[NFL] Week 13: Kansas City Chiefs vs Denver Broncos 28-35

Se non vi emozionaste durante la visione di una partita di football, probabilmente non leggereste mai questo articolo. Se non condividereste con noi l’opionione che il football è uno sport fatto di lacrime, sangue e volontà, forse non sareste mai finiti su questo sito. La partita tra Kansas City e Denver andata in scena domenica al leggendario Arrowhead Stadium ha avuto tutti gli ingredienti per essere ricordata da chi si emoziona, da chi riconosce il sacrificio e l’aliena capacità dei suoi interpreti.

Ricapitolare dal primo all’ultimo secondo, di azione in azione, lo scontro per la testa della AFC West? Pratica poco intelligente, in una partita che ha visto tutto e l’incontrario di tutto succedere. Facciamo così: andiamo di argomento in argomento, non necessariamente seguendo l’ordine cronologico dei fatti. La partita lo merita, i suoi immensi protagonisti (nel bene o nel male) pure.

Jamaal Charles,
Jamaal Charles

Anteprima: Denver e Kansas City, entrambe reduci da una sconfitta di misura, entrambe a 9-2, record lusinghiero che garantisce loro i Playoff. La vittoria significa vittoria divisionale e forse anche vantaggio del campo per tutta la post season. Posta in palio altissima quindi.
I Chiefs devono fare a meno di un bel pezzo della loro performante pass rush: Justin Houston non c’è, Tamba Hali è un po’ acciaccato. Considerato che la mancanza di pressione su Peyton Manning aveva deciso la vittoria dei Broncos di due settimane fa, i rossi erano sicuramente considerati la squadra sfavorita. Da parte loro gli uomini di Jack Del Rio erano invece senza uno dei migliori defensive tackle di questa stagione: Kevin Vickerson. La sua mancanza si sentirà molto contro le corse. Aggiungiamo che sia Champ Bailey che Von Miller beccheranno qualche colpo ben assestato durante la partita e che Peyton Manning gioca con l’ormai classica abbondante fasciatura alle caviglie per descrivere un quadro poco idilliaco anche per gli arancio-blu.

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Approccio alla partita: sicuramente i Chiefs non deludono i loro tifosi. La pass rush funziona bene, e solo nel primo quarto la pressione sul QB avversario è sensibilmente migliorata rispetto all’interezza dello scontro di week 11. Se infatti due settimane or sono gli avversari erano riusciti ad andare avanti nel punteggio e non guardarsi più indietro, lo stesso non si può dire per questa domenica. Nonostante Alex Smith si faccia intercettare in End Zone nel primo drive, a 5 minuti dalla fine del primo tempo i padroni di casa sono avanti 21-7, con le segnature di Junior Hemingway, Knile Davis (108 yard di ritorno) e Anthony Fasano (presa a una mano sul fondo della End Zone). Non solo, dopo 30 minuti di gioco Manning si è già fatto intercettare due volte, sta subendo come già detto la pass rush di KC e i suoi runningback riescono solo a tratti a correre per guadagni, cosa che toglie all’attacco migliore della lega una base solida su cui prosperare.

Lo sviluppo del primo tempo dei campioni in carica della AFC West vive in ogni caso di due segnature. La prima è per Eric Decker, 41 yarde di perfezione da parte del 18 ed ennesimo touchdown del numero 87, scelto quest’anno per essere il primo a dover stretchare il campo. La seconda è per Knowshown Moreno che raccoglie un passaggio laterale troppo facile per essere vero. Facile perchè, offensivamente, la svolta alla partita di Denver era arrivata poco prima.
Abbiamo detto della pressione dei Chiefs, e se ricordate bene avevamo anche riportato due settimane fa quanto KC non sia adatta ai cambi di ritmo tattici nel corso di una partita. Ebbene, nel secondo quarto è bastato uno screen ben eseguito per rallentare la pressione che i Broncos subivano, permettendo direttamente a Manning di avere molto più tempo nella tasca. E’ così che su un terzo down a tre yard dalla zona di meta il 18 ha tutto il tempo e campo di centrare un liberissimo Moreno per il 21 a 14. Che diventerà 21 pari dopo il primo drive del secondo tempo, che arride come sempre succede ai Broncos.

