Texas ha un nuovo allenatore: Steve Sarkisian

Andiamo con ordine; nella giornata di Sabato 2 Gennaio, Texas ha deciso di interrompere il rapporto con Tom Herman sollevandolo dall’incarico di capo allenatore.

Herman conclude la sua esperienza ad Austin con un record di 32 vittorie e 18 sconfitte in 4 anni nei quali Texas ha raggiunto la finale di conference solamente una volta (perdendola) non avvicinandosi mai, nemmeno per sbaglio, ad annusare la partecipazione ai playoff.

A dire la verità il futuro di Tom Herman pareva già segnato qualche settimana fa, quando sono uscite le prime voci riguardanti la corte serrata che i Longhorns stavano facendo ad Urban Meyer, ex capo dello stesso Herman ad Ohio State, per toglierlo dalla poltrona di Fox e rimetterlo in campo, sulla sideline. Meyer però ha rifiutato le avance di Texas che sembrava quindi destinata a continuare, in maniera forse un po’ imbarazzante, il rapporto con lo stesso Herman.

Pubblicità

A tale proposito il 12 Dicembre scorso, l’athletic director dei Longhorns, Chris Del Conte, comunicava alla nazione il mantenimento dello status quo (più o meno):

Tre settimane dopo e nonostante una vittoria convincente nell’Alamo Bowl, Tom Herman non era  più l’allenatore di Texas…

Pubblicità

…e poche ore più tardi Steve Sarkisian, offensive coordinator di Alabama, ne prendeva ufficialmente il posto:

https://twitter.com/TexasFootball/status/1345484373185888256?s=20

La velocità con la quale è avvenuto l’avvicendamento lascia pensare che, al di la di quanto sostenuto pubblicamente, la volontà di Texas di cambiare allenatore non ha mai vacillato, non di fronte alla recruiting class appena firmata, non di fronte alla vittoria del Bowl. Il destino di Herman era dunque segnato, si doveva solo aspettare che i Longhorns trovassero un valido sostituto che giustificasse la spesa per il buy-out (15 milioni di dollari per Herman, 24 circa in totale per l’intero staff), almeno secondo il loro giudizio.

Enter Steve Sarkisian

Sarkisian, vincitore del Broyles Award 2020 (premio al miglior assistente) è attualmente il timoniere dell’attacco più dinamico dell’intero panorama collegiale e probabilmente uno dei più efficaci della storia di questo sport ma ha alle spalle un passato abbastanza burrascoso.

Nel 2015 quando era allenatore di USC dopo una scalata cominciata all’età di 34 anni (!!) a Washington, è stato licenziato a causa di risultati onesti ma non brillanti e, più che altro, una relazione troppo affiatata con la bottiglia: dalle stelle alle stalle. Letteralmente.

Da quel momento in poi è cominciato il suo processo riabilitativo della sua vita privata e della sua carriera che è ripresa grazie a Nick Saban, un’avventura ai Falcons in NFL ed ancora ad Alabama. Tra qualche giorno i Crimson Tide sfideranno Ohio State per il titolo nazionale, un’ultima occasione di lasciare Tuscaloosa da vincente e poi Austin, Texas, home of the Longhorns.

Avendo già avuto a che fare con un programma monstre come USC e avendo vissuto gli ultimi anni sotto l’ala di Nick Saban, è lecito pensare che Sarkisian sappia benissimo con cosa dovrà avere a che a fare a Texas: sono pochi, esattamente due (Darrell Royal e Mack Brown), gli allenatori capaci di arrivare al successo finale ma, nonostante questo, le aspettative restano monumentali, insormontabili per i più.

Cosa dovrà fare Sarkisian per raggiungere gli obbiettivi che amministratori, boosters,  e fan base  hanno per il loro amato programma di football? In questo caso particolare le soluzioni sono abbastanza ovvie ma non per questo di facile attuazione.

Cambio di cultura

Quello che è avvenuto ad Alabama nel 2008 con l’arrivo di Saban è decisamente difficile da replicare, ma non mancano esempi di come un approccio simile abbia portato risultati eccellenti (basti pensare a Dabo Swinney e Clemson).

Sviluppo del Quarterback

Il Texas è il singolo stato che produce più talento nella posizione più importante del campo:

Pubblicità
  • Drew Brees: Westlake High School / Austin, Texas – Purdue University
  • Patrick Mahomes: White House High School / Whitehouse, Texas – Texas Tech University
  • Matthew Stafford: Highland Park High School / Dallas, Texas – University of Georgia
  • Kyler Murray: Allen High School / Allen, Texas – Texas A&M University/Oklahoma University
  • Andy Dalton: Katy High School / Katy, Texas – Texas Christian University
  • Ryan Tannehill: Big Spring High School / Big Spring, Texas – Texas A&M University
  • Baker Mayfield: Lake Travis High School / Lake Travis, Texas – Texas Tech University/Oklahoma University
  • Derek Carr: Westlake High School / Austin, Texas – California State University, Fresno

Nessuno di loro è stato un Longhorn e questo è onestamente inaccettabile.

