Tempesta di Fulmini (Las Vegas Raiders vs Los Angeles Chargers 14-28)

Una tempesta di fulmini si è abbattuta sullo stadio di Los Angeles, sia letteralmente che figurativamente.

Il Monday Night Football tra Raiders e Chargers ha visto slittare l’ora del kickoff per il maltempo. Per chi, tenendosi perplesso il mento, si chiedesse come si può posticipare per via dei fulmini una partita giocata in uno stadio coperto la risposta è semplice: lo stadio ha un tetto ma ha delle aperture laterali.
Anche dopo che il cielo è tornato sereno la tempesta di fulmini non si è placata, con i Chargers che si sono abbattuti con tutta la loro potenza sui poveri Raiders, bellissimi nella loro divisa bianca con i numeri argentati bordati di nero ma bruttissimi in termini di esecuzione sul campo per tutto il primo tempo. La squadra di Jon Gruden ha concesso due quarti di vantaggio a quella di Brandon Staley, e quando ha trovato la forza di reagire era ormai troppo tardi.

Justin Herbert, sicuro al comando della squadra di Los Angeles, ha dimostrato ancora una volta che le lodi che si sprecano per lui sono meritate e che col tempo potrà ambire ad un ruolo da leader nella posizione di quarterback. Ma le lodi maggiori vanno di diritto al coaching staff, che per la seconda settimana di fila ha ideato un piano di gioco quasi perfetto ed ha fatto sì che i giocatori lo eseguissero alla perfezione. La settimana scorsa erano stati i Chiefs del grande Mahomes a farne le spese, questa settimana sono stati i Raiders fino a quel momento imbattuti.
La difesa dei Chargers, guidata da un Joey Bosa difficile da contenere per il rookie RT Alex Leatherwood, ha messo pressione a Carr per tutta la partita ed ha bloccato sul nascere il tentativo di Gruden di metter su un gioco di corsa con il rientrante Josh Jacobs. Proprio questo aspetto del gioco, punto dolente sia per l’attacco dei Raiders che per la difesa dei Chargers nelle prime tre settimane, ha deciso la partita.

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Nel primo tempo all’attacco dei Raiders è andato storto un po’ tutto, ma oltre a rendere merito alla forza dei Chargers non si può non sottolineare la testardaggine di Gruden nel provare a suonare a tutti i costi un disco rotto. Il terzo quarto ha dimostrato che i nero-argento sono in grado di muovere la catena e mangiare ampie porzioni di terreno per via aerea, e probabilmente avrebbero dovuto anticipare le correzioni per non trovarsi a dover cercare di colmare un distacco di 21 punti.

Come siamo arrivati al 21-0 per i Chargers all’intervallo? La tabella dei drive della partita dice che i Raiders nel primo tempo hanno fatto cinque punt, concesso un turnover on downs ed hanno visto l’ultimo drive interrompersi quasi subito per la fine del tempo a disposizione. L’attacco nero-argento ha messo a statistica 51 yard, mentre la squadra nel suo complesso ne ha concesso ben 53 in penalità.
La difesa dell’ex Chargers Gus Bradley ha fatto il possibile per tenere la partita entro un punteggio accettabile per dare una chance a Carr e compagni e dopo aver subito il TD nel drive di apertura ha forzato due punt. Il secondo, in realtà, si è rivelato un trick play molto ben studiato e il passaggio del P Ty Long per Tevaughn Campbell sarebbe stato convertito in un primo down molto facilmente se non fosse stato per la splendida lettura e intervento del punt returner Hunter Renfrow.

