[NFL] Week 13: Il pagellone NFL

Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico. E’ il nostro pagellone NFL!

Voto 10: Russell Wilson

In poco più di un anno questo giocatore si è trasformato da un “one-drive man”, cioè uno che ha bisogno di una sola serie per vincere una partita, al capitano di un vascello alla deriva che imbarca acqua da tutte le parti. Una volta riuscito a liberarsi del pallone prima assorbendo così le 10deficienze di una linea offensiva inguardabile, Wilson è tornato a essere decisivo. Nelle ultime due partite segna 8 touchdown (più uno su corsa) per più di 10 YPA e Seattle torna prepotentemente vicino alla testa dei Power Ranking. Si rafforza prepotentemente la convinzione che di gente come il suo quarterback ne nasca una ogni vent’anni e la possibilità di far ravvedere chi, come il sottoscritto, riteneva esagerato il contratto firmato in offseason.

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Voto 9: David Johnson

Tra dieci anni guarderemo indietro a questa classe di runningback e capiremo quanto siamo stati fortunati. David Johnson è solo uno dei tanti fenomeni partoriti dal draft 2015. Non sono solo le 100 9yard su corsa o il TD su ricezione. Il rookie da Northern Iowa blocca come un veterano, riconosce i blitz come un fullback, è utile quanto qualsiasi altro compagno in una squadra destinata alla gloria. I Cardinals procedono fiduciosi verso il bye alla prima di Playoff e pazienza se Chris Johnson e Ellington non ci saranno…

Voto 8: Marcus Mariota

Quando l’abbiamo visto sprintare per quel guadagno di 87 yard è stato impossibile non chiedersi perché non lo faccia più spesso. La falcata è quella di un velocista, probabilmente meglio, Vick escluso, di 8qualsiasi altro QB nella storia della NFL. L’avversario ha aiutato nel raggiungere numeri astronomici anche sui lanci, ma l’hawaiano, che mostra per la prima volta il suo potenziale astronomico, può considerare la partita contro i Jaguars come la prima di una lunghissima serie di prestazioni mostruose a cui dovremo abituarci.

marcus mariota titans

Voto 7: Sammy Watkins

Buffalo è probabilmente il posto sbagliato per lui. Watkins è uno che con una manciata di ricezioni supera agevolmente le 100 yard, e contro i Texans lo fa per portare alla vittoria i suoi. Il ricevitore da Clemson sarebbe, in un’altra realtà, uno degli attaccanti più prolifici dell’intera7 NFL rivaleggiando con Antonio Brown, Julio Jones, Calvin Johnson. Si deve accontentare però di fare il massimo possibile in una squadra che non predilige più di altre il gioco aereo e che gli affida una manciata di target. Domenica con soli 4 di questi ha messo insieme 3 ricezioni, una segnatura, 109 yard. In pratica il ricevitore più efficiente della giornata.

Voto 6: Malcolm Jenkins

La rivalsa delle secondarie di Philadelphia, abusate nelle due precedenti settimane, passa dalle mani del veterano da Ohio State. Un intercetto ritornato per 99 yard di cui ha poco merito (e sicuro non più del suo collega che ferma il passaggio di Brady e di alcuni dei blocchi ricevuti) ma 6 che riporta gli Eagles incredibilmente in corsa nella division. Il premio di giocatore difensivo della settimana è a dir poco di manica larga, ma il valore simbolico della giocata che scagiona molti colpevoli del 2015 di Phila quantomeno giustifica la presenza in questa pagella.

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Voto 5: La disciplina dei Tampa Bay Buccaneers

I Bucs di Jameis Winston sono 6-6, sono la terza Wild Card della NFC e quindi in corsa per i Playoff. Il tutto partendo dalla prima assoluta; un risultato invidiabile, ma che probabilmente è migliorabile. Grossa falla nella truppa di Lovie Smith il numero di penalità. 10 a partita, accettate. 4 a partita prima dello snap. 5,5 a 5 partita fuori casa. In tutte e tre queste statistiche sono primi. E la vittoria contro i Falcons non fa difetto: Doug Martin avrebbe avuto 40 yard a referto in più se i suoi non si fossero macchiati di alcuni falli. Il problema è che forse alla fine dell’anno una W o una L farà tutta la differenza del Mondo. Tra una qualificazione e la visione dei Playoff dal divano.

Voto 4: DeSean Jackson

Classico giocatore di cui non si fa in tempo a parlar bene (pagelle, settimana scorsa) che lui si adopera per smentirti. A neanche due minuti dalla fine dell’importante Monday Night, aizza la folla per supportarlo in un ritorno di punt che si dimostrerà tragicomico. Dapprima si incunea sulla sideline, poi torna indietro, 4 rischia quasi la safety, poi torno al centro del campo, viene placcato da sette avversari e, frastornato dalla corsa senza senso, perde il pallone elo cede ai Cowboys, che vinceranno la partita. Bravo DeSean, non ti nominiamo più!

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Voto 3: Teryl Austin (o chi per lui)

Grande vittoria, due su due contro i Packers, dai che forse riusciamo ancora ad arrivare ai Playoff. Poi una penalità dubbia e Rodgers con zero secondi sul cronometro. Smarriti, i leoni si allineano in modo decisamente ridicolo. Tengono i ricevitori fuori sull’Hail Mary finale, e due 3cornerback a pattugliare le sideline. Il “Motown miracle” avviene al 70% perché gli dei del football l’hanno voluto e al 30% perché i Lions, il loro defensive coordinator o chiunque abbia partorito l’idea “Abbiamo già vinto!” ha sbagliato.

Voto 2: Tom Coughlin

Confortevolmente in vantaggio nel derby di New York, Coughlin commette fondamentalmente un solo errore: non ripararsi contro gli screen avversari. Dopo qualche drive di studio, Ryan Fitzpatrick prende le misure alla aggressiva difesa dei Giants, macinando più yard che mai in carriera. E il tutto 2semplicemente applicando una serie di screen a cui i biancoblù non riescono a porre rimedio. Con i redskins perdenti, sarebbe stata una bella occasione per mettere il naso nella post season. Peccato che Coughlin, sul cui siluramento si rincorrono voci sin dal secondo Superbowl vinto a New York, sia letargico nel gestire la partita del Metlife Stadium.
Nota: siamo d’accordo con la chiamata sul quarto down che ha portato all’intercetto di Eli, ma anche su quella ammettiamo possa scatenarsi il pubblico ludibrio.

Voto 1: Mike Pettine

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I nodi continuano a venire al pettine (passateci la battuta): il comportamento dell’head coach di Cleveland è stato abbastanza sconcertante sin da quando ha tenuto in panchina Johnny Manziel per “avergli mentito”. Domenica ennesima ricorrenza, con un corpo ricevitori decimato ma in ogni caso male utilizzato. Bowe e Pryor dichiarati 1“out” probabilmente per scelta tecnica, con Austin Davis che, una volta perso Travis Benjamin, non sa da che parte girarsi. È palese che l’allenatore da North Penn High abbia perso completamente la squadra, o che stia trovando metodi creativi per un tanking goffo. Da quel punto di vista, è sulla buona strada.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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