[NFL] Russell Wilson e il contratto che non otterrà

Nel marzo del 2016 il contratto di Russell Wilson, quarterback dei Seattle Seahawks, scadrà. Tale contratto prevede un pagamento al giocatore di 1,542 milioni di dollari in questo ultimo anno che rimane nell’accordo che firmò appena scelto al draft. È una cifra ridicola, visto che rappresenta il quarantesimo gettone per un QB in NFL. In pratica ci sono 39 quarterback che guadagnano di più del campione del quarantottesimo Superbowl. Conseguenze dell’organizzazione economica della NFL. Ovviamente Wilson vorrebbe che i Seahawks ritoccassero tale cifra, e crede di meritare di essere il giocatore più pagato della NFL. Un bel balzo, da 1 milione e mezzo a circa 25 milioni l’anno.
Sono due le domande a cui rispondiamo a bruciapelo. Russell Wilson merita di essere il QB più pagato nella lega? No. I Seattle Seahawks daranno a Wilson tale contratto, soddisfando le sue richieste? No.
Risposte perentorie, ci rendiamo conto, ma totalmente giustificate. Il tutto si riassume nello stabilire se Wilson sia o meno il miglior giocatore in NFL, cosa che, ci sbilanciamo, sicuramente non è.

Negli ultimi due mesi, il dialogo tra Wilson e il management della sua squadra si è rivelato alquanto piccato. Il QB vuole 120/125 milioni in 5 anni (circa 3 all’anno in più di Aaron Rodgers), Seattle gliene vuole dare solo 80. C’è chi ipotizza che i Seahawks possano taggarlo per due anni consecutivi (quindi fino al 2017), risparmiando circa 30 milioni nei prossimi tre anni. C’è persino chi pensa che i bi-campioni della NFC lasceranno tranquillamente Wilson andare in free agency. La ragione per cui esistono così tante prospettive nella testa degli addetti ai lavori è che Russell Wilson non è un giocatore a cui è “obbligatorio” dare il migliore contratto possibile.

Russell Wilson

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Un punto a favore del prodotto di Wisconsin è sicuramente il record: 36-12 da partente dal 2012 (solo Peyton Manning ha fatto meglio a Denver), un Superbowl vinto, uno perso, un Championship della NFC (2015) vinto dimostrando una resistenza, un coraggio e una leadership spaventosa, soprattutto per un ventiseienne. Si può tranquillamente concludere che Wilson è il quarterback più vincente di sempre in relazione a età e anzianità nella lega.

Per il resto, Russell Wilson è un quarterback di alto livello NFL, ma non paragonabile a Rodgers. Per i sistemi di valutazione statistici più avanzati (Total QBR di ESPN, DYAR di football outsiders e anche per ProFootballFocus) Wilson non è nemmeno nella top ten. Gente come Ryan Tannehill, Tony Romo, Joe Flacco lo precede. Figuriamoci Rodgers, sempre nelle prime posizioni.
Wilson è un quarterback che rende al suo massimo da passatore “veloce”: ha uno dei migliori rating mantenendo il pallone in mano per 2 secondi e mezzo o meno. Quando la tiene di più, è il peggiore dei partenti NFL. È ovvio che la differenza Wilson la faccia con le gambe, uscendo dalla tasca e correndo prendendo primi down fondamentali; ciò è vero, ma conoscendo i suoi limiti da passatore puro, Wilson tende a usare troppe volte la corsa, incappando spesso nel sack (QB più placcato in NFL). La valutazione scende drasticamente in caso di terzi down: terzultimo per efficienza. Rodgers? Primo.

Parliamo ora della NFL come organo in continua trasformazione: vero, Wilson non è quello che si dice un elite QB, ma usa la option come nessuno e con spazio corre come un runningback, forse meglio. Quali sono però gli altri QB di successo in NFL quest’anno? Ben Roethlisberger (che ha prodotto nel 2014 più yard che in qualsiasi sua altra stagione), Rodgers, Andrew Luck. Quelli che ne hanno avuto meno? Colin Kaepernick e Robert Griffin III. È chiaro che le difese si stiano preparando per gestire QB avversari mobili, ma debbano ancora temere chi passa meglio di quanto corre (Big Ben è inchiodato al terreno, Rodgers e Luck meno ma di certo non sono QB da Read Option). È come se la “bolla Read Option” si stia sgonfiando e Wilson sia l’ultimo rappresentante degno di nota. Per ragioni ambientali a Tennessee, nemmeno Marcus Mariota sembra poter contribuire a questa ondata tattica.