Sul 14-0, con la difesa dei Raiders che iniziava a perdere pezzi per strada, Staley ha fatto la scelta giusta nel lanciare la flag del challenge per contestare una conversione di terzo e 1 data a Josh Jacobs dagli arbitri. La chiamata sarà cambiata, forzando i Raiders al punt, e nel drive successivo i Chargers segneranno il TD del 21-0. L’attacco di Los Angeles è stato bravo a sfruttare i matchup favorevoli contro i LB avversari per tutta la partita.
Carr ha subito 4 sack lunedì notte, ed ha faticato a trovare il ritmo. “Sapevamo che una volta colpito un paio di volte lo avremmo reso insicuro”, ha dichiarato tronfio Joey Bosa a fine gara. “Persona fantastica, ottimo giocatore, sta avendo una stagione fantastica, ma sappiamo che quando gli metti pressione addosso tende a collassare e non è efficace quando la sua tasca viene invasa dai difensori”.

Nel terzo quarto, al rientro in campo, Carr ha in realtà fatto il possibile per recuperare la situazione, guidando due convincenti drive chiusi entrambi con un TD. Il drive successivo si è aperto con una bomba da 51 yard per Henry Ruggs III, e tutti hanno pensato che il pareggio fosse alle porte. Invece un sack di Christian Covington ha costretto Daniel Carlson a provare un field goal da 52 yard e il solitamente preciso kicker svedese ha mancato il bersaglio.

Quando la palla è tornata in mano a Herbert il suo head coach ha tirato fuori nuovamente la giocata giusta al momento giusto, dimostrando di aver preparato alla perfezione la partita. Su un quarto e 2 da metà campo Herbert ha trovato il TE Jared Cook e con il nuovo set di down si è attivata la macchina che ha portato Ekeler in end zone per il TD del 28-14 finale. Da quel momento i Raiders sono andati a calare nuovamente, e Carr si è fatto intercettare da Derwin James un passaggio telefonato per Darren Waller.

I Raiders devono trovare il modo di far ripartire il running game. Josh Jacobs ha chiuso con 40 yard guadagnate in 13 corse (3.1 di media) e l’attacco ha guadagnato appena 2.7 yard per ogni corsa. La linea offensiva è inesperta e rattoppata per gli infortuni, ma in NFL questa non può e non deve essere una scusa. Il rookie Alex Leatherwood è in evidente difficoltà nella sua transizione da LT al college a RT tra i professionisti; capiamoci, Bosa è Bosa e non è facile per nessuno fermarlo, ma Leatherwood è teso e questo si vede anche dalle penalità che provoca.
La difesa nero-argento ha perso per strada il CB Trayvon Mullen quasi subito e il suo sostituto Damon Arnette nel primo tempo, e a tratti ha dovuto fare a meno anche dell’altro titolare Casey Hayward. Sarà interessante vedere i progressi dei giocatori durante la settimana per capire in che condizioni la squadra arriverà alla sfida contro i Bears. Gus Bradley dovrà inoltre trovare il modo di liberare i suoi fortissimi pass rusher Maxx Crosby e Yannick Ngakoue, che si stanno dannando l’anima ma che non riescono a stringere il QB avversario in un caloroso abbraccio da troppo tempo. Il loro impegno e l’attenzione che la OL avversaria dedica loro sta aprendo le strade interne – contro i Chargers sono arrivati due sack del DT Darius Philon – ma serve un passo avanti per trasformare la pressione in un numero maggiore di sack per dare una mano alla secondaria.

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I Chargers, che ospiteranno domenica i Cleveland Browns, sono ora balzati in testa alla AFC detronizzando proprio i Raiders. Le due vittorie in Division sono un grosso vantaggio nella corsa ai playoff e la squadra di Los Angeles sembra anni luce differente da quella che negli anni passati trovava sempre dei modi bizzarri per perdere partite vinte.

“Nelle stagioni passate arrivavamo all’intervallo in vantaggio e io pensavo ‘Oh Dio, cosa ci inventeremo questa volta per rovinare tutto?”, ha detto Bosa ai giornalisti. “Mi spiace, ma la mia testa pensava questo perché è capitato tante volte… Penso che stiamo diventando una vera squadra e crediamo in quello che ci trasmette il coaching staff”.

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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