Le otto città della Alliance of American Football

La Alliance of American Football fa sul serio, almeno apparentemente. La lega che dovrebbe partite l’anno prossimo subito dopo il Super Bowl NFL, ha infatti annunciato sia le otto città che ospiteranno le otto squadre partecipanti, sia i loro head coach e, visti i nomi che circolano, si preannuncia una lega molto interessante e da seguire con particolare attenzione.
Le squadre si chiamano tutte “Alliance of (nome città)”, ma non è chiaro se resterà così oppure ognuna delle franchigie sceglierà un proprio nickname. Diciamo che è l’aspetto meno importante, a dire il vero.

Quali saranno, quindi, le otto città che ospiteranno gli incontri della AAF?

Andando in ordine alfabetico: Atlanta, Birmingham, Memphis, Orlando, Phoenix, Salt Lake City, San Antonio e San Diego. Come si può vedere da questo elenco, sono quasi tutte città che, in un modo o nell’altro, hanno già avuto a che fare con il football professionistico. Addirittura ad Atlanta e Phoenix si andrà direttamente in concorrenza con i Falcons ed i Cardinals della NFL. San Diego ritrova il football professionistico dopo aver perso i Chargers, mentre le solite Orlando, Memphis, San Antonio e Birmingham tentano per l’ennesima volta di proporsi come mercato appetibile per il football pro, dopo aver ospitato franchigie di WFL, USFL e WLAF, per fare solo i nomi delle leghe più famose, e dopo aver perso diversi ballottaggi in occasione di spostamenti di franchigie NFL o espansioni.

Spicca l’assenza di St.Louis che, fino all’ultimo, era una delle città ritenute più probabili per ospitare una squadra, ma che all’ultimissimo è stata sopravanzata da San Antonio nella “lotta tra santi” per l’ultimo spot disponibile. Ha giocato a favore della città texana il fatto che lo stadio di St.Louis, l’ex casa dei Rams, fosse indisponibile per la stagione 2019.

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La novità è rappresentata da Salt Lake City. La città dello Utah che ospita la comunità mormone, è finalmente riuscita ad ottenere la propria squadra pro di football. Sarà interessante vedere come la franchigia saprà convivere con la maggioranza mormone che, ricordiamo, considera la domenica sacra e dedicata al riposo, rendendo impossibile qualsiasi attività sportiva o ricreativa.

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Oltre all’annuncio delle otto sedi di franchigia, come dicevamo in apertura, sono stati nominati gli head coach delle otto squadre.

Ad Atlanta a guidare le operazioni sarà Brad Childress, dal 2006 al 2011 head coach dei Minnesota Vikings, mentre come offensive coordinator ci sarà nientemeno che Michael Vick, che ad Atlanta conoscono abbastanza bene.
A Birmingham farà il suo esordio nella posizione di head coach Tim Lewis, ex defensive coordinator di Steelers e Giants, che si ritrova per la prima volta in carriera al posto di comando.
A Memphis ritroveremo una vecchia conoscenza della NFL: Mike Singletary. Una carriera da atleta sicuramente migliore di quella da allenatore, ingletary ha avuto la sua ultima esperienza da capo allenatore a San Francisco nelle stagioni 2009-2011, non lasciando esattamente un buon ricordo.
Per una franchigia basata in Florida la scelta non poteva che cadere su Steve Spurrier. La leggenda dei Florida Gators guiderà la franchigia di Orlando, con la speranza di ripetere le tre stagioni positive registrate con i Tampa Bay Bandits della USFL.

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A Phoenix hanno deciso di scommettere sul ritorno al football allenato di Rick Neuheisel, ex capo allenatore di UCLA che però, da qualche anno a questa parte, si era accomodato in tribuna dietro ad un microfono prima per il PAC-12 Network e dal 2015 per la CBS.
Dennis Erickson, invece cercherà di predicare football nella terra dei Mormoni, a Salt Lake City. Una carriera svolta prevalentemente nel football collegiale, Erickson ha nel suo curriculum due incursioni nel football professionistico prima con i Seahawks e poi con i 49ers.
A San Antonio ritroveremo Mike Riley, un’altra leggenda del college football a volte prestato alla NFL (Chargers 1999-2011 e Saints 2002), che può vantare ben due Grey Cup vinte con i Winnipeg Blue Bombers alla sua prima esperienza nel footbal pro.
A San Diego, infine, guiderà la squadra il coach che più ci intriga vedere all’opera. La franchigia che dovrà cercare di sostituire i Chargers nel cuore dei “Sandieghini” sarà infatti Mike Martz, la mente che ha creato a St.Louis il Greatest Show On Turf, l’attacco forse più rivoluzionario e divertente della prima parte del ventunesimo secolo.

Nelle prossime settimane le franchigie inizieranno a contattare i giocatori, anche se non è ancora ben chiaro se verrà fatto un draft vero e proprio oppure sarà una “guerra senza quartiere” tra i GM delle varie franchigie. Nulla si muoverà, comunque, prima dell’inizio della regular season NFL quando le 32 franchigie della lega maggiore dovranno effettuare i tagli necessari a portare i roster a 53 unità. Da quel momento, un esercito di giocatori sarà disponibile per la Alliance of American Football.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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