[SB XLV] Dalla panchina degli Steelers

sb45Una grande occasione gettata al vento: il sapore amaro, amarissimo della sconfitta 31-25 nel quarantacinquesimo Superbowl contro Green Bay, rimarrà a lungo nella bocca di giocatori e tifosi dei Pittsburgh Steelers, la “peggior sconfitta della mia vita” come l’ha definita la fortissima safety Polamalu. Vero che in tutta la partita i gialloneri non hanno mai messo il naso avanti e vero che ad un minuto dalla fine del primo tempo gli Steelers erano sotto 3-21, una fossa molto simile a quella che si erano già scavati nel Divisional Playoff contro Baltimore.
Però è anche vero che dopo appena cinque minuti del secondo tempo Pittsburgh era tornata a -4 e comunque la rappresentante della AFC ha avuto l’ultimo possesso con due minuti da giocare, una serie che se fosse terminata con una meta avrebbe regalato il settimo Superbowl agli uomini di coach Tomlin.
L’impressione che si è avuta, soprattutto nel secondo tempo, è stata che da una parte ci fosse un team aggrappato con le unghie ed i steekersdenti al match e dall’altra una squadra che dopo essere rientrata in partita è arrivata ad un passo dalla giocata che avrebbe cambiato l’esito della sfida ma non ha mai trovato la cattiveria per dare il colpo di grazia ad un avversario alle corde ma sempre pericoloso. E sì che il punto debole degli Steelers, una linea di attacco che già falcidiata dagli infortuni, doveva fare a meno anche del centro titolare, l’ottimo rookie Pouncey k.o. nella gara contro i Jets, tutto sommato non ha retto male.
A Pittsburgh sono mancati soprattutto i suoi fuoriclasse: in difesa Polamalu, votato pochi giorni fa Defensive MVP della NFL, ha offerto un apporto impalpabile, frutto anche della particolare attenzione che ha messo l’attacco di Green Bay nel tagliarlo fuori dal gioco, ed anche il temutissimo linebacker Harrison è stato autore di un sack ma nel complesso è stato ben contenuto dalla linea offensiva in maglia verde. In realtà, nonostante i tre sack, un po’ tutta la pass rush degli Steelers è rimasta al di sotto dei soliti standard, anche se c’è da riconoscere che il regista dei Packers Rodgers è stato devastante, nonostante la difesa di coach LeBeau le abbia tentate veramente tutte, ed ha messo a ferro e fuoco un secondario che senza tre costosi drop dei ricevitori avrebbe concesso ancor di più delle 304 yards lanciate dal quarterback ex California.
Ed in attacco le cose non sono andate in modo molto diverso: Roethlisberger ha completato venticinque passaggi su quaranta per 263 yards due mete ma soprattutto due intercetti, uno dei quali è stato riportato direttamente in meta dalla safety Collins. Meglio è andata col rushing game, con Mendenhall che ha chiuso con 63 yards in quattordici portate, cui devono aggiungersi le 31 yards corse da Roethlisberger, le 19 di Redman e le 13 di Moore, però proprio Mendenhall ha sulla coscienza il fumble che in avvio di ultimo quarto ha probabilmente deciso il match.
Come detto in avvio di partita Pittsburgh faticava non poco: nei primi due possessi infatti gli Steelers guadagnavano appena un down grazie ad una corsa di Mendenhall da 15 yards, e in special modo  Roethlisberger viveva un inizio difficile non riuscendo a chiudere due terzi down di passaggio. “Soprattutto il primo terzo down non convertito ci ha creato problemi” dirà poi a fine gara Bruce Arians, l’offensive coordinator di Pittsburgh “perché eravamo abituati a partite quasi sempre molto bene”.
In difesa invece gli Steelers limitavano i danni nel primo drive, grazie anche ad un incompleto su un passaggio a Nelson che avrebbe dato palla a Green Bay sulle 15 di Pittsburgh, ma nella seconda serie le cose andavano molto diversamente. Rodgers, dopo un incompleto a Jennings, infilava quattro passaggi di fila, quindi su un terzo e uno sulle 31 degli Steelers, Gay  veniva bruciato da Nelson pescato direttamente in end zone da un gran passaggio del numero 12 in casacca verde. E pochi secondi dopo l’attacco di Pittsburgh la combinava grossa: su un primo e dieci sulle proprie 7, Roethlisberger provava il passaggio lungo a Wallace, ma il braccio di Big Ben veniva toccato al momento del lancio dal defensive end Green in una delle poche giocate veramente efficaci della linea difensiva di Green Bay: la palla usciva così decisamente corta e veniva intercettata dalla safety dei Packers Collins che riportava l’ovale in meta.
