[NFL] Week 5: Belli anche di giorno (Houston Texans vs Minnesota Vikings 31-13)

Lo U.S. Bank Stadium di Minneapolis ospita la prima partita pomeridiana della sua storia, trepidante di vedere i suoi Vikings vincere l’ennesima partita (la quinta) di una stagione per ora perfetta. Non c’è Stefon Diggs, ricevitore e playmaker offensivo, che si aggiunge alla lunga – ininfluente – lista di assenza in viola.

Il primo possesso è proprio dei vichinghi, che confermano quanto detto settimana scorsa nella cronaca del Monday Night: l’attacco della squadra di Mike Zimmer è basilare, ma funziona. È altresì evidente che Sam Bradford ha preparato ancora meglio questo impegno: non tarda a lanciare una palla lunga, e la prima della contesa finisce tra le mani di Adam Thielen (7 ricezioni, 127 yard, TD), che lascia sul posto Jonathan Joseph ed è solo in End Zone.

Il secondo drive di Minnesota è ancora più eloquente. Dapprima Matt Asiata guadagna 23 yard su un passaggio corto, poi una penalità di Jadeveon Clowney vanifica la buona difesa dei Texans in Red Zone regalando allo stesso Asiata i punti del 14-0.

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La stessa grande difesa si ripete nel secondo quarto, quando i Vikings vengo definitivamente fermati a una yard dalla terza meta. Blair Walsh fa 17-0 per rendere imperfetta la partita dei padroni di casa, che subito dopo riceverà però l’ennesima impennata.

Marcus Sherels ritorna il punt dei Texans che segue da lì a pochi minuti per il touchdown del 24-0. Lo fa con una facilità evidente, simboleggiando in tutto e per tutto il pomeriggio assolato dei giocatori di Minnesota, padroni di una contesa che si diceva essere a loro favore ma con proporzioni differenti.

La cronaca termina qui, perché, sinceramente, cosa volete vi venga raccontato? Che dopo un tempo di three-and-out (6 alla fine) Brock Osweiler completa finalmente qualche passaggio per DeAndre Hopkins, sfornando l’unico contributo tangibile ai 13 punti dei texani? Che i Vikings congelano ulteriormente il gioco tenendo la palla per 9 minuti nell’ultimo periodo di gioco?

Come avete potuto intuire, e questo è giusto notarlo, l’attacco di Houston non esiste. Come settimana scorsa, Everson Griffen fa ciò che vuole contro il left tackle ospite, minacciando sempre Osweiler. La dimostrazione è l’unico intercetto della partita. Griffen a grandi passi dietro l’ex Broncos lo costringe e lanciare: Will Fuller è molto indietro nella traccia, anche solo per ragioni di tempo, e la palla finisce facile in mano a un difensore di casa. Ma il terzo quarto è didascalico, molto più importante è questo dato: sul 24-0 Osweiler era 2/8 per 7 yard.

E, intendiamoci bene, la difesa dei Vikings è fantastica. Ma ieri era difficile distinguere quanto bene facessero loro e quanto male invece si muovesse Brock e il resto dell’attacco del Texas. Fuller e Hopkins non hanno avuto una singola occasione per tutto il primo tempo, rendendo facile la vita a Minnesota, con Osweiler a cercare Lamar Miller o il tight end C.J. Fiedorowicz senza successo. Come settimana scorsa, i difensori di Minnesota arrivano prima sul pallone e con maggiore concentrazione.

Houston Texans v Minnesota Vikings

I Texans sono “rotti” a talmente tanti livelli che è difficile pensarli vincenti, cosa che però potremmo essere costretti a fare: i Titans non eccellono, i Colts sono disfunzionali, vecchi e sofferenti, i Jaguars sono i Jaguars. In questa AFC South non si sa chi scegliere, ed è una brutta notizia il fatto che una di queste quattro ai Playoff debba andarci per forza.

I Vikings invece continuano (unici ormai nella lega) nell’inseguimento della stagione perfetta. Cinque vittorie su cinque, il bye per ricaricare le pile in vista e molte armi nuove che non credevano di possedere. Adam Thielen, a esempio: il ricevitore da Minnesota State sfrutta l’assenza di Diggs per ricevere sette degli otto palloni a lui destinati. In questo 2016 sta guadagnando 600’000 dollari, e simboleggia perfettamente quanto a Minnesota possano fare a meno dei titolari.

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Nel discorso rientrano Bradford – meglio di lunedì scorso – e la coppia Asiata-McKinnon (92 yard in due solo su corsa). Forse a soffrire più di tutti è stata la linea offensiva: Clowney e Whitney Mercilus (2 sack) non hanno avuto problemi a scivolare nel backfield di casa, costituendo l’unica vera minaccia al dilagare di Minnesota.

Per il resto la capolista della NFC North pare inattaccabile e il calendario è sicuramente favorevole: Philadelphia al ritorno in campo, poi la trasferta di Lambeau Field alla penultima giornata. In mezzo molte squadre che sono, oggi 10 ottobre 2016, sicuramente peggiori di questi Vikings, prominente candidata al Super Bowl in NFC.

Anche gli Houston Texans lo erano (per la AFC): dopo l’infortunio di J.J. Watt e il ritorno sulla Terra dello strapagato Brock Osweiler – 16.4 di rating quando sotto pressione – si devono però rendere conto di non esserlo più. Ennesima dimostrazione, di cui siamo sicuri non ci sia bisogno, che sperperare in free agency è spesso controproducente. Il Super Bowl casalingo si allontana ma, attenzione, come detto la AFC South potrebbe essere pure più mediocre di questi indifendibili Texans.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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