[NFL] Week 17: Psicodramma a Landover (New York Giants vs Washington Redskins 19-10)

Il kick-off nel tramonto di Landover cela diverse motivazioni per le due squadre in campo. I New York Giants non avevano più nulla da chiedere a questa stagione, quantomeno a quella regolare, e affrontavano la partita contro i Washington Redskins consapevoli del loro posto ai Playoff. Washington dal canto suo andava cercando una vittoria per arrivarci alla Post Season, sperando fondatamente non ci fosse un pareggio nella successiva partita tra Green Bay e Detroit.

Sul campo però vediamo qualcosa di antitetico: New York gioca con più concentrazione, con un Paul Perkins in buone condizioni fisiche e reagisce meglio agli stimoli, soprattutto in linea difensiva, soverchiando quella offensiva di Washington. Ben McAdoo si concede qualche esperimento di play calling in attacco, ma la solidità della difesa genera comunque il vantaggio di 3 a 0 alla fine del primo quarto.

Al contrario Washington sembra reagire meno bene soprattutto in difesa; i linebacker si allineano con colpevole ritardo su ricevitori di Eli Manning mostrando poca prontezza e il nervosismo che sarà filo conduttore di tutta la gara.
Prima della fine del primo quarto c’è anche il tempo per vedere un incredibile sack di Landon Collins, chiaramente il giocatore difensivo dell’anno a parere di chi vi scrive.

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Odell Beckham Jr Giants

La telenovela Norman-Beckham raggiunge intanto nuovi picchi: il giocatore ex Carolina provoca il ricevitore dei Giants che abbastanza saggiamente evita il contatto fisico. Tra le scaramucce c’è anche una penalità abbastanza stupida per il DB di Washington alla vigilia del primo touchdown della partita, segnato da Rashad Jennings durante i primi 5 minuti del secondo quarto.

Nel resto del primo tempo si sviluppa il nervosismo Skins: molto spesso i lanci di Kirk Cousins sono fuori sincrono con i suoi ricevitori. Agitazione, drive inconcludenti, palla resa ai Giants: questo il filo conduttore di una partita che nella prima metà sembra contenere tutta sé stessa. Nella paciosità di New York e nell’isteria di Washington si inizia a ipotizzare quanto poco edificante per i tifosi di casa sarà il secondo tempo.

Per fortuna degli 80000 di Landover, a New York non importa nulla di vincere la contesa. Ne è l’ennesima prova il fatto che giochino il primo possesso (dominato) del secondo tempo su quattro tentativi. A 15 yard dalla End Zone di casa, Eli lancia su un quarto e due in maniera abbastanza incomprensibile – se non per allenarsi ai Playoff. La deviazione è di Mason Foster per l’incompleto che salva i Redskins.

Al momento di capitalizzare, però, Cousins lancia un intercetto terribile. Poco prima, e siamo a circa metà del terzo quarto, Pierre Garcon aveva guadagnato 49 yard nella migliore giocata della partita. Dominique Rodgers-Cromartie però interrompe il drive anticipando un ricevitore avversario a ridosso della sua End Zone; tutto da rifare, ma i Giants sono davvero scombussolati e non guadagnano più terreno. I pellerossa trovano i primi tre punti, quindi, sperando di avere un’altra occasione per segnare un touchdown.

Ce l’hanno subito dopo. Cousins converte eroicamente due terzi down; il secondo è addirittura da 17 yard, il quarterback trova ancora Garcon che prima di essere placcato da Collins percorre 21 lunghezze. A quel punto nel copione c’è scritto che il numero 21 deve arrabbiarsi: unsportsmanlike conduct, palla a una yard dal pareggio.

Jordan Reed segna l’ultimo TD della sua stagione. Tutti in piedi a Landover, nell’approcciare della sera sul pareggio si sogna quello che per differenza di motivazioni doveva essere stabilito già prima del calcio d’inizio.

New York Giants_Redskins_Football_Reed

Lo scherno si materializza però poco dopo sotto spoglie non proprio attese. McAdoo getta nella mischia Tavarres King, receiver da Georgia con 7 target in carriera. Sì, in carriera, non in stagione. 7 target in due anni. Però il piccolo Manning lo trova per spezzare in due il campo e guadagnare le 44 yard che portano Robbie Gould in raggio da field goal.

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Sul 13-10 a 2 minuti dal termine della stagione, ancora Rodgers-Cromartie salta davanti a Pierre Garcon per intercettare il secondo pick di Cousins. Lancio molle, lento, perfetto riassunto della serata psicologicamente instabile di Washington.
Scende la notte sul Maryland e sui sogni capitolini. Trevin Wade riporta in End Zone lo strampalato tentativo finale degli avversari, dettando il 19-10 finale al triste tabellone casalingo.

Chissà come interpreteranno quel tabellone i Giants. È palese che siano andati a Landover con tutte le intenzioni tranne quella di vincere. Anzitutto hanno regalato a Odell Beckham la possibilità di arrivare a 100 ricezioni in stagione, in faccia all’avversario di una vita. Poi hanno dato la palla a Perkins e gli hanno chiesto di dimostrare loro che è meglio di Jennings. Fatto. Infine hanno aperta la borsa degli esperimenti, simulando situazioni possibili ai Playoff, come quel quarto down. Sono anche riusciti a travestire King da David Tyree.
Tutto troppo liscio, non credibile. L’analisi migliore che possano concedersi è valutare l’avversario.

Avversario che, con tutto da perdere, si è sfaldato. Su queste pagine avevamo annotato una certa solidità per questi Redskins, che nella parte centrale di stagione erano addirittura favoriti per raggiungere i Playoff. Il sistema di gioco di Jay Gruden era stabile, non stravinceva ma garantiva unione d’intenti e impiego cosciente delle risorse in campo. La precedente vittoria proprio sui Giants lo aveva testimoniato, le altre contro Vikings, Eagles e Packers avevano addirittura fatto sognare.

Sogni spezzati in una serata psicologicamente instabile a Landover, nella quale bastava una vittoria contro una squadra senza stimoli per qualificarsi ai Playoff. E nella quale i Redskins sono venuti fuori per quello che sono: un gruppo di persone ben lontane dall’essere una squadra.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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