Parola all’insider: Indianapolis Colts – Marco Santini

Benvenuti a questa rubrica che abbiamo rispolverato per dare spazio ai tifosi della chat Telegram di Huddle Magazine. Abbiamo scelto di intervistare veri fan di alcune squadre NFL, indipendentemente dal loro livello di competenza, prendendo in considerazione solo la loro passione.

Ci interessa infatti un punto di vista diverso da quello dei tanti analisti del gioco, noi vogliamo la prospettiva del tifoso che soffre ogni maledetta domenica per la sua squadra. Non ci resta che iniziare l’ospite di oggi: Marco Santini, simpatizzante degli Indianapolis Colts.

Carlo & Giorgio : Benvenuto! Rompi il ghiaccio presentandoti ai nostri lettori e raccontandoci qualcosa di te in generale, da quanto segui il football e soprattutto come sei diventato simpatizzante degli Indianapolis Colts.

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Marco : Mi chiamo Marco e la mia storia di football l’ho già accennata con il pezzo sui Raiders, quindi non sto ad annoiarvi anche qui.
La parte che però riguarda i Colts inizia nel 2012, quando la mia azienda ha aperto una società negli USA e quindi ho avuto la possibilità di andare spesso da quelle parti, più precisamente nel Midwest, a Indianapolis appunto. Diventare sostenitore della franchigia locale è stato pressoché automatico, perché girando tra clienti, fornitori, negozi e centri commerciali, si nota che la percentuale di persone che indossa qualcosa dei Colts è davvero molto alta e si nota anche la passione e l’amore che quella gente ha per il proprio team, che comunque è molto vicino alla fanbase, con diverse iniziative, incontri, feste e molta beneficienza.
Ho visto diverse partite al Lucas Oil Stadium, un gioiello incredibile, la prima è stata di preseason contro i Packers e Rodgers, nell’anno in cui Peyton Manning è stato infortunato e poi ceduto, quindi l’ho potuto ammirare solo sulla sideline.

Dicevo della passione dei tifosi, che però allo stadio non sono propriamente “caldi”, fanno un tifo rispettoso ed educato (anche se non devi pronunciare MAI la parola Patriots), sebbene abbastanza rumoroso, probabilmente perché lo stadio è talmente bello che sembra di essere sul proprio divano di casa in relax. Però in confronto ad Oakland, Cleveland o Philadelphia non c’è proprio paragone.
Dopo otto anni quindi posso definirmi tifoso dei Colts, anche se nella partita di Settembre contro i Raiders non ho avuto dubbi su cui tifare (anche rumorosamente)

Come valuti la Free Agency? Sei rimasto soddisfatto dell’operato del Front Office o avresti preferito delle mosse diverse?

La free agency dei Colts, per il secondo anno consecutivo, pur avendo tanto spazio sotto al cap, non è stata propriamente pirotecnica, sebbene sia stata abbastanza mirata.
L’esperimento Brisset è fallito, anche se non completamente per colpa sua, e quindi serviva un QB esperto e di carisma. La scelta è caduta su Philip Rivers che, seppure non più giovincello, è fisicamente integro e secondo me può dare un paio d’anni solidi, soprattutto dietro una linea altrettanto solida, come sicuramente è quella dei Colts.
Sul lato difensivo la mossa più importante è stata lo scambio della propria prima scelta con i 49ers per avere il DT DeForest Buckner, un giocatore di livello certamente eccellente; se sia valsa o meno la pena usare la #13 lo si vedrà in futuro. L’arrivo di Xavier Rhodes, CB, da Minnesota è sicuramente un innesto favoloso per la secondaria, che riavrà Malik Hooker al rientro dall’infortunio. Quello che è davvero mancato è stata l’acquisizione di un ricevitore di livello da affiancare a TY Hilton e questo potrebbe essere un problema e un punto debole dei Colts 2020.

Si è concluso da poco il draft più incredibile della storia per il suo svolgimento, questa modalità virtuale è riuscita lo stesso ad emozionarti? In termini di scelte invece quali squadre pensi si siano mosse meglio e quali peggio?

