[Week 6] Dallas Cowboys vs Arizona Cardinals
Dallas Cowboys – Arizona Cardinals 24-30 (ot)
La parte più brutta per i Cowboys è arrivata alla fine. E non si tratta del punt bloccato e riportato in touchdown dai Cardinals per vincere la partita nel supplementare, ma della notizia dell’infortunio a Tony Romo: un dito rotto nella mano che usa per lanciare lo costringerà ad uno stop che si dice possa essere di un mese circa.
La notizia è grave per tanti motivi: ovviamente perché si tratta del qb titolare, ed uno dei migliori della NFL; poi perché dietro di lui a roster c’è poco o nulla, a parte Brad Johnson che sarà anche eterno ma ha 40 anni e non parte da titolare da due anni; infine perché in questo momento Dallas aveva bisogno di molte cose, ma non di un infortunio al propri leader.
A prescindere da come sia andata sul serio la partita, infatti, i Cowboys ieri hanno fatto vedere quale sia la loro situazione attuale: alti e bassi. Ma una squadra come questa, strapiena di talento in ogni posizione, che punta decisa al Superbowl, non può continuare così, alternando momenti in cui sembrano inarrestabili a momenti in cui fanno una fatica immane. “Sporadica” è stato l’aggettivo usato da Wade Phillips per definire sia la partita di Tony Romo che quella di tutta la sua squadra, ed è, oggettivamente, perfetto. Solo che una squadra con le aspirazioni dei Cowboys non può essere “sporadica”. La partita di ieri, si diceva: un grande su e giù, avanti uno e poi avanti l’altro, con l’impressione netta che a decidere tutto siano stati, alla fine e senza voler togliere niente a nessuno, gli special team.
È stato così nel primo gioco della partita, quando JJ Arrington ha riportato in end zone il calcio d’inizio, correndo per 93 yards. E prima dell’intervallo, quando il kickoff dei Cowboys (dopo il touchdown di Crayton che aveva pareggiato la gara) è sfuggito ai Cardinals ed è stato ricoperto da Dallas. E ancora alla fine di questo stesso drive, quando Nick Folk ha visto respinto dal palo il suo calcio da 37 yards: 3 punti che, alla fine, avrebbero evitato ai Cowboys il supplementare. Fino alla fine dei tempi regolamentari quando è stato di nuovo Folk a infilare il fg del 24-24, non senza la suspence di un primo tentativo bloccato da Arizona ma annullato perché gli stessi Cardinals avevano chiamato in extremis il timeout del classico “icing the kicker”.
E, ovviamente, anche nel supplementare: Dallas riceve la palla, ma il drive non porta a nulla, anzi a causa di un sack subito si trova costretta al punt dalle proprie 15 yards. E lì Sean Morey e Monty Beisel si avventano praticamente indisturbati sul punter: il primo blocca il calcio, il secondo raccoglie il pallone ed entra in end zone chiudendo il discorso.
Però, pur ribadendo quanto detto ui Cowboys, va anche detto che questi Cardinals sono molto diversi dalla squadra a cui a Phoenix erano abituati fino a non molto tempo fa. Adesso sono 4-2 in classifica, e con due partite di vantaggio sui più vicini inseguitori, i 49ers. Certo, la pochezza delle division – complice anche l’ecatombe di infortuni che ha colpito Seattle – è imbarazzante, ma resta il fatto che la squadra che Whisenhunt ha per le mani non è affatto male, e anche “contrattempi” come l’indisponibilità di Anquan Boldin sono assorbiti senza grossi traumi (complice anche l’esplosione di Steve Breaston). Quando un giorno anche il rebus su Matt Leinart sarà risolto, allora i Cardinals potranno essere davvero una forza permanente della NFC.
