Il riassunto di week 2 NCAA

Una seconda giornata di College Football all’insegna dei big match quella andata in onda tra sabato e domenica e che è stata caratterizzata dalla cancellazione di tutte le partite che riguardavano le squadre della Florida per via del passaggio dell’uragano Irma.

Con una schedule di sfide cosi interessanti non poteva che saltare fuori il risultato a sorpresa o perlomeno quello che andava contro tutti i bookmakers; con una partita perfetta infatti, Baker Mayfield ha demolito la secondaria di Ohio State e grazie a questa vittoria i Sooners si portano al secondo posto del ranking. I Buckeyes invece si leccano le ferite e fanno ammenda per una sconfitta meritata e che non ammette repliche; già la prossima sfida contro Army è di importanza capitale.

Nella bolgia del Memorial Stadium di Clemson escono vittoriosi i Tigers contro una Auburn che ha tenuto testa all’attacco in maglia arancione ma che a sua volta non è riuscita a mettere a referto più di due FG; la squadra di Swinney si gode momentaneamente il terzo posto del ranking in attesa della supersfida di sabato contro Louisville, che grazie ad una partita da fenomeno di Lamar Jackson ha sbancato Chapel Hill.

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Il derby californiano tra USC e Stanford giocato al Coliseum invece è andato ai padroni di casa che con un Sam Darnold in grande spolvero si sono liberati dei Cardinals, capaci di tenere testa ai padroni di casa solo per due quarti.
Nella top ten del ranking vittorie facili per la prima della classe Alabama che ha battuto Fresno State, Penn State che ha vinto contro un avversario ostico come Pittsburgh, Washington a valanga su Montana, Michigan che continua a vincere ma non convincere stavolta contro Cincinnati, Oklahoma State che ha regolato South Alabama e Wisconsin che ha battuto FAU dell’head coach Lane Kiffin.

Nell’altra partita di cartello vittoria sul fino di lana di Georgia a South Bend contro Notre Dame mentre stabile al posto 12 del ranking troviamo LSU che vince in Louisiana contro Chattanooga.
Vittorie convincenti anche per Virginia Tech, che lascia a 0 punti Delaware, TCU che si sbarazza di Arkansas, Kansas State che segna ben 55 punti contro la malcapitata Charlotte mentre Washington State deve allegare la partita fino al terzo overtime per avere ragione di Boise State; chiude la top 25 UCLA che dopo la storica rimonta contro Texas A&M della settimana scorsa vince facile contro Hawaii con un Rosen da ben 5 TD pass.

Prima di entrare nel resoconto di tre partite vi ricordiamo che da questa settimana è disponibile “Scusate il College Football”, il podcast dedicato tutto al college football.

Scusate Il College Football S01E01 – Chi ben comincia…

Ohio State vs Oklahoma 16-31

Che Baker Mayfield fosse uno dei candidati all’Heisman Trophy si sapeva; che fosse un giocatore pericolosissimo e imprevedibile si sapeva ugualmente. In pochi però si aspettavano una sicurezza, una sfacciataggine e una sfrontatezza simili nel Senior da Austin che con i suoi Sooners ha schiantato Ohio State a Columbus. Una vittoria meritata, voluta, cercata e per certi versi inaspettata poiché in poco tempo Oklahoma ha dovuto rinunciare a giocatori come Westbrook, Mixon e Perine e ad una istituzione come Bob Stoops sulla sideline. Il lavoro svolto finora dal nuovo HC Lincoln Riley (OC proprio dei Sooners negli ultimi due anni) è stato perfetto poiché ha dato continuità ad un impianto offensivo ben collaudato e ad una difesa che sembra essere salita di livello quest’anno.

Oklahoma si gode dunque un meritato secondo posto nel ranking e consolida ancora di più le sue speranze di un posto tra le prime 4 a fine stagione; magari è troppo presto per parlare di di playoff ma la squadra vista in Ohio può battere chiunque e con una schedule da qui alla fine non troppo complicata è lecito parlare di un record da imbattuta.

