[NFL] Week 4: Air Ryan fa volare i Falcons (Carolina Panthers vs Atlanta Falcons 33-48)

Primo posto nella NFC South con due partite di vantaggio sul resto del gruppo, nettamente il miglior attacco dell’intera NFL con 152 punti segnati (la seconda è San Diego con 121) e la temuta e temibile difesa di Carolina letteralmente polverizzata.

Credo siano sufficienti questi tre elementi per sottolineare l’importanza del pirotecnico successo 48-33 degli Atlanta Falcons contro quei Carolina Panthers che appena otto mesi fa erano in campo a giocarsi il Superbowl ed ora, dopo 4 partite della nuova stagione, hanno all’attivo un solo successo.

E’ giusto però dare atto ai giocatori dei Panthers di non aver mai mollato, nonostante si siano trovati sotto di 24 punti all’inizio dell’ultimo quarto, ed anzi, nonostante l’assenza del funambolico quarterback Cam Newton, messo k.o. sulla trasformazione del 18-34, gli uomini di Rivera hanno ancora avuto un possesso per impattare il match, occasione sfumata per l’intercetto di Alford.

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Ma i riflettori del match del Georgia Dome vanno naturalmente sulla coppia che ha distrutto il reparto di coach McDermott, quella costituita da Matt Ryan e Julio Jones: Ryan ha passato per 503 yard, record nella storia della franchigia, con 4 mete ed un intercetto, mentre Jones ha messo insieme la quarta prestazione nella storia della NFL con 300 yard ricevute, oltre naturalmente ad aver battuto a sua volta il record di franchigia per yard ricevute in una sola gara.

Ryan ha faticato quando Carolina è riuscita a metterlo sotto pressione, e la difesa ospite ha comunque piazzato ben tre sack, quando però è stato libero di lanciare, il regista da Boston College ha sezionato il giovane secondario ospite attaccandolo fin dal primo lancio (alla fine saranno ben sedici i passaggi oltre le 10 yard rispetto ad una media di dodici).

E’ da sottolineare anche la prestazione di Ryan sui terzi down in cui ha completato 7 passaggi su 9 per 122 yard. Jones a parte, l’attacco dei Falcons ha distribuito le ricezioni in modo equo, visto che ben 8 giocatori hanno almeno una palla catturata, con Gabriel (3 ricezioni, 49 yard) e Robinson (2-48 e una meta) che hanno messo a referto il maggior numero di yard.

Meno bene è invece andato un rushing game che grazie alla coppia Freeman-Coleman arrivava alla sfida del Georgia Dome come il quinto dell’intera NFL e che ha portato a casa 90 yard, un bottino comunque discreto anche tenendo conto del fatto che affrontava un cliente decisamente scomodo come il front seven dei Panthers. Il grosso delle yard tra l’altro sono arrivate grazie a Freeman (13 portate, 57 yard e una meta), mentre Coleman è stato ben  contenuto da Kuechly e compagni.

cam-newton-panthers

La difesa del team di casa non è stata perfetta, soprattutto alla voce placcaggi e nelle coperture sul pass in mezzo al campo, in cui ha concesso sei completi su altrettanti tentativi, ma ha svolto il suo compito egregiamente, oltre a far scendere i titoli di coda sul match grazie all’intercetto di Alford.

Proprio quest’ultimo, insieme ai colleghi Poole e Trufant, è stato fra i protagonisti di un secondario cha ha all’attivo due intercetti e quattro passaggi deflettati, mentre in linea il veteranissimo  Dwight Freeney ha fatto capire di poter ancora offrire un contributo importante, anche se con un impiego necessariamente limitato, ed ha ottenuto l’unico sack dei Falcons mettendo inoltre spesso in affanno Remmers, schierato tackle a sinistra per l’assenza di Oher.

Fra i linebacker da sottolineare soprattutto la prestazione del rookie Deion Jones che ha commesso un po’ di errori ma che sta offrendo un contributo importante in fatto di velocità ed aggressività alla difesa dei rossi della Georgia.

Cam Newton ha invece conosciuto la seconda sconfitta consecutiva al Georgia Dome ed ha lasciato il match per una commozione cerebrale in avvio di ultimo quarto, senza però aver esaltato. Quando è stato messo sotto pressione l’ex Auburn Tigers ha completato appena due passaggi su sette e in generale ha chiuso la gara con un non indimenticabile 14 su 25 per 165 yard e una meta.

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Il suo sostituto, Derek Anderson, ha avuto il grande merito di riaprire il match passando in poco più di 13 minuti per 172 yard, ma la palla lanciata sul primo intercetto è stata davvero brutta. Il rushing game dei Panthers è stato invece impalpabile: senza il titolare Jonathan Stewart, i Panthers hanno messo insieme appena 49 yard, trenta delle quali grazie a Newton che però di mestiere fa il quarterback. Parte del fallimento va però ascritto ad una linea offensiva che sta rendendo decisamente al di sotto del suo standard, e l’assenza di Oher non basta certo a spiegare questo crollo.

La linea difensiva di Carolina ha tenuto bene soprattutto grazie alle giocate di Short, e voti positivi sono da assegnare anche al gruppo dei linebacker, tutti sopra la sufficienza a partire da Kuechli (12 tackle e un sack per il fenomeno da Boston College) per arrivare a Thompson che ha al suo attivo numerose ottime giocate sul rushing game.

