Come funziona e un po’ di storia dell’instant replay

I primi esperimenti di instant replay si devono ad Art McNally, responsabile degli arbitri dell’epoca, nel 1976, ma solo nella preseason del 1985 la NFL iniziò una sperimentazione vera e propria.

Nel 1986 si inizia ad adottare i replay sui campi di gioco durante la regular season, possono essere rivisti i fumble, gli intercetti e le ricezioni, se un giocatore è uscito dal campo o se il pallone ha sorpassato la goal line. Non esistono ancora i challenge per gli allenatori.

Nei primi anni la percentuale di giochi rivisti non supera i 2,5 per partita con circa il 13% di decisioni modificate dopo aver rivisto il replay dell’azione.

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Nel corso degli anni vengono introdotti i challenge per gli allenatori e la review automatica di tutte le azioni negli ultimi due minuti del secondo e quarto quarto.

Arriviamo ai giorni nostri dove i televisori da nove pollici presenti nel booth dello stadio vengono sostituiti da enormi mega schermi nel quartiere operativo della NFL a New York nella “Art McNally GameDay Central”.

Dal 1999 ad oggi sono state riviste 5916 azioni, 1,3 a partita e la decisione del campo è stata modificata una volta su tre, il 37% delle volte per un tempo medio per decisione di 2 minuti e 45 secondi.

Quest’anno sono state introdotte delle modifiche al regolamento dell’instant replay, che, insieme al funzionamento di tutto il processo, trovate nella infografica che segue (per chi non masticasse l’inglese trovate la traduzione dei punti dopo l’immagine).

  1. Nel 2016 una partita NFL ha visto una media di 156 azioni giocate. Di queste, più del 99% non vengono riviste all’instant replay, mentre alcune volte serve riguardare quanto accaduto sul terreno di gioco – 40008 azioni giocate nella stagione 2016, 345 quelle riviste.
  2. Il review può essere chiesto dall’Head Coach (due challenge per partita, un terzo se vengono vinti i due precedenti) o dal replay official (qualsiasi azione negli ultimi due minuti di secondo e quarto quarto, segnature e cambi di possesso) – Nel 2016 è stata cambiata la decisione del campo in 47 azioni in cui c’era da conquistare yard, 46 passaggi completi o incompleti sulla sideline e 41 tra touchdown, massimo avanzamento o down by contact
  3. Con le stesse immagini che vediamo in televisione dal booth allo stadio o dall’Art McNally GameDay Central di New York viene utilizzato NFL Vision, un software che permette di visionare la miglior angolazione per prendere la decisione.
  4. Mentre il Referee si consulta con i colleghi o chiede all’allenatore il motivo del challenge sia a New York (con Alberto Riveron Presidente degli arbitri) che allo stadio si comincia a rivedere l’azione incriminata – Dal 1999 solo il 37% dei replay ha cambiato la decisione del campo.
  5. Novità 2017: un addetto in campo porterà al Refereee un tablet Microsoft Surface per rivedere l’azione e poterla rivedere e discuterne con New York. La decisione finale non verrà presa dall’arbitro in campo ma dalla sede di New York.
  6. Nel 2016 la durata media di tutto il processo è stata di 2 minuti e 25 secondi – I Dallas Cowboys sono stati la squadra con la maggiore percentuale di successo nei reoplay (49,1), secondi gli Eagles (48,1).

Si NFL Operations potete mettervi alla prova come se foste voi a decidere la bontà della decisione in campo, fateci sapere come è andata 🙂 > You Make The Call

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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