Tyreek Hill non è stato squalificato
A metà marzo vi avevamo raccontato della squalifica di otto giornate per Kareem Hunt e dell’apertura di una indagine NFL su Tyreek Hill.
Una televisione locale di Kansas City aveva pubblicato la notizia che Tyreek Hill era sotto indagine da parte della Polizia di Overland Park (la città del Kansas in cui vive) per percosse nei confronti del figlio che avrebbero portato alla rottura del braccio del bambino.
La NFL appresa la notizia aveva iniziato una sua investigazione interna come fatto in altri casi del genere, vedi la mega squalifica di Adrian Peterson per percosse al figlio o le sei giornate a Ezekiel Elliott per violenza domestica.
Ad aprile era stato pubblicato, sempre da KCTV, un audio della durata di 11 minuti nel quale si sente la sua fidanzata Crystal Espinal chiedere spiegazioni sulle percosse al bambino e sul perché sia così violento col bambino ricevendo una risposta eloquente su quanto anche lei debba essere terrorizzata da lui!
La registrazione riporta anche il tentativo dei due di accordarsi per dare una versione univoca alla polizia che possa spiegare le lesioni sul bambino.
La prima decisione presa dal tribunale è stata quella di togliere il bambino dalla custodia dei genitori mentre a fine aprile il District Attorney (più o meno il nostro Pubblico Ministero) decise il non luogo a procedere perché c’è certezza che un crimine è stato commesso, ma non da parte di chi.
A distanza di due mesi e mezzo si è conclusa l’indagine della NFL che sulla base delle informazioni raccolte ha dichiarato Tyreek Hill non punibile, di conseguenza da oggi il ricevitore dei Kansas City Chiefs torna un giocatore a tutti gli effetti e potrà partecipare al training camp della squadra che inizierà il 25 luglio.
La NFL ha dichiarato di non essere riuscita ad avere tutte le informazioni sul caso sia perché coperto dal segreto istruttorio sia perché la fidanza di Hill non ha voluto parlare con gli investigatori inviati dalla Lega, tenendo comunque aperta una porta ad una eventuale riapertura del processo disciplinare nel caso emergessero altre prove in futuro.
Nelle ultime 24 ore sui vari social media è esplosa l’indignazione nei confronti della NFL per non aver punito quello che per molti è un evidente caso di violenza domestica, ma tutto questo pone la Lega davanti ad un dilemma sempre più difficile da sciogliere: fino a che punto è autonoma nel punire i suoi tesserati? Deve per forza esserci una sentenza o a volte la ragion comune deve prevalere?
Non ci sono risposte semplici, ma nel passato ci sono stati casi nei quali la NFL ha preso una decisione senza che ci fosse una sentenza del Tribunale, come ad esempio nel caso di Adrian Peterson o di Ezekiel Elliott nel 2017. Possiamo immaginare che in questo caso trovandosi la NFL senza prove, senza testimoni e senza ammissione diretta da parte del giocatore, la scelta di non punire Hill, ma di non chiudere il caso, sia sembrata per Roger Goodell la più sensata per evitare il ricorso al tribunale da parte del ricevitore dei Chiefs.
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