultimi sono stati un punto dolente per i Texans, perché se nel 2018 la pass rush era riuscita a metterne a segno 43, l’anno scorso il numero è crollato a 31, per cui urge trovare una soluzione al più presto. Come prima cosa è stato rinnovato il contratto di Whitney Mercilus, secondo miglior pass rusher che ha guidato la squadra con 7,5 sack, poi la prima scelta è stata spesa per Ross Blacklock, che si andrà ad aggiungere ad un gruppo di giovani rusher che promettono bene: Omenihu, Martin ed Ejiofor.

La vera forza della difesa dei Texans è nei linebacker, che fortunatamente torneranno a settembre ognuno al proprio posto: Mercilus e Scarlett esterni, McKinney e Cunningham interni. Per quanto riguarda Cunningham, viene dalla sua migliore stagione dopo che gli è stata affidata la copertura dei tight ends e dei runningbacks, mentre invece McKinney si è rivelato davvero efficace contro le corse.
Dopo che l’anno scorso furono aggiunti i cornerbacks Roby, Conley, Hargreaves e Johnson Jr, scelto nel secondo giro, in questa offseason si è data poca importanza al reparto: l’unica new entry è John Reid scelto solamente al quarto round. La scelta di O’Brien di non confermare le safety Gipson e Addae ha fatto si che Justin Reid fosse l’unico del ruolo ad avere il posto assicurato; bisogna aggiungere però che durante la free agency sono stati messi sotto contratto Murray, Watkins e Thomas, giocatori che hanno comunque passato la quasi totalità della carriera a fare da backup.
Come ogni anno a Houston, se i defensive backs non miglioreranno la copertura, sarà inevitabilmente un’altra stagione di passione, a meno che la pass rush non faccia un significativo balzo in classifica.

COACHING STAFF

Nel reparto offensivo sarà, molto probabilmente, Tim Kelly ad assumersi il compito del play calling, scelta ovviamente condivisa e promossa dal coach/general manager/mega direttore galattico O’Brien che, una volta diventato padrone dell’universo Texans, ha deciso di passare la mano anche nelle chiamate difensive ora in mano ad Anthony Weaver, già allenatore della linea difensiva. Questi cambiamenti possono essere forse un’ammissione di colpa?

Record previsto: 9-7

[review]

I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

La trade di Hopkins rischia di essere una bomba a doppia esplosione per O'Brien, a giugno e anche a dicembre, nel caso in cui i Texans non riuscissero a conquistare i playoff: la situazione vede due coordinatori che per la prima volta si troveranno a chiamare gli schemi, ricevitori claudicanti e un runningback nuovo che l'anno scorso ha messo in statistica solo 9 partenze da titolare; la difesa l'anno scorso è stata terribile ed è meglio che trovi una soluzione al più presto perché il meteo prevede delle grosse grandinate fin dai primi giorni di settembre. L'unica certezza rimane Watson, che se non sarà obbligato a fare i salti mortali, potrà garantire ai tifosi di Houston un'altra maglietta celebrativa della division.

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Massimiliano Poli

Nato a Montecchio (RE) il 5 gennaio 1993, studente di Giurisprudenza presso la facoltà di Modena, appassionato di football americano, NFL, NCAA, ex giocatore e cittadino sotto ogni cielo.

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