Il riassunto di Week 6 NCAA

Lineare come lo può essere un weekend di college football è andata agli archivi anche week 6 di regular season, quella che avevamo definito dei primi verdetti e che come immaginato ci ha dato qualche informazione in più sullo stato attuale di alcune squadre.

Prima di analizzare le partite più importanti di week 6 però una carrellata di vittorie in infradito: LSU si è conferma il miglior attacco della nazione rifilandone 42 anche a Utah State (Joe Borrow sta riscrivendo i record della ateneo), Oklahoma facile con Kansas come da pronostico, Jonathan Taylor batte Kent State (se non vince quest’anno l’Heisman lui per i RB non c’è speranza),  5 TD di Ian Book nella vittoria di  Notre Dame con Bowling Green (aspettando sempre che simili prestazioni arrivino quando conta veramente), Penn State facile con i resti di Purdue mentre Georgia dopo l’inizio incerto si sbarazzata di Tenneessee senza alcun pudore.

Auburn-Florida era la partita della settimana, quella da cui speravamo di ricavare informazioni più attendibili sul prossimo futuro di due atenei partiti con buoni prositi ma di cui era difficile capire il reale valore ad inizio stagione. I dubbi sulla continuità di Trask ad alto livello erano legittimi, giova ricordare che l’attuale starting qb dei Gators è stato un back-up fin dal suo secondo anno all’high-school, e la sfida con i Tigers era vista un po’ da tutti come il primo snodo fondamentale di questa nuova versione del team di Dan Mullen. Il campo ha confermato che questi Gators sono meglio di quelli imprevedibili guidati da Franks e che nella SEC East bisognerà fare i conti anche con loro. Ad impressionare ancor di più del nuovo condottiero di Gainsville è stata però la difesa capace di cancellare dal gridiron l’attacco di Malzahn e del fenomeno Bo Nix, alla peggior partita della sua giovane carriera. Florida promossa a pieni voti, Auburn rimandata al prossimo big match.

Pubblicità

Da rivedere, nonostante la vittoria, i Wolverines. Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dal 10-3 con cui si è conclusa la sfida, un risultato, come intuibile, arrivato grazie ad una prova difensiva di altissimo livello impreziosita dai numerosi turnover forzati che hanno vaporizzato ogni tentativo di rimonta degli Hawkeyes. L’attacco ha invece ancora una volta deluso e Patterson non è parso sempre lucidissimo nelle scelte, probabilmente poco aiutato da un play-calling che non ne esalta le caratteristiche. Iowa male in attacco e tradita da Stanley che arrivato ad Ann Arbor senza aver ancora lanciato un intercetto ha finito la partita con tre pick vanificando ogni tentativo di rimonta dei suoi. Resta il dato politico: con questa offense Michigan è destinata a soffrire anche quando la difesa gioca come sabato. Dubbi, dubbi e ancora dubbi.

Problema contrario, rispetto a Michigan, per Texas che alla fine riesce ad avere la meglio dei Mountanieers ma dimostra di avere ancora tanto da sistemare in difesa nonostante proprio due intercetti abbiano, di fatto, consegnato la partita ai ragazzi di Herman. L’impressione è che la D dei Longhorns abbia nelle sue corde il big play ma manchi totalmente di continuità ed attenzione, due caratteristiche indispensabili per competere ad altissimo livello.

Chi invece continua a vincere e convincere è Ohio State, ad oggi miglior squadra della nazione. In week 6 Michigan State si è dimostrato il primo test attendibile (finalmente!) e Justin Fileds per la prima volta non è sembrato arrivare direttamente da Marte anche se dopo l’inizio incerto ha saputo cambiare maricia guidando i suoi alla vittoria supportato dalle 172 yard di JK Dobbins e una difesa che ha concesso all’anemico (già di suo) attacco di Michigan State un totale di 10 punti. Per Dantonio ed i suoi Spartans il ritornello resta sempre lo stesso: grande difesa e attacco incapace di trovare la endzone. Così è difficile giocarsela contro le grandi squadre.

Trentatreesima partita consecutiva con almeno un TD pass per Justin Herbert che a metà dell’ultima frazione ha trovato il lancio decisivo per la vittoria di Oregon dopo una partenza difficile, il vantaggio di Cal, e un primo tempo chiuso a zero. Da salvare solo laW, unica nota positiva in un pomeriggio in cui i Ducks non sono riusciti a giocare il loro football, concetto ripreso dallo stesso Herbert in conferenza stampa: “It wasn’t our brand of football”

Discorso speculare per Washington che però oltre a non essere riuscita ad esprimersi ai livelli consueti ha dovuto incassare la seconda sconfitta stagionale, arrivata ancora una volta contro un unranked team. Stanford ha vinto la battaglia su tutti i fronti: in attacco nascondendo il pallone agli Huskies grazie alle super prestazioni di Scarlett (157 yard) e Mills mentre in difesa regalando un pomeriggio da incubo ad Eason che ha chiuso la sfida con 181 yard 1 INT ed un fumble. Miglior prestazione dell’anno per i Cardinals, dati già per spacciati anche dal sottoscritto e che invece oggi sono la prima inseguitrice dei Ducks nella North Division. Incomprensibili gli Huskies a cui manca la continuità necessaria per poter pensare di impensierire Oregon.

Si ferma a 19 la striscia di vittorie nella AAC di UCF che dopo aver perso l’imbattibilità con Pitt due settimane fa è stata sconfitta nuovamente, questa volta nella rivalry-game con Cincinnati. Brutta partita per Gabriel che ha chiuso con 297 yard 1 TD e 3 INT il secondo dei quali si è trasformato nel pick-6 che ha indirizzato definitivamente il match. Grande prestazione, soprattutto difensiva per Cincy che dopo gli ultimi due blowout subiti contro i Black Knights, in cui aveva concesso 51 e 38 punti, è riuscita ad imporsi mettendo oltretutto fine ad una striscia infinita di sconfitte contro ranked team. UCF ha pagato a carissimo prezzo l’inesperienza di Gabriel. Top 25 a rischio.

Chiudiamo il recap di week 6 segnalando le vittorie di Iowa State su TCU, di Pitt con Duke, di Texas Tech su Oklahoma State e quella in triplo OT di SMU che resta imbattuta. Per rispetto ed amicizia mi astengo dal commentare la scempio dei Canes del nostro Guido Semplici che dopo aver recuperato 28 punti di svantaggio, guadagnato 200 yard in più degli avversari e segnato 3 TD in 4 minuti sono riusciti a perdere contro Virginia Tech. Tieni duro amico mio.

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.