I grandi fallimenti della NFL: Ryan Leaf

Quarta puntata della rubrica di Huddle Magazine sui più grandi bust della storia della NFL. Il protagonista di oggi è Ryan Leaf, seconda scelta assoluta dei San Diego Chargers al Draft del 1998.

Quando nell’offseason del 1998 ci si stava avvicinando al momento del draft una cosa era chiara a tutti: gli Indianapolis Colts con la prima scelta assoluta avrebbero scelto uno fra Peyton Manning e Ryan Leaf: il QB originario del Tennessee dava l’idea di poter essere il quarterback che avrebbe dominato per gli anni a venire nella NFL, mentre Leaf aveva fatto ben sperare al college, diventando pure finalista dell’Heisman Trophy. Quello che però non ci si aspettava minimamente era che gli allora San Diego Chargers chiamando con la seconda scelta assoluta di quel draft Ryan Leaf, l’avrebbero “condannato” a diventare uno dei più grandi bust di sempre della storia della NFL.

Leaf inizia a farsi notare nel mondo del football già ai tempi dell’high school, quando porta la Charles M. Russel al titolo dello stato del Montana. Al momento di scegliere il college in cui andare l’idea di Ryan era quella di andare all’University of Miami, in cui avrebbe giocato come linebacker. Le idee gliele fa cambiare Mike Price, ex coach di Drew Bledsoe, QB dei Patriots, che lo convince ad andare a giocare per i Cougars, la squadra di football di Washington State, con la promessa che insieme avrebbero giocato il Rose Bowl, uno dei più importanti Bowl del college football. Al terzo anno del college Leaf, con 33 TD segnati, segna il record della Pac-10 Conference, trascinando Washington State al Rose Bowl del 1998. Purtroppo Leaf ed i suoi verranno sconfitti dai Michigan Wolverines, e Leaf lascerà l’università per dichiararsi al draft di quell’anno. Nel suo ultimo anno al college, il QB verrà nominato offensive player of the year della Pac-10, finirà nel first All-American team, e sul podio dell’Heisman Trophy, vinto quell’anno da Charles Woodson, seguito al secondo posto da Peyton Manning.

leaf washington state

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In quel draft i Chargers avevano la terza scelta assoluta, mentre le prime due erano rispettivamente dei Colts e degli Arizona Cardinals. San Diego aveva estremamente bisogno di un QB e sia Leaf che Manning sembravano essere pronti a dominare la lega per gli anni a venire. Quello che spaventava i Chargers era però la scelta dei Cardinals che avrebbero potuto prendere il QB rimasto alla 2° pick, lasciando a mani vuote SD. Per evitare che ciò potesse accadere la dirigenza di San Diego decide di scambiare la propria scelta con quella dei Cards, ma ad un caro prezzo: ad Arizona finiranno la 3° scelta di quel draft, una futura scelta al primo giro, ed una al secondo giro, più il tre volte pro-bowler Eric Metcalf, per far si che a San Diego arrivi un quarterback, dopo che nella stagione precedente i Chargers avevano finito all’ultimo posto nella lega per TD segnati.

Manning finirà ad Indianapolis e San Diego si vedrà costretti a scegliere Leaf, firmando un contratto di quattro anni da 31 milioni, di cui quasi 12 garantiti, il massimo mai ottenuto da un rookie fino ad allora; le prime parole di Leaf come giocatore dei Chargers sono:

” I’m looking forward to a 15-year career, a couple of trips to the Super Bowl, and a parade through downtown San Diego “

RYAN leaf draft

La carriera di Leaf fra i professionisti non inizia nel migliore dei modi: prima si presenta sbadigliando alla prima intervista con i media, a seguito di festeggiamenti post-draft a Las Vegas, poi con una multa da diecimila dollari inflitta dalla NFL dopo che non aveva preso parte ad un evento dedicato ai rookie. Nonostante questo Leaf verrà dichiarato lo starter per la prima partita della stagione, contro i Buffalo Bills, grazie ad una buona preseason. La partita la vincono i Chargers 16-14, ma la prestazione di Leaf è tutt’altro che ottima: il QB subirà un fumble nel primo snap della partita e si fa intercettare due volte; solamente due penalità negano ai difensori dei Bills altri due intercetti ai danni del QB. Anche la seconda partita della stagione vede i Chargers vincitori ai danni degli allora Tennessee Oilers, ma i guai per Leaf iniziano prima della terza partita stagionale: tre giorni prima del match finisce in ospedale a causa di un’infezione virale rimediata da una bruciatura da campo sintetico mal curata. Leaf gioca la partita, contro i KC Chiefs, ma conclude con un solo passaggio completato su 15 tentati, due intercetti e 4 fumble, di cui tre persi, condannando San Diego ad una sconfitta per 23-7. Le cose non migliorano quando Leaf viene catturato dalle telecamere negli spogliatoi mentre offende un giornalista del San Diego Union Tribune, invitato a uscire dagli spogliatoi con toni non proprio gentili.

