[W01] Minnesota Vikings vs Cleveland Browns

nflMinnesota Vikings – Cleveland Browns 34-20

Era solo una questione di tempo. Il tic toc delle lancette mentre il cronometro di Minnesota-Cleveland scorreva, suonava come un’inesorabile condanna per i Browns. E così Brett Favre inizia la sua avventura in maglia viola nel migliore dei modi. Un 34-20 ancor più netto di quel che scrive il tabellone. Un 34-20 da tradurre in Adrian Peterson: 180 yard corse e 3 touchdown.
L’inizio vichingo non è da incorniciare. La scelta di aprire la stagione con un onside kick è una furbata pazzesca se riesce, una fesseria totale se va male. Childress barra involontariamente la risposta due. I Browns però sono troppo poca cosa per impensierire Minnesota. Al via non segnavano un td con l’attacco dal novembre scorso. E nel corso del match il perché si vede. Così non capitalizzano la buona posizione di partenza e marcano solo tre punti. Solo si fa per dire viste le difficoltà offensive evidenziate dai ragazzi dell’Ohio.
I Vikings dal canto loro partono con le ridotte. Tre e fuori. Il pareggio arriva a fine primo quarto dopo un drive di oltre sei minuti. La speranza di Cleveland sono i ritorni di Cribbs. Ovvio che non è agevole mettere punti in dispensa. D’inerzia mettono il naso avanti i vichinghi. Darius Reynaud fissa un buon ritorno e il secondo quarto si apre con Peterson in end zone da una yard (l’unica yard corsa nel periodo prima dell’intervallo!). Brady Quinn prova a replicare. Segna con Braylon Edwards ma i punti vengono ripresi dagli arbitri perché il wr è stato spinto fuori dal campo (interferenza) e ha toccato la palla portata in end zone prima di rimettere sul terreno di gioco entrambi i piedi. Tre punti soltanto, alla fine del drive.
L’inconsistenza di Cleveland, la sonnolenza dei Vikings, le penalità e qualche drop di troppo portano dritti alla scossa firmata da Joshua Cribbs. Un ritorno di punt fenomenale per un vantaggio illusorio. Consueto punto debole gli special team gialloviola.
Tic toc tic toc. Nella seconda parte di gara esplode la bomba ad orologeria col numero 28. Peterson decolla. Le maglie marroni, più stanche, sono meno compatte. Si aprono varchi. Segna subito un altro td corto. Cedric Griffin riprende immediatamente la palla (intercetto sull’ennesima incomprensione Quinn-Edwards) e permette a Favre di imbastire il suo primo passaggio da sei punti con la nuova maglia. Lo raccoglie Harvin, alla prima realizzazione tra i pro. Il rookie da Florida dà sostanza e fantasia ai Vikings. Corre, riceve, ritorna. Le armi in attacco non mancano proprio.
Altre penalità, altri drop per i marroni, che non approfittano mai di un Joe Thomas stratosferico contro Jared Allen. Si entra nei 15′ conclusivi con la gara in ghiaccio. Si aspetta solo la parola fine ed a scriverla prima del tempo è ancora AP. Favoloso il td da 64 yard in cui oltre ai soliti tagli e alla solita immarcabile velocità si permette anche di: fermarsi, sbarazzarsi con una manata di un defensive back e ripartire.
Il resto è garbage time in cui Quinn riesce finalmente a far segnare i suoi con un passaggio a Robert Royal. E Favre si riposa sulla sideline con Tarvaris Jackson in campo.
Childress non può illudersi. I Browns non sono un banco di prova nemmeno vagamente indicativo. Il canovaccio da seguire però è questo. Corsa. Tanta in molti modi diversi senza sovraccaricare Peterson, che prima o poi la zampata la piazza. Preservare Favre. Prima o poi servirà anche il suo talento per vincere le partite, nel mentre deve limitarsi a gestirle.
Mangini ha una mole di lavoro da svolgere spaventosa. Se Jamal Lewis è l’unica nota lieta della serata (senza contare Cribbs) i problemi sono davvero innumerevoli. E tra questi Edwards è il primo della lista.

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