Super Bowl LVI: Le pagelle

Ultime pagelle di un anno di NFL meraviglioso. La stagione 2021 ci ha regalato sorprese incredibili che non dimenticheremo, soprattutto nei play-off. Eccoli allora gli ultimi voti dell’anno, quelli del Super Bowl. E sì – piccolo spoiler – stavolta sono tutti promossi. Adesso divertitevi perché le vacanze sono lunghe. Fate anche i compiti però, mi raccomando, ci sono la free agency, il draft e i training camp da studiare per bene. Meglio ripassare matematica, economia, fisica, comunicazione, psicologia… Le materie che servono sono parecchie e il vostro prof in settembre vi aspetterà con le matite rosse e blu!

LA PARTITA: VOTO 8

Il Super Bowl corona degnamente i play-off 2021-22. Tra Rams e Bengals va in scena una gara combattuta fino all’ultimo, che si risolve nel minuto conclusivo e che vede partire forte i padroni di casa, sorpassare i nero-arancio e sprintare verso il successo i losangelini. Le emozioni e la tensione non mancano, forse sfuma un pizzico di epicità in più a causa di quell’evaporare progressivo dei Bengals, che non riescono a replicare al grande drive finale di Stafford. Sì, ci eravamo abituati decisamente bene quest’anno. E comunque resta un signor Super Bowl, che si allinea alle sei partite che l’hanno preceduto finendo in volata e con un solo field goal di differenza tra le contendenti.

LOS ANGELES RAMS 8,5

Escono dai blocchi con un tempo di reazione ottimo e le prime curve li vedono scattare così bene che sembrano in grado di chiudere rapidamente ogni discorso e portarsi a casa il Vince Lombardi Trophy e un 10 in pagella. L’infortunio a Odell Beckham complica parecchio le cose all’attacco e la difesa fatica a mettere pressione a Burrow. Così sul rettilineo e sull’ultima curva del nostro ideale 400 metri si trovano ad inseguire. Gli aggiustamenti soprattutto difensivi sono perfetti. La rotta si inverte e per il giovane quarterback dei Bengals la vallata si oscura. Il raddoppio sistematico del centro di Cincinnati su Donald viene punito e i sack piovono. La luce si riaccende anche in attacco con un “palla a Kupp” degno del “diamola al più forte” che vige sui campetti di tutti gli sport di tutto il mondo. Il ricevitore si conferma in un’annata che più magica non si può. Gli riesce tutto, compreso l’ultimo touchdown. Il colpo di reni che fissa il fotofinish è opera di Donald. Giusto così. E’ il leader incontrastato della squadra e di una difesa in cui si sono distinti anche A’Shawn Robinson ed Ernest Jones. Alla distanza è uscito pure mister Von Miller. Stafford dopo alcune sbavature (una è un intercetto che equivale a un punt e francamente non gliela faccio pesare troppo) tra cui un secondo intercetto e un td pass mancato abbastanza clamorosamente, orchestra un drive finale degno del suo talento. E poi anche se non è balzato agli occhi c’è quel Weddle da sottolineare. Arrivato durante i play-off sospendendo dopo due anni il suo ritiro, in finale ha chiamato gli schemi. E ora torna a fare il “pensionato”. Se non è una storia da Hollywood questa…

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CINCINNATI BENGALS 6,5

Per vincere sarebbe servita una partita almeno da 8,5. Invece ne arriva una da 6,5, alimentata più dal fuoco difensivo che da quello offensivo, via via sempre più flebile man mano che il cronometro si avvicinava allo zero. Il coraggio, che soprattutto nel primo quarto mi è parso fin eccessivo quando con tutta la vita davanti si sono giocati un quarto e corto sulle cinquanta rivelatosi innesco ideale per il primo td Rams, scompare sul più bello. Perché ad esempio correre al centro con Perine il terzo e corto cruciale nel drive da vita o morte anziché mettere il Wilson nelle mani di Burrow o quanto meno tra le braccia di Mixon? Ma al netto dei dettagli il “braccino” stavolta ha contagiato anche il Joe che voleva bruciare le tappe verso la consacrazione ad “Extraordinary”. Gli è mancato sicuramente l’apporto della sua linea, collassata nella ripresa dopo trenta minuti iniziali incoraggianti. Tutti i sack successivi hanno spento sguardo e swag del fenomeno col numero 9. Poi c’è il capitolo penalità. Due sciocchezze sono costate posizioni di campo preziose in momenti importanti. Nel drive finale, poi, c’è quella maglia di Kupp che si allunga che assomiglia molto a quella di Higgins tenuta da Ramsey in precedenza. Ma recriminare per questo porterebbe Cincinnati fuori strada nell’analisi della sconfitta. Perché se proprio vogliamo parlare di bandierine gialle ci sono anche l’inutile violenza non necessaria che annulla un holding che poteva rivelarsi cruciale (sciocchezza numero 3 per una squadra di solito molto disciplinata) e soprattutto la chiara face mask proprio di Higgins su Ramsey nel touchdown del sorpasso Bengals a inizio ripresa. Quindi meglio concentrarsi sul resto e sul non essere riusciti a creare più occasioni per Chase, per esempio. Su una difesa ottima: con Wilson uomo ovunque e la linea capace di sbriciolare il gioco di corsa di McVay, forse scoloritasi un pochino proprio sul più bello, quando però – va detto – erano i compagni dell’attacco ad essere chiamati alla cattedra per dimostrare il loro immenso valore. Se sapranno mettere a frutto questa delusione (e saranno supportati con sapienza dal front office) state certi che questi Bengals li ritroveremo all’appuntamento con un Super Bowl.

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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