La partita della settimana dopo contro i Giants doveva essere quella del riscatto per Leaf ma cosi non va: dopo 4 intercetti nei primi due quarti Leaf viene panchina dal suo allenatore, che manda in campo il QB scelto al 6° giro Craig Whelihan. La settimana dopo ad Indianapolis ha luogo la partita che tutti i tifosi della NFL aspettavano dall’inizio della stagione: i due rookie QB scelti con le prime due scelte assolute si scontrano per la prima volta fra i professionisti; entrambi non giocano la loro migliore partita, ma a spuntarla è Manning, che vince la partita 17-12 e trova l’unico TD pass di giornata , con Leaf che invece sbaglia la conversione da due punti che avrebbe portato le squadre in parità sul 14 pari. Il QB perde poi il posto da titolare dopo week 10 quando conclude la partita contro i Denver Broncos con 23 misere yard di guadagno, un intercetto, ed una sconfitta per 27-10, la sesta stagionale per i Chargers. La stagione da rookie di Leaf si conclude quindi con 1200 yard lanciate in dieci partita, il 45% de passaggi completati, due soli TD al netto di 15 intercetti, numeri ridicoli per una seconda scelta assoluta.

Ryan Leaf Chargers

La seconda stagione è l’inizio del declino di Ryan Leaf nella NFL: dopo venti minuti del primo allenamento stagionale dei Chargers si infortuna alla spalla, infortunio che lo costringe ad operarsi nei giorni successivi e lo condanna a finire nella injured reserve dei Chargers, saltando così tutta la stagione. Le cose si complicano quando a novembre, in una riunione con il GM Beathard e uno degli allenatori dei Chargers, litiga con entrambi, arrivando ad una sospensione a tempo indeterminato ed una multa da parte dei Chargers; la cosa non preoccupa Leaf che viene invece visto giocare a flag football durante la sospensione, violando una delle norme del suo contratto con i Chargers. La stagione del 2000, la terza fra i professionisti è anche l’ultima stagione con i Chargers; Leaf non convince e conclude le sue tre stagioni con San Diego con solamente quattro vittorie da starter, 13 TD e 33 intercetti (18 nell’ultima stagione ndr), costringendo i Chargers al suo rilascio.

Tre giorni dopo il suo rilascio avvenuto a Febbraio i Tampa Bay Buccaneers decidono di firmarlo, intrigati dalle sue doti fisiche, e prevedendo di lasciare al QB il tempo di migliorare osservando e non mettendogli pressioni; purtroppo però il polso di Leaf è malconcio e da operare, ed i Bucs propongono al QB di accettare il posto di 4° QB a poster, al minimo salariale, scatenando le ire di Ryan Leaf che non accetta. I Cowboys “cascano nella trappola” firmandolo dopo il rilascio di TB ma Leaf non supera nemmeno i primi test fisici e viene nuovamente rilasciato; Dallas lo richiamerà ad ottobre, dopo che il loro QB si infortuna, dando così a Leaf un’altra possibilità. A maggio è però nuovamente senza squadra dopo che arriva l’ennesimo rilascio, causato dalle brutte prestazioni in maglia Cowboys: in quattro partite giocate da titolare Leaf lancia 494 yard, un solo TD e 3 INT.

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Nonostante i Seahawks sembrano pronti a dare l’ennesima chance al giocatore proveniente da Washington State, Leaf decide di ritirarsi a 26 anni dopo il training camp del 2002, non fornendo spiegazioni e dopo solo 4 anni fra i professionisti; le sue stats sono terribili: 25 partite giocate di cui 21 da starter, 4 vittorie, 14 TD e 36 intercetti, che lo portano ad un QB rating di 50.5, uno dei peggiori di tutta la storia della NFL.

I suoi problemi non fanno che peggiorare dopo il ritiro dalla NFL: negli anni successivi al suo addio ai campi  inizierà ad abusare di antidolorifici, finendo anche in riabilitazione, tenterà il suicidio e verrà imprigionato più volte per possesso di sostanze stupefacenti, fino ad avere un drastico cambio di vita, che lo salverà dalla morte per overdose di antidolorifici; adesso fa l’analista di college football per ESPN, dopo aver superato anche la rimozione di un tumore benigno al cervello nel 2011.

Leaf ESPN

Le cause del fallimento di Ryan Leaf sono molteplici: la poca etica del lavoro è sicuramente una di questa, con gli addetti al lavoro che parlano di un Leaf che giocava a golf mentre gli altri QB analizzavano i filmati e partecipavano alle riunioni; la scarsa attenzione alla cura degli infortuni subiti in carriera, quello al polso su tutti ma la motivazione più plausibile l’ha data Leaf stesso:

So I’m 21, have $31 million, and I wasn’t responsible to anyone anymore for money or really anything

Sicuramente la delusione più grande l’hanno avuta i Chargers che scegliendo Leaf hanno perso l’occasione di avere in squadra giocatori del calibro di Fred Taylor, finito ai Jaguars, Keith Brooking, scelto dai Falcons e cinque volte Pro-Bowler, e soprattutto Charles Woodson, fresco vincitore dell’Heisman Trophy, chiamato al draft dagli Oakland Raiders e vincitore di un Super Bowl con i Packers nel 2010.

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Luca Belli

Tifoso "Die Hard" dei Green Bay Packers. Cresciuto nel momento d'oro di Favre e Rodgers, e fiero discepolo della new wave green&gold "All you need is Love". Abituato a vincere poco con la fede calcistica, essendo tifoso della Fiorentina, ha trovato nei Packs la sua svolta, e nei Guelfi Firenze la sua fede in campo italiano. Aspetta con ansia il terzo anello personale, che sia "viola" o "G&G". Go Packs Go!

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