Statement game (Los Angeles Chargers vs Baltimore Ravens 6-34)

Al M&T Bank Stadium di Baltimore si sfidano Ravens e Chargers, due squadre con record di 4-1 e con alla guida due dei giovani quarterback più esaltanti e che saranno la faccia della lega per il prossimo decennio.

Lamar Jackson si sta confermando un quarterback di livello assoluto, rompendo continuamente tabù sul proprio conto, come l’ultima settimana quando ha condotto i suoi alla vittoria contro gli Indianapolis Colts nel Monday Night dopo essere stati sotto 22-3 nel terzo quarto. Nell’orchestrare la rimonta Lamar ha confermato di saper vincere inseguendo per buona parte della partita e di essere un lanciatore sopraffino che non necessita necessariamente di usare le gambe (e pensare che c’era gente nel pre-draft process, compresi front office di squadre NFL, che gli chiedevano di eseguire lo spostamento a wide receiver), visto che il prodotto di Louisville ha lanciato 43 volte, di cui 37 lanci andati a segno per 442 yds e 4 TD. Lamar Jackson da solo ha più yard di 17 attacchi NFL e un numero di TD (11) pari a quelli di Dolphins, Texans, Giants, Bears e più dei Jets.

Dall’altro lato della barricata c’è un altro eccellente giovane quarterback in Justin Herbert che fin dal momento in cui ha preso il posto di Tyrod Taylor alla guida dei Chargers ha sorpreso tutti tra addetti ai lavori e tifosi, e dopo aver vinto offensive rookie of the year l’anno scorso, quest’anno si trova in cuffia un allenatore competente e aggressivo, oltre a un roster con pochi buchi e una linea offensiva rivitalizzata.

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Considerazioni

L’attacco dei Ravens finora è riuscito a sopperire alle assenze da cui è stato vessato, prima dell’inizio della stagione ha perso JK Dobbins e Gus Edwards, prima della partita di ieri ha messo in IR la guardia Ben Cleveland e mancava anche del left tackle Ronnie Stanley, mentre durante il match ha dovuto sostituire anche il centro Bradley Bozeman. Di contro ieri i tifosi Ravens hanno potuto ammirare il ricevitore scelto al primo giro da Minnesota, Rashod Bateman, uscito pochi giorni fa dalla injured reserve dopo un infortunio all’inguine, e che possiede qualità da ricevitore numero uno per fisicità e atletismo.

Nonostante la capacità di vincere via aerea, la forza e identità dell’attacco di Greg Roman sta nel gioco di corse, che ieri è tornato a dominare anche statisticamente con 187 yds contro le 140 ottenute via passaggio. Sono stati cinque i giocatori di Baltimore a portare almeno una volta la palla (escludendo Tyler Huntley ormai a contesa finita), con Lamar Jackson e il trio di runningback veterani che formano il backfield che si sono spartiti equamente le portate, con questi ultimi tre (Le’Veon Bell, Latavius Murray e Devonta Freeman) che hanno segnato ciascuno un touchdown.

D’altra parte perché un attacco che corre sopra agli avversari dovrebbe smettere di farlo? In particolare contro la peggior difesa della lega contro le corse, che mancava dei due inside linebacker titolari in Drue Tranquill e Kenneth Murray, anche se probabilmente Brandon Staley dovrà intervenire schematicamente perché la sua Cover 2 a zona si è mostrata molto vulnerabile agli attacchi centrali, che questi fossero corse o lanci, infatti è in questa porzione di campo che Jackson e i suoi ricevitori hanno accumulato praticamente tutte le yard su passaggio della partita.

Un effetto collaterale piacevole dell’avere un attacco sulle corse dominante è il tempo di possesso che si domina, il che equivale a togliere occasioni all’avversario per rispondere o rimontare e aumentare la pressione sull’attacco avversario, che in meno tempo deve fare di più; nella partita di ieri pomeriggio i Ravens hanno avuto la palla per 38 minuti e 7 secondi contro i 21 minuti e 53 secondi dei Chargers.

Se al poco tempo a disposizione aggiungi una prestazione stellare della difesa dei Ravens (il vero MVP della partita), ben si capisce la netta sconfitta, su tutta la linea, subita dai Chargers. Il reparto difensivo dei Ravens ha trattenuto le yard totali avversarie a 208, annullando il gioco di corse (che ha ottenuto 26 yds), costringendo a rendere prevedibile la strategia offensiva e a mettere la palla nelle mani di Herbert in una rara serata no, in cui l’uomo al secondo anno da Oregon è stato nettamente impreciso, con solo 22 completi su 39 lanci per sole 195 yds.

Entrambi i quarterback possono essere visti come candidati per l’MVP e alla guida di due delle migliori squadre della AFC, sebbene il sistema dei Ravens, come quarterback, coaching staff, playbook e roster sembra a un livello di maturazione superiore (come è comprensibile che sia) rispetto agli avversari di giornata, Los Angeles Chargers. La serata no dei Chargers è resa evidente da come sono andate le conversioni di quarti down, per cui il rookie head coach Brandon Staley, fin qui, è andato molto aggressivamente con 7/8 nelle prime cinque partite, mentre ieri il suo attacco è riuscito a ottenere solo un primo down su quattro tentativi di conversione di quarto down.

Se i Ravens nelle ultime settimane, dopo la sconfitta nell’esordio a Las Vegas, si sono guadagnati il rango di Super Bowl contender, i Chargers, che hanno avuto una giornata storta come capita a tutte le squadre (vedasi Green Bay in week 1 contro i Saints), appaiono essere un gradino sotto, ma assumendo Brandon Staley come head coach hanno fatto un home run pari a quello del draft 2020 alla scelta numero sei; delle sue qualità come conoscitore delle Xs and Os del football si sapeva ma si sta dimostrando un leader altrettanto coinvolgente per la sua truppa. Per vincere nella NFL bisogna soddisfare i requisiti a livello societario, head coach e quarterback e i Chargers sembrano averli tutti, non possiamo sapere se vinceranno un anello o arriveranno al grande ballo (vista anche la proverbiale sfortuna dei Chargers) ma saranno nelle condizioni di far vivere ai propri tifosi delle domeniche esaltanti.

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