La Serra di Huddle: è la difesa la vera forza dei 49ers

Seconda puntata della rubrica di Huddle Magazine a cura di Michele Serra che punta ad analizzare l’andamento di giocatori e squadre. La seconda uscita è dedicata ai San Francisco 49ers, alla loro incredibile difesa.

E alla fine ne rimasero due. Ormai alla boa di metà stagione, il numero delle squadre imbattute si conta su… due dita, e sono una per conference. Se non possiamo essere stupiti da quanto stanno facendo i Patriots, normale amministrazione, di ben altro rilievo è il 6-0 con cui i San Francisco 49ers hanno iniziato la loro stagione.

Certo, Garoppolo sta giocando una buona stagione, e Kyle Shanahan ha messo le proprie impronte su tutto l’attacco. Ma è la difesa il reparto veramente stupendo. O forse no, viste le risorse spese dal management in termini di scelte al draft negli ultimi anni.

L’EREDITÁ DI BAALKE

I 49ers hanno licenziato l’ex GM Trent Baalke ormai più di due anni fa, ma è indubbio che il suo impatto sulla squadra attuale sia tangibile, in particolare nella linea difensiva. Il suo curriculum al draft è tutt’altro che invidiabile, ma i vari Buckner, Armstead, Ronald Blair e la safety Jaquiski Tartt sono perni del reparto guidato da Robert Salah, nonché scelte del precedente management.

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È anche merito loro se la difesa è in cima a moltissime categorie statistiche: dai semplici punti subiti a partita (10.7, secondi dietro i quasi storici Patriots); yards per per play (4.2, sempre secondi dietro a New England); DVOA (secondi); touchdown su corsa subiti (primi a pari merito), nonché l’adjusted sack rate, altra statistica di Football Outsiders che tiene conto dei sack (e le penalità di intentional grounding) in relazione ai passaggi tentati dai QB avversari, down, distanza da percorrere per chiudere lo stesso, posizione di campo e avversario.

San Francisco ha costruito un front seven esclusivamente con scelte al draft, eccezion fatta per il linebacker Kwon Alexander, arrivato in free agent dai Bucs con un contratto da 54 milioni per 4 anni, peraltro più che onorato finora.
I defensive linemen tendono a lasciare molto spazio tra loro per facilitare le penetrazioni e le letture dei linebacker, sempre molto attivi contro le corse.
Ovviamente, la capacità dei d-linemen di San Francisco di vincere i duelli individuali o di impegnare due avversari alla volta, facilita il compito dei difensori al secondo livello.

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Nel primo caso, ciascun difensore nel front seven è bravo ad occupare il gap a lui designato, favorendo il tackle di Alexander. Nel secondo caso, invece, la penetrazione dei defensive tackle costringe Gurley a “rimbalzare” verso l’esterno, dove Fred Warner lo placca prima che possa prendere velocità.

Solomon Thomas, Arik Armstead e De’Forest Buckner – tra gli altri – si dividono gli snap come defensive tackle, con i primi due che hanno la rapidità per poter giocare sull’esterno (nascono infatti come edge rusher). Avere giocatori così reattivi al centro della linea è raro.

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Qui Buckner (numero 99) è bravissimo nel lavoro di read and react, cioè, banalmente, capire cosa sta succedendo e agire di conseguenza. Si accorge che Conner è uscito dal backfield ed è pronto per ricevere uno screen, abbandona l’uno contro uno con la guardia sinistra e, prima che Conner si getti nello spazio, lo ferma con un tackle. Se capire le intenzioni del running back degli Steelers è metà del lavoro, un placcaggio del genere nello spazio non è comune per un defensive tackle.

Lo stesso discorso vale per Thomas e Armstead, che spesso rappresentano un problema per gli interior linemen avversari.

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Qui Thomas, numero 94, è in posizione di 2i tech, cioè è allineato di fronte alla spalla interna della guardia (sinistra), Jamil Demby. Demby però esce a bloccare per la corsa, e quindi tocca al centro Brian Allen prendere Thomas in consegna.
L’ex Stanford però è troppo veloce, e già allo snap riesce a prendere il vantaggio sul giocatore dei Rams quasi come un edge rusher che “gira l’angolo” contro un tackle. Risultato: sack.

Un giocatore che sta decisamente stupendo è il MLB Fred Warner. Scelto al terzo giro del draft 2018 sostanzialmente come riserva di Reuben Foster, tagliato poi a novembre dello scorso anno, l’ex BYU è un ottimo linebacker sideline-to-sideline, cioè sa muoversi da una parte all’altra del campo leggendo in anticipo le situazioni.

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Nel primo caso, il numero 54 dei 49ers è in marcatura a uomo contro Darrell Henderson, running back dei Rams. Goff non trova opzioni di passaggio, e quindi si deve accontentare di un checkdown (il passaggio in extremis per il RB di turno quando i ricevitori non sono raggiungibili) per Henderson. Warner però non ha aspettato lo sviluppo dell’azione, ma ha iniziato fin da subito ad avvicinarsi al suo uomo, che si è aperto nella flat; in questo modo, Goff è costretto a buttare il pallone fuori dal campo: anche se avesse raggiunto il suo bersaglio, verosimilmente sarebbe l’attacco avrebbe perso yard perché Warner era già pronto al placcaggio.

Nel secondo caso, invece, segnala alla difesa di aprirsi per fronteggiare l’eventuale consegnato ad OBJ (che nel frattempo si era spostato dalla sua posizione originaria). Così infatti avviene, e Warner e pronto a fermarlo leggendo bene le sue intenzioni.

RESIDUI DI LEGION OF BOOM

Ovviamente è un titolo iperbolico, la Legion Of Boom è difficilmente ripetibile, però c’è sicuramente un po’ di Seattle anche in questi 49ers. A partire dal defensive coordinator Robert Saleh, che ha impostato la sua difesa con la cover 3 tanto cara ai Seahawks, di cui è stato il defensive quality control coach, e con cui ha vinto anche un titolo, ma non mancano anche tracce di cover 4 e 6. La forza della secondaria è quella di saper mascherare le intenzioni per sorprendere gli attacchi avversari, come in questo caso.

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La secondaria dei 49ers sembra effettivamente disposta secondo una cover 2 (due safety a zona e due cornerback a uomo) e la difesa in nickel package (cinque defensive back). In realtà, appena parte lo snap, lo slot corner K’Waun Williams lascia il suo (apparente) ruolo per portare un blitz assieme a Kwon Alexander, e una delle due safety alte scala a uomo per marcare lo slot receiver lasciato momentaneamente libero da Williams.

Menzione d’onore anche per Richard Sherman che, nonostante l’età non più verde e gli infortuni, entrando nella settima giornata del campionato aveva concesso solo il 46% di completi verso di lui.
Allego un paio di esempi di situazioni in cui mostra ancora una velocità di chiusura più che ottimale.

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Dopo anni deludenti, i 49ers sembrano essere pronti a tornare protagonisti, con la creatività di Shanahan da una parte del campo, e con una difesa attrezzata per competere, dall’altra.

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