A me il draft è piaciuto, asciutto, senza troppi fronzoli né “americanate”. Forse è mancato un po’ lo spettacolo del pubblico specialmente quando le chiamate sono fatte da personaggi famosi, ex giocatori, persone comuni che però hanno un certo impatto sociale. Un altro aspetto che mi è piaciuto è aver visto GM, allenatori e proprietari che non hanno avuto paura di mostrarsi in ambienti tutto sommato normali e familiari, conditi da personaggi assoluti come il superuomo di fianco al HC dei Titans o il cane di Belichick, Le squadre che secondo me hanno fatto meglio sono i Broncos, i Dolphins ed anche i Bills. Sulle peggiori non mi pronuncio.

Venendo alle pick effettuate dalla tua squadra puoi darci una tua valutazione delle vostre chiamate? Ci sono delle scelte che avresti fatto diversamente se fossi stato il GM?

Valutare un draft appena trascorso è pura accademia, di solito giudico i ruoli scelti più che i giocatori (ormai cit.).
La prima scelta, avvenuta nel secondo round, è caduta sul WR Michael Pittman Jr.; come detto prima il reparto dei ricevitori era sicuramente un punto debole e i Colts, scegliendo tardi, non potevano certo ambire ai top WR di questa classe, però Pittman è una buona scelta, ha il DNA giusto (il padre ha giocato con Cards, Bucs e Broncos), ha fatto buoni numeri a USC e il suo impatto nell’attacco guidato da Rivers sarà secondo me l’ago della bilancia per l’andamento della stagione.
L’altra scelta al secondo round è stata il RB Jonathan Taylor, trattore da Wisconsin. Questa scelta non me l’aspettavo perché il reparto RB conta sull’ottimo Mack e il supporto di Hines e Wilkins, forse sono andati sul valore del giocatore indipendentemente dal ruolo.
La safety Julian Blackmon può giocare da subito affiancando Hooker, mentre intriga il QB Jacob Eason che in molti vedono capitato nel posto giusto con Frank Reich e Rivers a fargli da mentore, ovviamente si spera di aver pescato il QB del futuro

Chi pensi sarà  il rookie fra quelli da voi selezionati e/o il giovane già nel vostro roster  che avrà il maggior impatto in termini di presenze e miglioramento di reperto?

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Pittman avrà l’ingrato compito di dover migliorare il reparto dei WR, una grossa responsabilità dover alleggerire la pressione su Hilton. Taylor potrebbe inserirsi tra Mack e gli altri e conquistare portate in un attacco che forse si vuole più tradizionale ed equilibrato

Analizzando il vostro roster quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza? Anche se è  molto presto per sbilanciarsi, puoi farci una previsione di record e piazzamento per il prossimo anno?

La linea offensiva è certamente un punto di forza, così come la linea difensiva.
Il reparto RB, come già illustrato, sicuramente è molto variegato e profondo e anche la secondaria mi sembra abbia avuto un netto miglioramento.
Un punto debole potrebbe essere il ruolo di kicker, sostituire il leggendario Adam Vinatieri sarebbe compito improbo per chiunque.
Anche il reparto dei LB, se escludiamo la macchina da placcaggi Darius Leonard, non ha abbastanza profondità e mi sembra il meno attrezzato della difesa
La division vede i Jaguars che sono in fase di totale ricostruzione e i Texans un po’ in calo soprattutto per la gestione piuttosto curiosa di O’Brien e quindi i Colts se la giocheranno fino in fondo con i Titans.
Credo che l’arrivo di Rivers farà sì che Indianapolis possa conquistare il titolo divisionale anche per via di un inizio di calendario che sulla carta potrebbe essere più “facile” e quindi dare un po’ di volano ed entusiamo per il prosieguo. Dico 10-6

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso e per l’approfondimento che ci hai regalato sulla tua squadra del cuore, mi raccomando continua in chat a regalarci spunti di riflessione da chi vede le cose dal punto di vista dell’ insider.

Intervista a cura di Giorgio Prunotto e Carlo Giustozzi

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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