Preview della finale NCAA tra Georgia e TCU

Il college football NCAA, dopo quello che è accaduto la notte di capodanno (QUI per il riassunto), si prepara ad incoronare la sua prossima regina in una partita che, già da subito, ci da diversi spunti interessanti: Georgia, in cerca di un back-to-back che nessuno è mai riuscito a fare nell’era dei playoff, affronterà TCU per la quale parlare di Cinderella a questo punto, oltre che sbagliato, è quasi offensivo.

Del cammino di queste due squadre abbiamo già parlato diffusamente in questi due articoli (QUI per Georgia e QUI per TCU), in questo caso ci occuperemo solo di raccontare quelle che, secondo noi, saranno le chiavi della partita.

Chiavi della partita

Ciò che probabilmente ha dato a TCU la possibilità di battere una difesa come quella di Michigan è stata la capacità di segnare punti in fretta grazie all’esplosività dei propri playmaker e la sagacia tattica di Sonny Dykes ma soprattutto, e questo ha sorpreso tutti, la facilità con cui le Horned Frogs hanno ammassato rushing yard su una difesa che era risultata tra le migliori nel fermare le corse. Per ripetere questa impresa anche contro Georgia ci sarà bisogno di uno sforzo maggiore, considerando anche lo status del RB Kendre Miller, sostituito degnamente da Demercado in semifinale, in dubbio per un infortunio al ginocchio patito proprio contro i Wolverines. Una grossa mano al running game di Coach Dykes la da il QB Max Duggan che rappresenta una minaccia costante e tiene “onesta” qualsiasi difesa per la sua capacità di correre: senza Miller, TCU dovrà fare ancora di più affidamento sul proprio leader tecnico e spirituale.

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La caparbietà con cui Duggan gioca è commovente, in questo caso non si fa impressionare dalla pressione e fa uscire la palla con la tempistica perfetta per permettere a Barber di camminare in endzone.

Sulla qualità dei ricevitori di TCU non credo nessuno abbia più un dubbio, il match-up che è interessante da seguire è quello fra Quentin Johnston e la secondaria dei Bulldogs. Considerando la partita che questo ragazzo ha fatto contro Michigan e le difficoltà, ormai palesi (502 e 348 le yard concesse “per aria” contro LSU e OSU), dimostrate nelle ultime uscite dai defensive back di Georgia, ci aspettiamo che l’esterno del campo diventi presto un punto di enfasi per l’attacco dei texani. I WR di Ohio State hanno banchettato in semifinale (almeno fino all’infortunio di Marvin Harrison Jr.) e TCU presenta qualità simili in questo ruolo, dove la squadra di Kirby Smart potrà essere più efficace è nell’azione di disturbo verso Duggan, che è bravo ma non è equipaggiato per fare la stessa partita che CJ Stroud ha fatto contro Georgia.

Anche i Bulldogs hanno un “acciaccato” eccellente nel tight end Darnell Washington che è fondamentale per il running game di Todd Monken come bloccatore e rappresenta una minaccia anche come ricevitore. Insieme a Brock Bowers forma una coppia di giocatori straordinari e la sua assenza sarebbe un duro colpo per l’attacco di Georgia soprattutto in redzone e per le situazioni di corto yardaggio. L’attacco dei Bulldogs è predicato sull’equilibrio tra corsa e passaggio, l’efficacia dell’una influisce sulla riuscita dell’altro e Monken è bravissimo a sfruttare la doppia minaccia con play action continue. In questo senso è stato fondamentale recuperare due speedster come Adonai Mitchell e Arian Smith che, con la loro velocità, danno al playbook tutto un altro sapore: tra loro due, Bowers e Kenny McIntosh (RB a cui piace ricevere anche fuori dal backfield) c’è solo l’imbarazzo della scelta per Stetson Bennett. L’attacco di UGA ha la facoltà di giocare una partita più “aperta” quando il running game latita come dimostrato contro Ohio State nel secondo tempo, ma non è certo il terreno ideale per i Bulldogs, a maggior ragione contro un attacco esplosivo come quello di TCU.

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Arian Smith in HS è stato campione statale in Florida nei 200 metri e secondo classificato nei 100. Si vede?

Pur subendo 45 punti, la difesa di TCU (una 3-3-5 molto aggressiva) è stata impeccabile in semifinale ma ha anche beneficiato di qualche regalo di troppo da parte di JJ McCarthy ed è probabile che Bennett non sarà altrettanto generoso, diventa quindi cruciale per le Horned Frogs stoppare le corse dei Bulldogs in tutti i modi possibili, accorciare i drive e rendere la partita uno shoot-out in pieno stile Big 12 come contro Michigan per dare ogni possibilità all’attacco di segnare punti velocemente e sperare che UGA non tenga il passo.

Per Georgia l’obiettivo finale è esattamente l’opposto: imporre il running game, tenere il più possibile fuori dal campo Duggan e Johnston e sfiancare la difesa di TCU con drive lunghi e logoranti per colpire al momento giusto mettendo in moto i TE, soprattutto, e i WR sul profondo. I bookmakers di Las Vegas danno fiducia ai Bulldogs fissando lo spread del punteggio a 12,5 punti (in diminuzione rispetto ai 14 punti con cui hanno aperto le scommesse) e l’over/under a 62,5. Quello che è certo è che TCU non andrà K.O. al primo colpo come dimostrano le 10 partite (su 14) finite con un distacco di 10 punti o meno in questa stagione, Georgia dovrà giocare al massimo delle proprie forze per ripetersi come campione nazionale.

La leggenda dell’HypnoToad e un titolo nazionale che manca dal 1938 contro l’ineluttabilità e la storia dei Bulldogs. Non vediamo l’ora.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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