I Bears cadono ad Atlanta (Chicago Bears vs Atlanta Falcons 24-27)

Tra Bears e Falcons si riduce tutto ad un intercetto che avviene nei minuti finali, sugli ultimi giri di lancette, quelli che fanno aumentare la pressione a dismisura e che in questo gioco rivelano sempre la verità.

Justin Fields “sporca” la sua buona prestazione con un pick evitabile in quella circostanza, forse infastidito dal dolore alla spalla sinistra dopo i tackle subiti nell’ultimo drive mentre cercava il colpo del KO. Fields viene toccato duro in un paio di occasioni, una delle quali decisamente al limite. Sente male e le smorfie di dolore sono visibili anche dal divano di casa, quindi può starci che il giovane atleta salvi la faccia anche per questa domenica nonostante le L nel lato delle sconfitte dei Bears si ammassino senza sosta.

Questi Bears giocano fino alla fine, si spremono oltre i propri limiti, ma alla chiusura del sipario risultano essere sempre “corti”. Tante sconfitte incassate con solo un possesso di svantaggio sono un dato importante, significativo, perchè a questa squadra manca quasi sempre quell’ultimo passo per compiere l’impresa (perchè vincere oggi è un’impresa…).

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Il sistema di gioco offensivo di Chicago ha avuto un’evoluzione naturale che è avvenuta cucendo un sistema addosso a Fields e allacciandoglielo molto stretto alle scarpe, in modo tale da non farlo slegare. Luke Getsy ha fatto del suo per portare un attacco senza forma a stabilirsi sul campo con costanza e senza quell’atteggiamento arrendevole che c’era fino a ieri. Oggi il futuro ha un’espressione differente, e questo lo si deve di certo allo sviluppo di un attacco che sta imparando a gestirsi, a crescere, a dialogare permettendo a tutti di dire la loro opinione.

Poi rimane il fatto che l’ultima parola la metta Fields, con le sue corse e le sue intuizioni così istintive da ricordare le movenze di un felino mentre caccia.

Fields è il futuro, eppure c’è sempre quella malalingua di troppo nei suoi confronti. Come la teoria delle sue yard su corsa volutamente pompate dai Bears per rendere il ragazzo più appetibile nella prossima sessione di mercato. Come se oggi ce ne fosse bisogno…

“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, diceva Spiderman. E Fields queste responsabilità sembra aver voglia di caricarsele tutte sulle spalle. A noi che siamo di parte basta questo, non serve andare oltre per ora.

Una domenica in cui il football ci ha fatto divertire, sebbene il risultato non sia dalla nostra. Quando si vede una difesa, per quanto rimaneggiata, combattere sui palloni riuscendo a contenere il Kyle Pitts di turno, o meglio ancora riuscendo a mettere in imbarazzo un certo Cordarrelle Patterson fino al punto di fargli droppare il pallone, si può dirsi soddisfatti anche se si perde. In tutto questo spicca un Jaquan Brisker sontuoso.

E poi c’è quel gesto alla Superman di Cole Kmet, che slaccia il mantello e vola a prendere un lancio diabolico di Fields ricordando un Michael Jordan allo Slam Dunk per bellezza estetica ed espressione in movimento.

Solo che Jordan era da solo sul parquet davati a lui libero; Kmet invece aveva l’uomo alle costole che gli ha pure fatto sentire la botta mentre afferrava l’ovale con immensa maestria!

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Una sfida equilibrata è stata vinta dai Falcons, abbastanza cinici e determinati. Chicago perde e ora rischia di perdere anche il suo QB che verrà valutato nei prossimi giorni per il nuovo problema alla spalla. Forse in questa Week 11 Chicago fa un passo indietro sul piano del gioco, ma dopo quanto visto nelle uscite ci può stare. Un passo “avanti” è invece quello in ottica draft, perchè la sconfitta di ieri crea un minimo di separazione in più dalla parti dei bassi fondi e in Illinois è innegabile che il pensiero sia già dentro a quella busta che verrà aperta dal Commissioner nel giro di qualche mese.

alex cavatton firma area 54

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