Chi invece deve ricominciare tutto da capo è la squadra di Urban Meyer che perde senza mai aver dato l’impressione di poter far mal veramente ad Oklahoma. I difetti dei Buckeyes, peraltro già mostrati nella partita contro Indiana e di cui vi avevamo già parlato la settimana scorsa, sono usciti nuovamente a galla: la secondaria, orfana di giocatori come Conley e Lattimore è stata schiantata da Mayfield, Barrett è ormai una brutta copia del giocatore che in campo faceva il bello e il brutto tempo ed anche Meyer non è stato in grado di fare quegli aggiustamenti necessari in corso d’opera; la prossima sfida contro Navy è fondamentale per riprendere un cammino che Ohio State spera di concludere ad Atlanta.

La partita all’inizio non è molto entusiasmante per via di due difese molto attente e due attacchi che non riescono a trovare varchi sia su passaggio che su corsa. I Sooners anzi sembrano fuori dalla partita e causano addirittura due fumble a stretto giro di posta che però portano Ohio State a conquistare solo 3 punti. Oklahoma a ridosso dell’intervallo riesce a pareggiare i conti ma subisce il TD di Dobbins ad inizio del terzo quarto e sembra l’inizio della fine per la squadra di Riley. Al contrario invece Mayfield si carica i compagni sulle spalle ed inizia ad inanellare una serie di completi che portano i Sooners prima a pareggiare poi a passare in vantaggio; la difesa dei Buckeyes comincia a traballare e si sfalda definitivamente nell’ultimo quarto quando Mayfield trova Sermon e con Smallwood che segna su corsa dopo l’intercetto di Barrett da parte della difesa. Il FG di Nuernberger a 6 dalla fine serve solo per fissare il punteggio e cosi Mayfield può piantare la bandiera dei Sooners al centro dello stadio di Columbus.

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Clemson vs Auburn 14-6

Una partita per essere bella non deve per forza finire 55 a 54. Ci sono partite bellissime anche con un punteggio basso e questa Auburn Clemson, che ha esaltato i puristi della difesa, ne è stata la prova. Si sono infatti viste due ottime difese, sia nella linea difensiva che nella secondaria mentre sono gli attacchi, da cui ci si aspettava fuochi e fiamme, che hanno un po’ deluso.
Auburn di fatto ha giocato solo sul running game con Jarrett Stidham che ha faticato tutta la partita per mettere il pallone per aria, difeso male dalla linea offensiva che ha concesso ben 11 sack, anche se c’è da dire che non tutti sono imputabili alla O-Line ma in più di un’occasione proprio Stidham ci ha messo del suo.

La mancanza di un vero playmaker nel pacchetto ricevitori potrebbe rappresentare un problema per Malzhan anche se un giocatore come Stidham (QB che giocava in un attacco spread come quello di Baylor quindi abituato a lanciare) non può essere limitato a soli 24 lanci. Per i Tigers però la sconfitta era in preventivo e quindi niente è perduto; anzi, da questa partita si possono trarre buone considerazioni dato che pochissime squadre si possono permettere di lasciare a 14 punti un attacco come quello di Clemson.

La squadra di Swinney invece si gode l’erede di Deshaun Watson: Kelly Bryant infatti si è trovato subito a suo agio con gli schemi offensivi e i due TD dei Tigers portano proprio la sua firma. Certo, paragonarlo a Watson è impossibile (oltre che irrispettoso) dopo sole due partite ma Bryant per ora ha fornito quelle risposte che Swinney si aspettava. In difesa invece Clemson è stata dominante ed ha costretto gli avversari a due soli FG; il front seven è stato devastante ed ha bacchettato nel backfield avversario a piacimento e ci sono state ottime risposte anche dalla secondaria. L’unico neo sono i 14 punti messi a referto: un po’ pochini per una squadra che punta al back to back ma per questo vanno fatti i complimenti alla difesa avversaria.
All’inizio della sfida sono proprio gli ospiti a fare la partita con dei drive lunghi e macchinosi che portano in dote 6 punti tra il primo e l’inizio del secondo quarto. Clemson, come un motore diesel, si accende più tardi e prima della chiusura del primo tempo passa in vantaggio grazie al primo TD su corsa di Bryant.

