Lovie Smith è il nuovo head coach degli Houston Texans

Gli Houston Texans hanno sorpreso tutti in questa offseason esonerando successivamente al Black Monday il proprio capo allenatore David Culley, assunto appena un anno prima dei Baltimore Ravens, nonostante avesse di fatto intrapreso da pochissimo un processo di rebuilding. Il nuovo head coach proviene dall’interno dato che è stato promosso il defensive coordinatore Lovie Smith.

Questa scelta ha francamente sorpreso in tanti poiché scegliendo di licenziare Culley cosi all’improvviso sembrava che l’intenzione dei Texans fosse di continuare il proprio rebuilding con un capo allenatore che potesse seguirli più a lungo nel tempo dato l’età avanzata, sessantasei anni, di Culley. Nick Caserio, il general manager dei Texans, ha tentato di ricreare l’ennesimo tentativo di Patriots lontano da New England. La prima scelta del manager è stata quella di portare in Texas il LB coach dei Patriots, nonché defensive coordinator in pectore, Jerod Mayo ma la sua candidatura è sparita ben presto dai radar quasi sicuramente per un rifiuto da parte del coach. Subito dopo si erano create le condizioni per assicurarsi Brian Flores in seguito al suo licenziamento da Miami. Flores è un altro prodotto da New England in cui ha servito come defensive coordinator prima di Mayo e rientrava perfettamente nell’idea di Caserio. Nel frattempo quest’ultimo si era mosso anche sui profili di Josh McCown e Jonathan Gannon ma erano parsi fin da subito candidati di secondo piano, con il primo probabilmente cercato come possibile offensive coordinator. Poi è successo quello che è successo nella querelle Flores-Giants e la candidatura di questo è saltata mandando all’aria il programma creatosi in quel di Houston. Presi per la gola, dovendo trovare una soluzione, si è arrivati a Lovie Smith. Curioso come l’assunzione di Smith sia andata leggermente completamente contro alla tesi sostenuta da Flores contro la NFL: assunzione di un coach di minoranze che ottiene la sideline per la terza volta in carriera.

Detto che è a tutti gli effetti una scelta di ripiego, non possiamo assolutamente dire che Smith sia un profilo di basso livello. Anzi. NFL Coach of the Year nel 2005 con i Chicago Bears con cui arrivò al Super Bowl poi perso contro gli Indianapolis Colts di Peyton Manning e Tony Dungy, suo mentore in quel di Tampa Bay per cinque anni quando di fatto iniziò la sua carriera in NFL. Prima dell’esperienza ai Buccaneers ha allenato al college per una quindicina di anni specializzandosi come linebackers coach viaggiando tra Big Sandy High School, Cascia Hall Prep, Tulsa, Wisconsin, Arizona State, Kentucky, Tennessee e Ohio State. Il salto ai Buccaneers sotto la guida di Dungy gli permetterà di spiccare poi il volo verso St. Louis dove con i Rams raggiungerà un Super Bowl come defensive coordinator del team prima di ottenere il ruolo di capo allenatore ai Bears dove si fermerà per nove anni. Con un record di 81-63 ed un’ultima stagione con record di 10-6, terminata tuttavia in calo dopo il 7-1 iniziale, ma terzo posto in division arriva la divisione tra le due parti. Dopo un anno sabbatico ottiene il ruolo di capo allenatore di Tampa Bay, ritornando di fatto dove la sua carriera NFL era iniziata, ma i risultati sono tutt’altro che buoni e con un record di 8-24 la sua esperienza si conclude dopo appena due stagioni. Al termine di questa stagione nel 2016 torna al college football, nell’Illinois che tanto gli ha voluto bene nel suo stint a Chicago, divenendo head coach degli Illinois Fighting Illini (questo nome mi gasa sempre). Non avendo l’Illinois University un programma di football di alto livello, i risultati sono stati quel che sono stati con la vittoria più importante ottenuta nel programma da parte di Smith che è stata quella contro l’overall sei del ranking Winsconsin Badgers nel 2019 per 24-23. Per capire l’importanza dell’arrivo di Smith ad Illinois basta citare che dopo il suo annuncio come capo allenatore, nel 2016 l’università vendette più di duemila biglietti stagionali e 400 biglietti stagionali per studenti in più rispetto all’anno precedente. Terminata l’esperienza al college rientra come associate head coach e defensive coordinator degli Houston Texans. Ed ecco qui.

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Smith è un personaggio molto amato dalla stampa e dai giocatori in virtù del suo modo di lavorare e del suo modo di rapportarsi. Smith ha una madre cieca a causa del diabete e per questo è un attivo sostenitore della ADS, l’associazione americana contro il diabete. Lui e la moglie hanno inoltre fondato un programma che permette di aiutare i ragazzi disagiati che non avrebbero accesso a spazi educazionali o insegnamenti di vita. E’ una scelta pertanto che troverà parecchia accondiscendenza all’interno dell’organizzazione Texans, terra tra l’altro natia dello stesso Smith.

A livello di defensive coordinator il curriculum di Smith è di altrettanto altissimo livello. Basta prendere per esempio il suo ultimo, ed unico al momento, anno a Houston dove con una difesa di scappati di casa – passatemi il termine – è riuscito a mettere a referto un totale di 25 takeaways, decimo nel ranking di categoria NFL, intercettando di fatto il 3% dei tentativi di passaggio contro il suo team.

A livello di coaching staff l’assunzione di Smith porta a molti meno scossoni rispetto a quello che ci sarebbe potuti aspettare con un nuovo head coach. Con Tim Kelly che ha salutato la compagnia, il ruolo di offensive coordinator è stato assegnato a Pep Hamilton che dopo un gran parlare di lui in questo ruolo in qualsiasi nuovo staff NFL dell’anno ha poi ottenuto il ruolo proprio a Houston. Nello staff offensivo entrerà anche l’ex offensive coordinator di Grambling State Ted White anche se ancora non è chiaro il suo ruolo all’interno. Come Special Team Coordinator ci sarà Frank Ross mentre per il ruolo di defensive coordinator c’è da fare ancora chiarezza. Parrebbe che i Texans non abbiano intenzione di trovare un coordinatore ma di assegnare in pectore questo ruolo ad un coach difensivo secondario, un po’ come succede ai Patriots tra Belichick e Mayo. Le chiamate difensive continueranno a rimanere di proprierà di Lovie Smith.

Difficile leggere questa assunzione da parte di Houston perché è stata talmente raccapezzata che nessuno ha idea di cosa potersi aspettare. Dovremo aspettare agosto per capire qualcosa di più. quel che è certo è che Smith sarà chiamato a continuare una rebuilding iniziata appena un anno fa e che probabilmente non sarà lui a portare a compimento nei prossimi anni.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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