[NFL] Divisional: Campbell lo sapeva! (Jacksonville Jaguars vs Pittsburgh Steelers 45-42)

Calais Campbell l’aveva detto: “Vinceremo 45-42”, e così è stato. Il #playthelotto MVP of the week  aveva fatto sorridere tutti non tanto per il pronostico pro jags quanto per i 45 punti che, secondo il DL,  l’attacco guidato da Blake Bortles avrebbe dovuto segnare.

Nella follia, apparente, di quella dichiarazione era però ben sintetizzata la necessità di Jacksonville, quella di fare tanti punti, e la consapevolezza che per quanto dominanti, difensivamente parlando, 40 sarebbero comunque arrivati.

Domenica i Jags sono quindi scesi in campo con un obbiettivo chiaro: partire forte in attacco cercando di creare un gap, nel punteggio, nelle fasi iniziali da gestire nel momento in cui l’attacco di Pitt avrebbe fatto quello che fa solitamente: demolire le difese avversarie.

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Per riuscirci si sono affidati a Leonard Fournette, mattatore già nella sfida di regular season vinta da Jacksonville, e che si è ripetuto nel Divisional con una prestazione monstre (nonostante un piccolo infortunio) da 109 yard e 3 TD, due dei quali in quei primi incredibili 20 minuti di football che hanno portato gli ospiti sul 21-0, indirizzando in modo sostanziale la partita. Il successo nel gioco di corsa ha consentito al coaching staff dei Jags di chiedere a Bortles lo stretto indispensabile, con il prodotto di UCF che ha risposto presente lanciando 214 yard ed il td pass per Bohannon che ha rimesso due possessi di distanza tra le squadre con 4:19 sul cronometro del 4/4, chiudendo la partita.

Gli Steelers ci hanno invece capito pochissimo e, nonostante abbiano poi avuto in due drive consecutivi la possibilità per impattare la gara nel finale, non hanno mai dato la sensazione di poterla vincere veramente. 

Big Ben, che doveva riscattare la prova imbarazzante della regular season, ha chiuso con numeri fantascientifici lanciando per quasi 500 yard e 5 TD pass e riuscendo a convertire in due momenti chiave un 4&11 e un 4&5 in 14 punti, ma ha commesso due “errori” che hanno avuto un peso specifico altissimo sull’andamento della gara e da cui gli Steelers non si sono mai ripresi.  Nel secondo drive offensivo si è fatto intercettare all’interno della propria redzone assecondando le esigenze di segnare degli ospiti mentre in chiusura di secondo quarto ha commesso un’ingenuità difficilmente accettabile da un giocatore della sua esperienza quando, nel tentativo di sfuggire alla pressione della DL avversaria, si è fatto scippare lo sferoide per il 7 TO trasformato in 6 punti da un uomo del front seven giaguaro, nello specifico Telvin Smith con il fumble ritornato per 50 yard. Bell ha faticato a trovare continuità nel gioco di corsa ma ha contribuito comunque con 88 yard su ricezione mentre Antonio Brown ha messo in piedi il solito show fatto di circus-catch e giocate al limite dell’immaginabile che hanno completamente mandato fuori di testa un fenomeno come AJ Bouye. Il CB ha seguito come un’ombra Brown per tutta la partita, rendendogli la vita impossibile, ma questo non ha impedito all’ ex Central Michigan di abusare del proprio avversario mettendo fine alla striscia di 90 target senza concedere TD di Buoye con una ricezione ad una mano totalmente senza senso e ripetendosi poi nel secondo tempo.

Bell Steelers Jaguars

Se l’attacco ha fatto il suo, nonostante gli errori e la mancanza di un gioco di corsa che, soprattutto nelle fasi iniziali, avrebbe dato un aiuto importante rallentando il ritmo e facendo passare la furia avversaria, a mancare totalmente l’appuntamento è stata la difesa ed una gestione da parte del coaching staff che, in alcuni momenti della partita, ha lasciato più di un dubbio.  I padroni di casa avevano un unico obbiettivo ed era quello di fermare Fournette, costringendo Bortles a mettere tanto palla in aria, possibilmente sul profondo. Non è riuscito nulla di tutto questo e, oltre alla prestazione dell’ex LSU, è stata la “semplicità” dei passaggi di Bortles a condannare gli Steelers , incapaci di levare al #3 l’unica cosa in cui eccelle, i passaggi intermedi, quelli tra le 12 e le 19 yard in cui ha uno dei migliori raiting e performa a livelli dei Brady e Wentz.

L’assenza di un giocatore come Shazier, a cui non possiamo non mandare l’ennesimo in bocca al lupo, si è sicuramente fatta sentire ma non può essere una giustificazione. C’è stata pochissima pressione da parte della DL (Harrison dove sei? A sì, al Championship con i Pats)  che non è mai riuscita a mettere le mani sul signal caller avversario rendendo ancor più complicato il lavoro di una secondaria che non ha entusiasmato.

