[NFL] Week 2: primi effetti della cura Fisher per i Rams

Il commentatore della ESPN Eric Allen, la scorsa settimana aveva aperto direttamente le porte della Hall of Fame a Robert Griffin III dopo l’ottimo esordio contro i Saints in cui l’Heisman Trophy 2011 e seconda scelta al draft 2012 per i Redskins (che si erano svenati nei confronti dei Rams per averlo) aveva surclassato gli avversari. Che l’uscita di Allen fosse leggermente prematura era quasi scontato, e la conferma è arrivata questa settimana dalla partita che i Redskins hanno giocato proprio a St.Louis, dove un altro Heisman Trophy, il quarterback di casa Sam Bradford, ha surclassato il giovane rookie da Baylor con una prestazione solidissima e convincente che è valsa la prima vittoria (31-28) dell’era Fisher per i montoni del Missouri.
Sia chiaro, RG3 ha fatto vedere spunti notevolissimi, soprattutto per l’agilità con la quale si è tratto d’impiccio spesso e volentieri, sottraendosi dalle grinfie degli indemoniati Long e Quinn con delle vere e proprie magie stile Houdini, ma nella singola partita di ieri sera Sam Bradford è stato una spanna superiore.
Premettiamo (e chiudiamo subito l’argomento) che la partita avrebbe potuto e, soprattutto, dovuto prendere una piega totalmente diversa, se non fosse stato per la totale inadeguatezza di una crew arbitrale che ci fa ritirare qualsiasi giustificazione per questi arbitri di rimpiazzo che, alla seconda giornata di regular season hanno combinato disastri praticamente ovunque.
La crew di ieri sera non ci ha capito assolutamente nulla fin dall’inizio, ha azzeccato davvero pochissime chiamate ed ha finito per scontentare tutte e due le squadre, prendendo delle clamorose topiche a sfavore di una e dell’altra contendente, falsando così una partita che ha avuto un’intensità fuori dal comune (e non parliamo delle continue risse tra giocatori dovute alla totale perdita di controllo del campo da parte della crew arbitrale).
Tanti episodi non avrebbero dovuto nemmeno verificarsi, non ultimo il gesto di stizza di un esasperato Morgan che è costato ai Redskins l’opportunità di andare ai supplementari, causato probabilmente dall’elevata tensione che gli arbitri non hanno nemmeno minimamente provato a smorzare durante la partita.
Passando alla cronaca, e facendo finta che la partita si sia svolta in un clima regolare, dobbiamo registrare la tremenda forza manifestata dai Rams, che hanno reagito in maniera egregia ad un uno-due dei Redksins che solo un anno fa avrebbe tramortito la squadra di St.Louis, andando a conquistarsi una vittoria che dopo il primo quarto di gioco sembrava assai lontana.
Grande protagonista di questa partita è stato sicuramente Bradford, insolitamente pugnace e combattivo, tanto da risolvere personalmente con delle corse alcune situazioni particolari, forse stimolato anche dal suo omologo in maglia Redskins che ha spesso scorrazzato per il campo prendendo yards e primi down importantissimi.
Ottima anche la prestazione di Amendola che, dopo il fumble iniziale che è costato i primi sette punti in favore dei Redskins, ha eguagliato il record NFL di ricezioni in un tempo con 12, prendendo ogni pallone che Bradford lanciava dalle sue parti trasformandolo in guadagni importanti e cruciali.
I Rams hanno sofferto i Redskins solo nei primi due quarti, quando la difesa non ha trovato risposte adeguate alle invenzioni di RG3, ma anche quando hanno commesso gli errori peggiori, come il già citato fumble di Amendola, che è valso il 7-0 alla prima azione d’attacco, e soprattutto la copertura sbagliata di Jenkins su Henkerzon, che si involava per una ricezione in solitaria ed un touchdown da 68 yards per il 21-6 che, per un attimo, sembrava scrivere la parola fine sulla partita dei Rams.
Invece la squadra di Fisher reagiva nella migliore delle maniere, riuscendo a strappare ancora un field goal prima della fine del primo tempo e soprattutto disputando un secondo tempo di altissimo livello ed altissima intensità offensiva e difensiva.
Con Jackson fuori per infortunio, il peso del gioco di corsa cadeva tutto sulle spalle del rookie Richardson, che svolgeva egregiamente il suo compito togliendo le castagne dal fuoco all’attacco bluoro in più di un’occasione.
Dall’altra parte RG3 trovava sempre meno spazio per lanciare e doveva avventurarsi con delle iniziative personali che, una volta svanito l’effetto sorpresa, venivano sempre più limitate dalla difesa di casa, che avevano in JoLonn Dunbar l’uomo ovunque e nei due end Long e Quinn due spine nei fianchi della offensive line di Washington, che doveva spesso ricorrere all’holding per non soccombere.
I passaggi con cui Bradford trovava Brandon Gibson e Matthew Mulligan in end zone erano, ognuno a suo modo, due chicche da guardare e riguardare al replay, e nemmeno il touchdown di RG3 pareva mettere in pericolo la vittoria dei Rams.
Bisognava però ringraziare prima un clamoroso drop di Aldrick Robinson, che si lasciava sfuggire un pallone che chiedeva solo di essere ricevuto e portato in area di meta, e soprattutto, a pochi secondi dalla fine della partita, la sconsiderata reazione di Morgan, che costava ai Redskins 15 yards di penalità e li obbligava a calciare un field goal da 62 yards che non aveva nessuna possibilità di entrare.
Dopo aver perso a dieci secondi dalla fine contro i Lions, i Rams si riconfermano come squadra da tenere sotto osservazione in questo 2012: la cura Fisher sta già producendo i primi effetti.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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