Al rientro dall’intervallo lungo Bryant va ancora a segno proprio nel primo drive; saranno questi gli ultimi punti messi a tabellone di tutta la partita. Nei restanti 26 minuti di gioco infatti gli attacchi non riusciranno più a muovere la catena con regolarità, favorendo i padroni di casa che possono far cosi esplodere il Memorial Stadium.

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USC vs Stanford 42-24

Derby californiano di gran lusso quello andato in onda al Coliseum di Los Angeles tra i padroni di casa di USC e Stanford. Ad uscire vittoriosi dopo una partita bellissima sono i padroni di casa che, grazie ad una grande prestazione di Darnold,, si prendono il quarto posto nel ranking e si candidano ad essere la squadra rivelazione di quest’anno.

I Trojans infatti hanno disputato una partita quasi perfetta, mettendo in mostra un impianto offensivo da far impallidire tutti e una difesa che nonostante un primo tempo giocato con troppa leggerezza, ha poi dominato gli avversari. Il coach Clay Helton può essere dunque soddisfatto della prestazione dei suoi e anche se c’è qualcosa da limare l’indirizzo preso dalla squadra è quello giusto. USC è, ora come ora, una squadra da tenere in forte considerazione e molto difficile da affrontare; se Darnold continua a macinare gioco (ben supportato da una batteria di ricevitori di alto livello ed un running game da paura) in questo modo, i Trojans sono seri candidati per un posto tra le prime 4.

Stanford invece esce ridimensionata da questa sconfitta. I Cardinals infatti arrivavano forti di un RB, Bryce Love, in grande spolvero e da una difesa che storicamente è molto difficile da superare. La squadra di Shaw invece è crollata sotto i colpi del running game di USC e quelli di Darnold, che ha lanciato e pescato i suoi ricevitori in ogni maniera, scherzando con i CB avversari. Per Stanford adesso arriva la parte difficile: la schedule infatti (che vede tra le avversarie UCLA, Washington, Washington State e Notre Dame) non aiuta i Cardinals e la corsa alla conquista della PAC12 North potrebbe essere più difficile di quanto si possa pensare.

Il primo tempo della partita è spettacolare e molto piacevole; le due squadre, con un botta e risposta continuo, danno vita ad una sfida che infiamma gli spettatori assiepati sugli spalti del Coliseum. A Mitchell, ben imbeccato da Darnold, risponde subito Love con una corsa da 75 yard che mette a nudo i difetti della difesa di casa. Jones e un doppio TD di Burnett per USC, Schulz e un FG per Stanford, chiudono un primo tempo con il punteggio di 28 a 17 per i ragazzi di Helton.
Nel secondo tempo però i ritmi si abbassano notevolmente e questo avvantaggia i Trojans che non fanno altro che controllare la offense avversaria e anzi ne approfittano per allungare il punteggio; ancora Mitchell e Jones mettono a segno il punto 35 e 42, con i Cardinals incapaci di reagire e di tornare in partita.

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Heisman Watch

C’è subito un cambio di leadership per quanto riguarda la graduatoria dell’Heisman Trophy. La prestazione perfetta contro Ohio State vale infatti a Mayfield la testa di questa classifica con 49 punti; Lamar Jackson e la partita super contro North Carolina, condita con oltre 500 yard totali e 6 TD, seguono a 45 punti mentre Josh Rosen, ex #1 della settimana scorsa, viene indietreggiato fino alla terza piazza dopo la partita contro Hawaii chiusa con 329 yard e 5 TD pass.
A chiudere la classifica Saquon Barkley, che nella partita contro Pitt ha messo a referto 88 yard su corsa e due TD di cui uno su ricezione, e Sam Darnold, che come abbiano detto è stato il mattatore durante il derby contro Stanford.

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Francesco Fele

Ho 29 anni e sono appassionato di sport Usa da 5 anni, seguo sopratutto il football (tifosissimo delle cheesehead) e l'NBA.

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