Broncos Chiefs Football
Eric Decker

La rinascita: riassumendo, fin qui Denver ha sofferto, si è trovata sotto scacco ma è riuscita a stare a galla grazie a un gioco di passaggi sbloccato dall’inesperienza avversaria. E’ forse la prima volta che in una stagione da record ci troviamo a elogiare direttamente Peyton Manning. La prova di domenica si staglia facilmente tra le prime dieci del campione da New Orleans, quando sarebbe tra le prime tre di qualsiasi altro QB della lega. Le traiettorie che trova in seguito al secondo, e brutto, intercetto, scrivono il manuale del perfetto passatore. Le fila della difesa di casa non sono orrbilmente fuori fase, anzi gli precludono molti bersagli facili. Ma poco importa: tanta e tale è la precisione del quarterback, da oggi quasi cinque volte MVP, che magicamente i suoi ricevitori si ritrovano la palla in mano e non devono fare altro che afferrare l’ovale e correre verso la direzione in cui sono girati. Il dominio del gioco aereo di Manning si estende al secondo tempo, dove lancerà ancora per due segnature arrivando al totale di 5 TD e 403 yard, con una media spaventosa di 11 yard a lancio.
E il 35 a 21 sarebbe il punteggio finale adatto, quello di inizio quarto periodo profilatosi con la quarta ricezione da touchdown di Decker, coprotagonista di qualità nella scorpacciate di yarde dell’attacco ospite.
Ma non dovevamo emozionarci? Sì, fortunatamente la partita non è ancora segnata a questo punto, perchè la serata di Alex Smith ricorda, per qualità dei lanci, quella che permise ai San Francisco 49ers di battere in un sensazionale divisional i grandi Saints di Drew Brees. Purtroppo per Smith Vernon Davis è ancora nella baia, e i destinatari delle sue traiettorie, che poco hanno a che invidiare a quelle del più blasonato rivale di giornata, sono Donnie Avery e A.J. Jenkins. Che per tutta la partita perdono passaggi, finendo con un complessivo di 10 target e 5 ricezioni. Nell’unico drive in cui giocano alla grande e vengono aiutati dalla tecnica di Dwayne Bowe, i Chiefs accorciano le distanza sul 35 a 28 finale.

La fine della partita giunge su un quarto tentativo per i Chiefs, quando l’ennesimo passaggio di Smith viene quasi intercettato da un defensive back ospite, con i Chiefs ormai a ridosso della linea di meta e Manning a braccia conserte mentre osserva l’attentato dei suoi difensori all’imponente opera da egli appena costruita.
Ma non è solo la faccia del vincente questa partita. E’ quella dei giocatori di Andy Reid, sconsolati alla fine quanto concentrati prima dell’intervallo, è quello di Brandon Albert dolorante dopo che il ginocchio ha fatto “crack”, è quella di Moreno che piange a dirotto durante l’inno, immagine che fa il giro del Mondo quasi in diretta per testimoniare quanta fragilità ci sia nell’animo dei giocatori prima, durante e dopo la partita. Lacrime, sangue, volontà, tuti gli ingredienti di qualsiasi partita NFL concentrati al massimo, accompagnati dallo spettacolo regalato dei due quarterback.

Le distanze: tra le due squadre esse sono abissali. Anche se numericamente contiamo solo l’inesperienza di adattarsi ai cambi della partita e la qualità del personale, esse fanno tutta la differenza del Mondo. In una AFC che ha visto presunte grandi fallire (Baltimore, soprattutto Houston) non stupisce il record di una squadra come KC con una vecchia volpe in spogliatoio e una difesa arrembante. I primi 20 minuti di match, in cui ha dominato, rappresentano al meglio la squadra del Missouri; in altre parole, hanno meritato di essere lì, in testa di due mete sulla squadra più offensiva di tutti i tempi. Poi però serve qualcos’altro, a prescindere dalla forza dell’avversario. Serve il carattere che una squadra senza un vero e proprio capitano e senza due guide della sua difesa non può avere. L’anno prossimo saranno ancora più competitivi, i meccanismi ancora meglio oliati e avranno un’altra occasione.

Peyton Manning,
Peyton Manning

Per quest’anno, a meno di improbabili tonfi, lo scettro divisionale sarà dei Broncos. Squadra che concede il maggior numero di punti della lega sui suoi turnover salvo poi recuperare furiosamente. Il numero di TD su passaggio è, dopo solo dodici incontri, già il più alto nella storia della franchigia, e la profondità della rosa è testimoniata dalla prestazione di Montee Ball (9 yard a portata per 117 yard finali), fino a una settimana fa reo di un fumble di troppo.
Ma più dei numeri la squadra del rientrante John Fox stupisce in quanto a gestione della partita. Ci stanno pressando? Bene, facciamo uno screen in più, poi quando si impauriscono lanciamo sul profondo, sul cornerback di sinistra che è un rookie e perde tre passi ogni due (Marcus Cooper avrà giorni migliori alla prossima opportunità). Mai dialogo potrebbe essere più banale, ed eseguito alla perfezione ha portato a questa preziosissima stagione. E’ questa gestione offensiva dell’incontro che deve spaventare ai Playoff. Denver è pressabile, a tratti il suo quarterback non fa paura come qualche anno fa e la difesa è battibile; non importa però se offensivamente hanno tutte quelle armi, soprattutto contro una squadra come KC che è andata in confusione più volte nell’interpretazione delle intenzioni ospiti. Denver dà il meglio lontana dall’assillo del tempo, quando ha spazio e minuti per seguire il suo oculatissimo gameplan. Sarà in quella fascia di cronometro che tenteranno di ipotecare il terzo Vince Lombardi della loro storia.

Perchè si sa che se non finissimo questo testo con un pronostico sulle possibilità dei Broncos (in realtà aggiornate di settimana in settimana) non sareste contenti. Ma l’ultimo argomento del giorno lo lasciamo un po’ in sospeso. Un bel “continua…” di stampo fumettistico. Un’emozione lasciata a metà. D’altra parte, per nessuna delle due squadre è detta l’ultima parola dopo una serata che entra nella storia della lega come quella volta in cui i Kansas City Chiefs di Alex Smith infastidirono i Denver Broncos di Peyton Manning.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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