Il secondario invece è naturalmente il principale capro espiatorio per il crollo dell’intero reparto con Benwikere costantemente battuto dai receiver in maglia rossa. E una situazione già di difficoltà è diventata insostenibile durante la gara anche grazie alla sfortuna che ha messo k.o. prima Thomas Davis, il miglior linebacker sul coverage, poi il cornerback Bradberry che non stava affatto giocando male.

E che il pomeriggio sarebbe stato durissimo per Carolina, e soprattutto per il suo secondario, lo si era capito sin dall’inizio: nei primi due drive i Panthers collezionavano appena due primi down, mentre Atlanta andava a segno con un paio di touchdown. Sul primo erano decisive le tre ricezioni consecutive per 51 yard di Julio Jones, anche se la meta veniva poi realizzata sull’asse Ryan-Tamme.

Nel drive del secondo touchdown, che partiva addirittura dalle 2 dei Falcons, l’azione principale era, manco a dirlo, un completo a Jones da 43 yard, ma decisivo era anche il contributo del rushing game, che grazie ai blocchi della linea guidata dal centro Mack guadagnava 10 yard con Coleman e 32 (in due portate) con Freeman.

In apertura di secondo quarto Carolina conquistava un primo down poi doveva nuovamente cedere la palla ai padroni di casa, ma quando sembrava che Atlanta potesse già mettere una seria ipoteca sulla gara ecco il colpo di coda degli uomini di Rivera: il “passaggino” di Ryan a Freeman veniva deviato da Thomas Davis e poi intercettato da Coleman che copriva facilmente le 8 yard che lo separavano dalla meta avversaria e riportava gli ospiti a -7.

Ancora una bomba da 53 yard di Ryan a Jones permetteva poi a Bryant di calciare il field goal del 17-7, quindi era la volta di Gano che con una gran pedata da 54 yard riavvicinava Carolina.

Carolina Panthers v Atlanta Falcons

Nel terzo quarto l’attacco di Atlanta accelerava ancora e per Carolina era notte fonda, con i Falcons che andavano a segno ancora due volte con altrettanti missili di Ryan: il primo per Hooper da 42 yard era un vero spettacolo con l’ex regista di Boston College che usciva in roll sulla sua destra per poi settarsi e lanciare per il tight end assolutamente libero in profondità ma a sinistra. Nel secondo invece Robinson batteva con una doppia finta il povero Benwikere per andare poi a segnare con una ricezione da 35 yard.

Il bottino dei bianchi nella terza frazione era invece di appena 7 yard, tutte conquistate con le corse, visto che Newton confezionava un significativo 0 su 3. E Carolina sembrava affondare definitivamente, allorquando in apertura di ultimo quarto, Bryant centrava i pali con un calcio da 53 yard.

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Con poco più di 13 minuti da giocare e sotto di 24 la situazione di Carolina era disperata, ma Newton finalmente si ricordava di essere un ottimo quarterback: il drive iniziava sulle 42 dei Panthers grazie all’ottimo ritorno di kickoff di Ginn ma poi il regista da Auburn impiegava solo tre giochi, un passaggio a Brown per 16 yard, uno a Olsen per 24 poi uno a Whittaker per 17, per arrivare sulle 6 di Atlanta. Da qui, al primo tentativo, Newton trovava Benjamin per il 16-34.

Rivera optava poi per la trasformazione da due, che lo stesso Newton si incaricava di trasformare alla mano. La decisione di portare lui stesso il pallone costava però cara al quarterback che appena varcata la linea di meta veniva colpito casco contro casco dal linebacker Jones e doveva abbandonare il campo per una sospetta commozione cerebrale.

A questo punto Atlanta tirava un attimo i remi in barca e Carolina recuperava subito il possesso col nuovo regista Anderson che non perdeva tempo e dalle sue 6 trascinava i Panthers fin sulla 1 di Atlanta grazie alle ricezioni di Benjamin da 12 e soprattutto alla gran palla catturata da Funchess che rompeva due placcaggi e veniva fermato dopo un guadagno di 48 yard. A causa di due penalità Carolina retrocedeva fin sulle 16 di Atlanta ma il buon Anderson non si perdeva d’animo e con un passaggio da 14 yard trovava in touchdown Olsen, con il quale combinava anche per la trasformazione da due.

A questo punto mancavano ancora quasi quattro minuti e Atlanta era solo a +8, ma il Julio Jones show era ben lungi dall’essere terminato: Ryan trovava il suo receiver numero 11 con un passaggio corto, che Jones trasformava in una galoppata sontuosa sulla sideline per 75 yard ed era 41-26.

Riavuto il possesso Anderson riprendeva a macinare yard con passaggi medio-corti, efficaci ma dispendiosi in termini di minuti, e quando arrivava il td pass a Brown mancavano meno di due minuti alla fine. Nonostante fosse solo a +8, Atlanta costruiva un drive che aveva l’unico scopo di far utilizzare a Carolina i suoi time out, obiettivo raggiunto anche se i Panthers avevano in mano la palla del clamoroso, pareggio con 85 secondi ancora da giocare.

Anderson però, che fino a quel momento era stato quasi perfetto (16 su 19 per 163 yard) rovinava la sua prestazione consegnando la palla nella mani di Alford che riportava l’ovale in meta per il definitivo 48-33 facendo esplodere il Georgia Dome.

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