NFL Preview 2017: Carolina Panthers

Un passo fuori dall’Olimpo l’anno prima, a un passo dall’abisso il successivo. Questa è la storia dei Panthers e di Cam Newton, MVP della Lega e a un Super Bowl di distanza dal legittimarsi già ora tra i grandi di sempre nel 2015, tragico protagonista nell’implosione di Carolina nel 2016.

Per questo l’offseason è trascorsa alla ricerca di talento da mettere al suo fianco, per dargli maggiori opzioni e togliergli dalle spalle parte di quel suo dover essere decisivo a ogni costo. Nella scorsa regular season, dopo aver lottato fino allo scadere nel re-match della finale contro i Broncos e dopo la vittoria contro i Niners, ecco quattro sconfitte consecutive a spezzare i sogni di rinascita. Il 5-5 a chiudere l’annata non può bastare e i sogni sono rimandati, con gli interessi di un ultimo posto in NFC South che brucia. Almeno di un anno, anche se all’orizzonte non ci sono soltanto luci.

OFFENSE

Non siamo impazziti dando soltanto 7 a un attacco potenzialmente infernale come questo. Il problema è uno soltanto: ci sarà un Newton da 45 touchdown (35 TD pass + 10 su corsa) e 4.473 yard (3.837 al lancio e 636 su corsa) al timone o la sua pessima copia che lancia con il 53% scarso e corre per “appena” 359 yard in 90 portate? Chi può dirlo.

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La sua medical history racconta di tanti, troppi problemi fisici cui far fronte. Era quindi necessario, e ancor di più dopo la partenza di Ted Ginn Jr. e Philly Brown, potenziare il reparto per togliere pressione e dare linfa vitale alla linea per provare a diminuire drasticamente il numero di 36 sack subiti l’anno passato da Cam.

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Christian McCaffrey, ottava scelta complessiva al Draft, è una gemma per l’attacco. Un runningback tuttofare, che ha polverizzato il record di Barry Sanders per yard in una stagione (3.864 contro 3.250) e che sa essere decisivo anche in ricezione. Lo stesso si può dire per la scelta numero 40, Curtis Samuel, simile alla precedente, ma di altrettanto indubbio valore.

Con Kelvin Benjamin e Devin Funchess il reparto dei wide receiver dei Panthers sprizzerà di giovane vitalità ed è pronto a esplodere. Ancor più pressione sul primo citato, dopo che 941 yard e 7 touchdown hanno ridato sicurezza in seguito al grave infortunio che ne ha pregiudicato la stagione nell’anno del Super Bowl perso. Le certezze si chiamano Greg Olsen, da tre anni oltre le 1.000 yard, come nessun tight-end prima di lui, e Jonathan Stewart, runningback salito a quota 9 touchdown pur nel disastro complessivo dell’anno passato.

La linea ha aggiunto tra i tackle Matt Kalil, arrivato da Minnesota a far compagnia al fratello più grande Ryan, centro, e Taylor Moton, scelta n° 64 al Draft, uno dei migliori prodotti a destra dell’intero lotto. I presupposti per far bene, anzi alla grande, ci sono tutti. Per averne la certezza si prega di chiedere a Cam Newton.

DEFENSE

Dovessimo analizzare soltanto il front seven, i Panthers si avvicinerebbero alla perfezione. Dopo la trade che ha portato Kony Ealy, mai in grado di raggiungere le aspettative di Carolina, ai Patriots, ecco Julius Peppers di ritorno sulla strada di casa. Sarà il canto del cigno, ma la sua presenza si farà sentire sul campo (7.5 sack nella scorsa stagione, 143.5 in carriera) tanto quanto nello spogliatoio. A lui si aggiunge Daeshon Hall, scelta numero 77 al Draft, pronto a crescere proprio alle spalle dell’ex Packers.

Gli altri protagonisti sono i soliti noti, ma è doveroso lodarli a dovere. I Panthers sono una macchina che produce 47 sack in una stagione negativa e la gran parte arrivano dagli straordinari uomini di linea, a partire da Kawann Short, 6 sack e 8 tackle for loss nella scorsa regular season.

David Johnson arizona cardinals

Impossibile dimenticarsi poi, ovviamente, di due tra i migliori linebacker della Lega, Thomas Davis e Luke Kuechly: complessivamente 208 tackle, 4.5 sack, 11 tackle for loss, 10 pass deflected e 4 intercetti. Ah, per la cronaca. Kuechly ha giocato soltanto 10 partite a causa di una durissima concussion subita contro Jacksonville. Numeri stratosferici, mentre dovrà salire di colpi Shaq Thompson, 25° scelta assoluta un anno fa, al loro fianco.

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La vera mancanza del reparto è in secondaria. Josh Norman non è stato sostituito a dovere, soprattutto a livello emotivo e di leadership. Per questo è gradito il ritorno di Captain Munnerlyn dai Vikings e l’arrivo di Mike Adams dai Colts, anche se si sarebbe potuto pescare meglio in free agency almeno in questo caso. Il classe ’81 è un’icona NFL, ma la carta d’identità potrebbe pesare sul suo rendimento.

Gli aspetti più positivi si chiamano Kurt Coleman, 11 intercetti nelle ultime due stagioni, e James Bradberry, 63° scelta nel 2016 capace di prendersi un posto da titolare grazie a 10 pass deflected e 2 intercetti in un’ottima stagione da rookie.

COACHING STAFF

Anche qui, il voto sarebbe potuto essere assai più alto. Ron Rivera è uno dei migliori head coach nel passato recente di questo sport, ha portato a casa per due volte il titolo di NFL Coach of the Year e ha rivoluzionato un intero movimento. Insieme con il general manager, Dave Gettleman, incredibilmente licenziato dopo un record di 40-23-1 a Carolina per richiamare in città Marty Hurney, architetto della disfatta pre 2012. Scelta a dir poco incomprensibile.

Ron Rivera Carolina Panthers

Il defensive coordinator, Sean McDermott, è finito da head coach sulla panchina dei Bills e mancherà non poco al reparto di punta del team, ma Steve Wilks conosce bene le dinamiche di un meccanismo vincente e potrà valorizzarlo a dovere. Mike Shula resta al timone dell’attacco ed è un bene: la rinascita dei Panthers passa soprattutto da Newton e compagni.

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching staff

Un'offseason di valore nel potenziare la squadra tanto quanto deleteria per ciò che riguarda le figure istituzionali della franchigia. Rivera è atteso all'ennesimo miracolo, ma senza la rinascita di Newton e il consueto apporto difensivo non potrà andare lontano.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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