Sarkisian ad Alabama ha avuto Tagovailoa per la prima parte della stagione 2019 ma il suo vero capolavoro è stato quello con Mac Jones e l’attacco dei Crimson Tide, con Tua infortunato, non ha perso un colpo. Tutto quello che Sark ha fatto è stato modificare leggermente ed adattare il proprio attacco alle abilità di Jones, il risultato potete vederlo da soli in ogni partita di ‘Bama in questa stagione.

Creatività offensiva

L’obbiettivo di ogni attacco è quello di creare mismatch e nessuno lo fa meglio di Sarkisian. Ogni difesa di ogni squadra affrontata da Alabama si è concentrata su DeVonta Smith cercando di impedirgli di ricevere i lanci di Mac Jones, Sark ha costantemente usato le motion e ha disegnato le tracce per permettere a Smith di liberarsi. Risultato: Devonta Smith ha vinto l’Heisman Trophy, prima volta per un ricevitore dal 1991.

Lo stesso discorso va fatto per Najee Harris: quante volte lo abbiamo visto accoppiato 1 vs 1 con un difensore chiaramente inadatto a fermarlo? That’s Sark.

I Longhorns hanno talento (su questo ci torniamo a breve) ma non hanno il talento di Alabama ovviamente ma nello stato del Texas ci sono miriadi di atleti che farebbero faville in un attacco guidato da Sarkisian.

Se il nuovo allenatore sarà in grado di rendere Austin una destinazione per i migliori prospetti dello stato, evitando le incursioni degli altri big program, ricreare la magia dell’attacco dei Crimson Tide versione 2020 sarà un po’ meno complicato.

Recruiting & Development

A Texas il talento in entrata, inteso come prospetti presi dalle high school, non è mai mancato, nemmeno a Tom Herman che si è assicurato la terza migliore recruiting class nel 2018 e nel 2019.

Infatti, seguendo la blue-chip ratio, ovvero un metodo ideato da Bud Elliott di 247Sport.com che calcola la percentuale di prospetti 5 e 4 stelle (appunto i blue-chip prospect) presenti nei roster delle squadre NCAA, Texas è in un’ottima posizione.

Questa la classifica più aggiornata:

texas blue chip

Delle prime sette università, tre sono partecipanti perenni ai playoff (Alabama, Ohio State e Clemson), due lottano ogni anno per il quarto posto (Georgia e Oklahoma) e una è reduce da una delle stagioni più dominanti della storia recente (LSU). C’è bisogno che vi dica chi rimane fuori? Ricapitolando, il talento entra ed entra in quantità enorme ma non porta alle vittorie e come esce?

Dal 2010 a oggi sono 32 i giocatori in uscita da Texas draftati in NFL.

Per trovare l’ultimo Longhorn scelto al primo giro (per un pelo) bisogna tornare al 2015 quando i Patriots scelsero Malcom Brown con la 32esima assoluta. Prima di lui: Kenny Vaccaro nel 2013 ed Earl Thomas nel 2010. Stop. Per capirsi: Alabama nello stesso lasso di tempo ha prodotto 92 giocatori NFL (32 prime scelte, tante quanto i giocatori draftati da Texas in totale), Ohio State 72 (18 prime scelte), Clemson 60 (13 prime scelte), Oklahoma 59 (10 prime scelte). E mi fermo qui. La cosa più evidente che questi programmi hanno in comune è la stabilità.

Pubblicità

Avere le idee chiare in termini di costruzione del roster, su quali ragazzi investire e a quale percorso di crescita sottoporli, è fondamentale e sebbene ognuno abbia il suo metodo, ognuno dei migliori programmi lo segue alla perfezione anno dopo anno. Sanno quello che hanno in mano e sanno dove vogliono farlo arrivare. Recruiting & Development.

In conclusione

Un lavoro come quello di Texas è impossibile da rifiutare, nonostante tutto. Ci sono poche cose che contano di più del football in questo stato e, più precisamente, ce ne sono ancora meno che contano più dei Longhorns. L’unico modo per “curare” questo programma è vincere: i booster, i politici e i tifosi ingombranti non andranno mai via ma saranno molto meno inclini alle polemiche e alle lotte di potere in caso di vittorie e questo sarà, onestamente, tutto nelle mani del nuovo allenatore.

Everything is bigger in Texas, dicono, Sarkisian sarà l’ennesimo a provare a rendere Texas quello che dovrebbe essere ma che non è mai stata. Buona fortuna!

Nick Saban alabama

Merchandising Merchandising

Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.