Minnesota avanza, Chicago indietreggia (Chicago Bears vs Minnesota Vikings 22-29)

Quarta vittoria stagionale per i vikinghi del Minnesota, terza in casa dove rimangono ancora imbattuti. I Vikings di Kevin O’Connell tengono il ritmo ed infilano il terzo successo consecutivo dopo quelli su Lions e Saints; Chicago continua a cercare la sua strada, che per ora rimane oscurata dalla solita nebbia autunnale.

Partita a senso unico con i ragazzi in viola che allungano il passo fino al 21-3 a pochi minuti dall’intervallo, ma David Montgomery, rientrato dall’infortunio, prova a metterci una pezza accorciando col touchdown del 21-10. L’offensiva Bears risulta fin qui smarrita e inefficace mentre l’ex di turno, Ed Donatell, con la sua difesa banchetta sulle esitazioni della Fields & Co.

Ma una buona difesa ritrova la sua forma nel terzo periodo di gioco e rimette Chicago sui binari: Velus Jones Jr. e il solito Cairo Santos apparecchiano la rimonta con un parziale di 9-0 che rivitalizza gli orsi. I Bears vedono la rimonta materializzarsi con un altro calcio di Santos, ma nelle fasi finali capitan Kirk mostra un pò di orgoglio e riprende il controllo del veliero sostenuto dalle giocate pulite di una linea offensiva abbastanza solida. Touchdown Vikings che arriva con pazienza e con rigore, poi conversione da 2 punti buona: contro sorpasso 22-29. 

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A questo punto, Justin Fields è chiamato al tavolo per dimostrare che quel trade up abbia avuto un senso. Sebbene Fields si addormenti sul più bello perdendo un fumble colossale, per sua fortuna recuperato dai compagni, un lancio pulito per Ihmir Smith-Marsette sulla fascia tiene in vita Chicago. Solo che l’ex ricevitore dei Vikings sente il dovere di strafare e in un’azione ne combina di ogni: prima evita Cameron Dantzler mandandolo a vuoto, poi decide di cercare un extra guadagno di yard in quella fase non necessario, infine un risentito Dantzler si rialza lo recupera e gli strappa il pallone dalle mani con la facilità di rubare le caramelle a un bambino. Partita finita, vittoria Vikes.

Difficile imputare colpe a Justin Fields in questo frangente, lui il passaggio lo aveva liberato in modo pulito e lo aveva completato; qui però siamo davanti ad un qualcosa di inspiegabile perchè un ricevitore che sbarca nella NFL a fronte di migliaia che non raggiungeranno mai questo obiettivo prestigioso, non può farsi fregare come un pivello in quella maniera. Non siamo davanti al kicker del caso che sbaglia un calcio da poche yard, magari uno dei pochi errori che possono e devono essere tollerati; qui siamo davanti ad una valutazione totalmente errata da parte di chi ha deciso di inserire un giocatore così scarso e impreparato a fronte di un momento così importante all’interno della sfida. Quanto messo in mostra dal povero Ihmir Smith-Marsette altro non è che uno spettacolo impietoso e per questa decisione di voler puntare solo ed esclusivamente su anonimi sconosciuti i Chicago Bears meritano di perdere tutte le loro partite da qui alla fine dell’anno. Magari col pick alto al prossimo draft un ricevitore buono lo prenderanno… e non importa se Darnell Money ha completato una ricezione da antologia, perchè non esistono highlights di squadra con i quali elevarla e metterla in risalto.

Partendo dal concetto che tra i roster di Minnesota e di Chicago ci sia in mezzo un abisso, ben riassunto nei record di 4-1 e 2-3 a favore della Purple Nation, resta un quesito insidioso da risolvere: i Bears sono tornati a galla perchè Minnie ha abbassato la guardia forte del suo vantaggio rassicurante o Chicago è stata realmente brava nel reagire?

Personalmente, nulla volendo togliere ai Bears, sono più per la prima soluzione perchè Chicago non convince e questi half-game blackout sono troppo evidenti e si presentano sempre con puntualità. Una squadra forte e convinta gioca per 60 minuti, non per 20/25.

I Vikings vincono, ma non convincono ancora del tutto. Un dettaglio che da anni ha attanagliato le legioni del Nord e che a Minneapolis nessuno si sente di trascurare nonostante la vetta della divisione sia abbastanza al sicuro grazie anche allo scivolone dei Green Bay Packers contro i Giants.

Cousins riesce a sfruttare al meglio le caratteristiche di un fenomenale Justin Jefferson, mentre Dalvin Cook è il solito carro armato che veicola con grande sicurezze il gioco terrestre. Preoccupa un pò quel rientro in campo in cui i Vikings hanno preso sotto gamba la partita e questo è grave perchè oggi contro i Bears te la cavi, domani contro gente più tagliata ti fai male. L’augurio per loro è che la soglia di attenzione possa reggere per l’intera durata degli incontri; solo in questo modo i Vikes potranno dire la loro fino infondo.

Per Chicago un’altra domenica che lascia più dubbi che certezze. Si passa dal nulla cosmico al gioco totale di attacco e difesa per poi finire nell’inspiegabile.

La sola certezza da queste parti è che i buchi da riempire siano molti di più di quelli che pensavamo. 

alex cavatton firma area 54

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