Alla cattiva esecuzione da parte dei giocatori si è aggiunta una gestione da parte della side-line piuttosto rivedibile. Pittsburgh è sembrata impreparata nei primi minuti, non trovando le contromisure necessarie all’impeto iniziale dei Jaguars e compromettendo, di fatto, il match già nelle prie battute. A questo si sono aggiunte alcune chiamate offensive rivedibili e che hanno inizialmente alimentato la fuga degli avversari. Se è comprensibile l’atteggiamento iper-agressivo adottato dal coaching-staff, che si è trovato costretto dagli eventi a cambiare il proprio game-plan, rimangono dubbi sulle singole chiamate. Si è discusso molto della scelta di giocare una toss in situazione di 4&1 (placcaggio di Ramsey per -3) invece che andare con la sneak di Big Ben. Non voglio aggiungere nulla alla discussione se non che gli Steelers non chiamano questo tipo di corsa (la sneak) dal 2014.

Anche l’onside nel finale non è sembrata una smart call, con Pitt che avrebbe potuto sfruttare il TMW e i due time-out rimanenti per provare a difendere e recuperare il possesso per un ultimo assalto. Tomlin, che sarebbe una mente difensiva di prim’ordine, non si è però fidato ed ha evidentemente ritenuto di avere più possibilità di recuperare il calcio che di fermare tre corse di Fournette. Per onestà intellettuale bisognerebbe riconoscere anche il coraggio nei due 4&long trasformati e che hanno generato 14 punti, Bryant in chiusura di secondo quarto e Brown nel terzo, ma non è questo il punto. Tomlin non è riuscito a trovare la risposta all’unico problema che sapeva di incontrare (Fournette), nonostante i 15 giorni di tempo per preparare la sfida, e non ha trovato risposte nemmeno quando il #27 ha lasciato spazio a Yeldon che ha continuato senza troppi problemi sulla falsa riga del collega. L’attacco, con tutte le difficoltà di cui abbiamo parlato, ha comunque prodotto 42 punti che nell’ immaginario collettivo sarebbero dovuti bastare contro un team che la settimana prima aveva faticato a metterne dieci, in casa, contro i Bills. E’ mancata totalmente una strategia difensiva e, in una squadra dove l’HC è Mike Tomlin, non dovrebbe succedere.

Come detto in apertura a Jacksonville è riuscito tutto, e forse anche qualcosa di più. I Jags non sono solo partiti forte offensivamente ma per venti minuti buoni hanno azzerato l’offense esplosiva degli Steelers dominando la los e non permettendo mai a Bell di mettersi in moto. Molto bene Myles Jack, atleta straordinario e con un passato anche da RB a UCLA, che oltre ai 6 placcaggi ha contribuito con un intercetto ed insieme a Smith forma una coppia di LB devastante sia contro il passing game che contro il gioco di corsa e che potrebbe anche creare qualche problema nel Championship a quel mismatch con casco, paraspalle e maglia numero 87 che risponde al nome di Rob Gronkowski. La secondaria ha fatto quello che poteva contro il pacchetto di ricevitori più forte della lega e nonostante le ricezioni ed i big play degli Steelers ha rallentato quanto bastava un attacco poco abituato a trovare questo genere di resistenza. Bene Buoye, di cui abbiamo già parlato, bene Ramsey, che ha risposto molto bene anche contro il gioco di corsa e grandissima prestazione di Barry Church uomo ovunque della secondaria del team della Florida che ha chiuso con 7 takle ed una prestazione da vero leader.

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Bortles Jaguars Steelers

[quote font_style=”italic” arrow=”yes”]“C’è qualcuno che dice che anche Lebron James fa schifo”[/quote]

La chiusura non può però che essere dedicata a Bortles che, uscite a parte, nelle due partite di postseason sembra aver ritrovato quello stato di grazia che aveva contraddistinto l’inizio di dicembre del signal caller e che aveva portato tanti tifosi dei Jaguars a sognare. Blake non è riuscito a riproporre “quei numeri” e forse mai ci riuscirà, semplicemente perché non gli appartengono, ma ha ritrovato la tranquillità necessaria, oltre alle corse di Fournette, che avevano caratterizzato quel periodo, consentendo ai Jags di tornare competitivi.

Contro i Pats, Doug Marrone cercherà di riproporre la stessa ricetta che bene ha funzionato contro gli Steelers, cosciente di non poter chiedere al proprio QB di uscire dallo spartito, pena un’infinità di tournover e chance di vittoria che si ridurrebbero ad un numero vicino allo zero. Servirà il gioco di corsa, i passaggi intermedi di cui Bortles è maestro e la solita difesa iper-aggressiva e che obblighi Brady a muoversi modificando quindi il timing coi suoi ricevitori. Il duello chiave potrebbe essere quello tra il duo Jack-Smith e Gronk che potrà essere vinto solo se prima si limiterà il gioco di corsa avversario, forzando il gioco di passaggio.

Servirà la partita perfetta, un’altra.

Gli highlight della partita

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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