Veniamo ora alla situazione economica dei Seahawks. A oggi lo spazio salariale nel 2016 sarebbe di 38 milioni. Darne 25 a Wilson vorrebbe dire lasciar partire uno o due tra Russell Okung, Brandon Mebane, Bobby Wagner (situazione simile a quella di Wilson), Jermaine Kearse. Le parole di John Schneider, miracoloso GM che ha creato questa fantastica squadra, sono chiare: “Speriamo Russell rinnovi con noi, ma dobbiamo pensare anche a mantenere questa squadra unita”. Insomma, se per Wilson bisogno lasciar partire molti pezzi da novanta, non ne vale la pena.
Situazione tecnica: in off-season è arrivato Jimmy Graham, dopo Rob Gronkowski sicuramente il miglior TE in NFL. Il prezzo è stato altissimo, visto che a New Orleans è andato Max Unger, centro dal rendimento stellare. Ciò renderà la linea offensiva ancora più porosa, costringerà Wilson a uscire ancora di più dalla tasca (specialmente in regime di terzo e lungo), gli farà subire più placcaggi. Inoltre il piano tattico di Carroll è tutto sulle spalle del running game: i Seahawks lanciano pochissimo insomma (452 tentativi contro i 520 di Green Bay, i 616 di Indianapolis, ma anche i 478 di San Francisco) e ciò diminuisce l’importanza di Wilson nel gioco della sua squadra.

Russell Wilson Super Bowl XLIX

Russell Wilson è un fantastico giocatore, ma quando si spendono cifre ingenti si deve contestualizzare. È un semplice ragionamento economico-finanziario. I numeri, le statistiche, danno certezze. Il coraggio, la classe, lo spirito, non si misurano. Meglio quindi affidarsi ai freddi numeri piuttosto che alle sensazioni. Non neghiamo che Wilson sia un campione, neghiamo che i Seahawks debbano dargli i soldi che prende Rodgers, o che prenderà Luck tra un anno allo scadere del suo contratto.
D’altronde, cosa scrivereste sul curriculum? “Ho coraggio” oppure “Ho lanciato per XXX yard e YYY touchdown”? E i curriculum di Wilson e di Rodgers non sono nemmeno paragonabili. E non possono esserlo i loro stipendi.

A ciò si aggiunge la situazione di Seattle, giunta a vincere un Superbowl e qualificarsi per un altro sulla scorta di una difesa incredibile, non per le prodezze di un singolo in attacco. Una squadra costruita da zero, non lasciando al caso nemmeno un singolo draft pick, nemmeno una scelta tattica, nemmeno un contratto. Sherman, Okung, Wagner, Wilson, Marshawn Lynch, Earl Thomas. Dei “nessuno” che hanno creato un gruppo solido e vincente. Un gruppo in cui tutti valgono in maniera uguale, indipendentemente dal ruolo. Un gruppo giunto a un suicidio tattico dei suoi allenatori dal ripetersi come campioni del Superbowl.
Se coprire di soldi un quarterback non eccezionale equivale a sgretolare questo regno, questa dinastia in divenire, allora i Seahawks non devono farlo. E siamo sicuri non lo faranno.

E Russell? Il nativo di Cincinnati dovrebbe unicamente pensare al garantito. Le possibilità di infortunio sono abbastanza alte, l’opportunità di cambiare squadra del tutto opinabile e i QB simili a lui stanno scomparendo nell’opinione pubblica. Aaron Rodgers, che come abbiamo visti è tra i top-3 nel ruolo, prende 54 milioni garantiti durante il suo contratto di 7 anni e 154 milioni di dollari. Andy Dalton, il cui contratto si vocifera essere simile a quello proposto a Wilson dai Seahawks, ha solo 17 milioni garantiti a fronte di 90 milioni in 7 anni. Se davvero l’offerta fatta a Wilson è di 80 milioni per 5 anni, accettandolo il giocatore potrebbe far valere le sue vittorie per strappare almeno la metà di quei soldi come garantito. 40 milioni sicuri (Kaepernick ne ha avuti solo 14 al momento della firma con i 49ers) per far ancora parte della truppa, una truppa vincente. 40 milioni di dollari sicuri per vincere, pur non essendo un fenomeno. 16 all’anno: questo dovrebbe accettare Wilson.

Sicuramente il suo agente riuscirà a fargli avere qualcosa più di questo, ma i numeri di Rodgers rimarranno lontani. Come è giusto, per tutti, che sia.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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