Wild Card 2021: le pagelle della domenica

Si arriva al succo della stagione e cambiano ovviamente le mie pagelle. Nei voti non vengono più prese in considerazione le aspettative ma solo la prestazione. Voto anche alla giornata e alle singole gare oltre che alle squadre. Più combattute e spettacolari sono più alta è la valutazione (qui quelle di sabato).

LA DOMENICA: VOTO 5

Di tre partite solo una è stata combattuta. Bilancio inevitabilmente negativo. Anche perché pure quella combattuta non è stata particolarmente bella, per quanto abbastanza avvincente.

Buccaneers – Eagles 31-15 (4,5)

Partita che prende subito la direzione dei Buccaneers lasciando pochissime speranze agli Eagles. Philadelphia trova un paio di acuti solamente nel finale quando ormai non c’è più trippa per gatti.

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Tampa Bay 8

I Buccaneers mettono subito in chiaro chi sono i campioni in carica. Stabilizzano il gioco di corsa e annullano quello dei rivali. La gara è in discesa già dai primi due drive. Prendono il largo nel terzo periodo con l’inossidabile asse Brady-Gronkowski. Il numero 12 perde però importanti pezzi della linea d’attacco e con l’andare della partita sente la pressione degli Eagles, che riescono a mettergli le mani addosso in più di un’occasione. Il solco scavato in ogni modo non richiede particolari giocate da parte dell’immarcescibile Tom. Nel finale la difesa si prende un paio di serie di riposo dopo aver zittito brutalmente Philly in precedenza.

Philadelphia 4,5

Se la squadra meno attrezzata è anche quella più incline a sbagliare, i pronostici della contesa diventano difficilmente ribaltabili. A Philadelphia servirebbe un miracolo, la partita perfetta per avere la meglio sui campioni NFL in carica. Non si verifica. Penalità letali affossano le possibilità migliori in avvio (alcune parse veniali, a dirla tutta). Il problema però sono i drop, i passaggi fuori misura, i punt non controllati, le difficoltà a fermare le corse dei Bucs. La difesa si assesta prima dei compagni dell’attacco. I punti sul tabellone sono comunque troppi oramai. E quando anche gli Eagles iniziano a metterne siamo quasi in garbage time. Sirianni ha fatto un ottimo lavoro, il passo successivo è capire se Hurts può andare oltre. In questo momento direi di no. E’ mancata pure la capacità di coinvolgere adeguatamente Devonta Smith prima che i buoi fossero scappati.

Cowboys – 49ers 17-23 (6,5)

Dallas 5

Una quantità abnorme di penalità. Indisciplina che è impossibile non pagare nei play-off. Poi per carità, quell’ultimo gioco doveva essere gestito diversamente ed è un crimine contro il buon football vedere una partita tra queste due squadre finire in quel modo. Ma Dallas se l’è giocata malissimo. L’attacco in una delle sue giornate storte, con le corse che funzionano per un periodo di tempo estremamente contenuto e i passaggi che sentono la mancanza di Gallup (il prof Prunotto l’aveva preannunciato a Scusate il disturbo) visto che Wilson ne combina parecchie. Anche se la stagione regolare poteva aver avuto una spinta da un calendario piuttosto agevole, qualcosa di meglio in un’annata simile avrebbero dovuto produrlo. Un plauso alla difesa, per essere riuscita a registrarsi dopo un pronti-via da incubo che faceva presagire all’ennesima batosta del fine settimana. Al contrario Parsons e soci sono riusciti tutto sommato a mettere le briglie anche al famigerato gioco di corsa di San Francisco.

San Francisco 7

Prima parte di gara che fa ben sperare e su cui i Niners devono costruire il loro prosieguo. La concussion di Bosa è un duro colpo da gestire. La sua assenza dal secondo quarto in avanti ha inciso. Nella seconda frazione si è inceppato anche l’attacco e Garoppolo non può permettersi svarioni clamorosi (non solo lui eh) come quelli visti in Texas se vuole sperare di andare oltre il Lambeau Field e strizzare l’occhio al prossimo contratto. Una piccola nota su un paio di scelte di Shanahan. Ho apprezzato il non cercare il quarto down ad ogni costo quando c’è ancora moltissima partita davanti e mettere punti in cascina male non fa. Certo se l’avesse conquistato avrebbe potuto ampliare il divario e rendere l’ultimo drive di Dallas inutile. Ma nonostante la bellezza di questa frase ipotetica, piantare 3 punti in più ha consentito ai Niners di obbligare Dallas a giocare con il cartello dell’ultimo chilometro sempre un po’ più in là e proprio in quell’ultimo drive i Cowboys potevano solo tentare di segnare un touchdown. Giusto invece cercare di convertire il quarto nel finale per tagliare la testa al toro.

Chiefs – Steelers 42-21 (4,5)

Elidendo il primo tempo si ottiene la partita che ci si aspettava. Sì perché non ci si immaginava potesse esserci storia e tant’è, non c’è stata. Ah, e non che quell’inizio di gara di cui sopra sia stato spettacolare. Anzi, un festival del punt impreziosito dal temperamento della difesa degli Steelers.

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Kansas City 7,5

Impiegano un quarto a carburare. Poi ne giocano due alla vecchia maniera, prima di ritirarsi nelle loro stanze ed attendere avversari più probanti. E i Bills domenica a mezzanotte e mezza lo saranno sicuramente. La difesa contro l’attacco di Pittsburgh è ingiudicabile per mancanza di prove. Mahomes fatica nei 15 minuti iniziali quando deve calibrarsi soprattutto sui tempi a disposizione. Hill è ancora una appendice e non il protagonista che deve essere per correre fino in fondo. McKinnon l’ennesimo coniglio nel cilindro di Andy Reid. Sia chiaro, non è un signor nessuno. I tifosi di Minnesota ne hanno visto i lampi di potenzialità. Quelli di San Francisco il duro scontro con la realtà, ammanettata dalla sfortuna di due terribili infortuni consecutivi. Da sano può dare più di Edwards-Helarie e Williams. L’abbiamo visto nella wild card. Campanello d’allarme: Hughes preso di mira da Big Ben è potenzialmente un tallone d’Achille. Il touchdown pass di Kelce è di una bellezza stordente.

Pittsburgh 5

Molto di più non potevano fare. Gli Steelers sono stati questi tutto l’anno (o quasi tutto l’anno). Se poi in attacco cade anche il tuo miglior giocatore (primo fumble di Harris)… Precipitare è semplicemente più rapido rispetto a quanto non sia già scritto. La difesa ci mette tutto l’orgoglio che ha e tiene quei quindici minuti che servono a Mahomes e Reid per studiare le dovute contromisure. Rendono meno amara l’ultima partita di Big Ben con un po’ di punti messi in fila nel garbage time.

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