Si era però solo nel primo quarto e Pittsburgh giustamente decideva di non allontanarsi dal playbook originario: infatti sfruttando un buon mix di corse e passaggi e soprattutto una gran chiusura di un terzo down e nove grazie ad una galoppata di Roethlisberger da 18 yards, steelersPittsburgh arrivava nella red zone avversaria ed anche se doveva accontentarsi di un field goal, almeno i gialloneri rompevano il ghiaccio. Nel drive seguente non solo la difesa di Pittsburgh fermava subito l’attacco di Green Bay, ma andava k.o. per un problema alla caviglia il receiver veterano Driver  una delle armi più temibili dell’attacco in verde. Pittsburgh però anzichè approfittarne trovava il modo di affondare ancora di più allorquando, nel territorio di Green Bay, Roethlisberger provava un passaggio corto per Wallace ma veniva intercettato da Bush.  Ai Packers erano invece sufficienti quattro giochi per entrare in end zone con un missile di Rodgers a Jennings.
Con due minuti e mezzo da giocare nel primo tempo e dopo aver prodotto veramente pochissimo, gli Steelers improvvisamente trovavano ritmo in attacco: Roethlisberger pescava prima Randle El, in campo per l’infortunio che aveva colpito in precedenza Sanders,per 37 yards, poi tre completi consecutivi a Ward, l’ultimo dei quali in end zone, fissavano il punteggio sul 21-10 con cui si chiudeva il primo tempo. In più la fortuna sembrava dare una mano ulteriore agli Steelers perché sul drive della meta di Ward si infortunava alla spalla il fortissimo cornerback di Green Bay Woodson che non sarebbe più rientrato.
E in avvio di terzo quarto i tifosi di Pittsburgh si convincevano di assistere ad una riedizione della già citata sfida di playoff con Baltimore: un “tre e fuori” dei Packers veniva seguito da una serie di cinque corse con cui gli Steelers percorrevano le 50 yards che li separavamo dalla end zone violata alla fine da Mendenhall.
Il secondo drive di Green Bay terminava con un sack di Harrison che finalmente riusciva a mettere le mani addosso a Rodgers, e tutto sembrava pronto per il sorpasso, anche perché gli Steelers arrivavano facilmente sulle 29 dei Packers. A questo punto però improvvisamente l’attacco dei gialloneri si inceppava: un passaggio deviato dal linebacker Matthews, un completo a Miller per -3 yards ed un sack, l’unico del match, subito da Roethlisberger, costringevano gli Steelers a tentare un field goal da distanza siderale, calcio che Suisham falliva completamente. “Una decisone assolutamente sbagliata. Un errore solo mio” sarà il commento a fine gara dell’head coach Tomlin.
Ormai però la difesa di Pittsburgh sembrava aver preso le misure a Rodgers che nei due drive seguenti  completava due lanci su sei per 22 yards. E in avvio di ultimo quarto gli Steelers avevano nuovamente la grande occasione per un sorpasso che continuava a rimanere nell’aria, quando il drive iniziava già sulle 41 di Green Bay. Mendenhall conquistava subito 8 yards, poi nell’azione seguente il runner da Illinois si sistemava in modo pessimo il pallone e quando veniva colpito da Matthews, perdeva l’ovale che veniva ricoperto dal linebacker Bishop. E ancora una volta i Packers si rivelavano letali sulle palle recuperate con Rodgers che serviva Jennings per il touchdown del 28-17.
Con le spalle al muro Pittsburgh trovava però ancora la forza per accorciare le distanze con Roethlisberger che completava sette passaggi su otto per 76 yards e soprattutto il gran lancio in meta per Wallace da 25 yards che unito alla trasformazione da due di Randle El riportava Pittsburgh a -3. A questo punto mancavano ancora oltre sette minuti e gli Steelers speravano in un aiuto della propria difesa steekersche però non arrivava: nel primo gioco Hood infliggeva un sack a Rodgers ma su un secondo e 14 e poi un terzo e 10 Nelson e Jennings bruciavano ancora una volta il lento secondario degli Steelers. Con gli avversari all’interno delle 10 yards la difesa di Pittsburgh forzava Green Bay ad un field goal che comunque avvicinava i gialloneri alla resa, anche perché sul kickoff seguente Fox commetteva una penalità che costringeva Roethlisberger e compagni a partire sulle loro 13, al two minutes warning e con un solo time out. E stavolta, a differenza di Tampa, non c’era lieto fine: Roethlisberger completava ancora due passaggi a Miller e Ward, poi però i tre palloni seguenti cadevano incompleti e gli Steelers salutavano il Lombardi Trophy che prendeva la via dell’estremo nord verso il Wisconsin.
“Eravamo qui per vincere una partita di football e non ce l’abbiamo fatta” è stato il commento di uno sconsolato Tomlin a fine gara “Green Bay ha vinto e complimenti a loro. La nostra difesa ha avuto delle occasioni per recuperare il pallone e non ci è riuscita, la loro sì. Abbiamo colpito Rodgers alcune volte all’inizio e poi ancora durante lo sviluppo del match ma lui è stato bravissimo a lanciare alla grande nonostante la pressione. Possiamo star qui ad accampare scuse ma non lo farò: i Packers hanno giocato un grande match, hanno eseguito meglio i giochi e sono Campioni del Mondo”
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