Huddle Top Five: i cinque migliori ricevitori del 2020

Questa settimana sarà più difficile del solito – provare a – mettere d’accordo tutti, in quanto pochi argomenti sono polarizzanti come quello che stiamo per affrontare: se prendi cinque persone, quasi sicuramente ognuna di queste cinque persone avrà i propri ricevitori preferiti indipendentemente dalla loro produzione sul campo.
Tutti abbiamo un giocatore preferito per ogni ruolo, ma quando dobbiamo convincere l’interlocutore di turno che il nostro ricevitore sia oggettivamente “il migliore” tale conversazione spesso e volentieri si trasforma in un conflitto più o meno armato: perdonatemi, perdonatemi perché la top five che sto per proporvi quasi sicuramente non vi piacerà ed anzi, quasi sicuramente vi innervosirà, ma nel 2021 è veramente difficile parlare di ricevitori senza ferire i sentimenti di qualcuno.

Ciò detto…

5) Calvin Ridley, Atlanta Falcons

Stats: 90 ricezioni su 143 target per 1374 yard (15.3 a ricezione) e 9 touchdown in 15 partite.

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Stats ai playoff: /

Molti di voi penseranno che Calvin Ridley non meriti un posto in questa top five, ma permettetemi di dire la mia: nel 2020 Ridley ha dimostrato di essere un vero ricevitore uno, poiché capace di mettere insieme numeri da All-Pro malgrado le ripetute assenze di Julio Jones, giocatore la cui solo presenza potrebbe spingere qualcuno di voi a sminuire la bontà della stagione del buon Calvin.
Ricevitore completo e raffinato route runner, Ridley non è solamente un deep threat in grado di punire le difese con la propria velocità, ma pure una minaccia costante nei pressi della red zone, come testimoniato dal fatto che solamente Adams e Waller abbiano ricevuto più target in questa parte del campo: dei suoi 9 touchdown ben 7 sono arrivati in red zone provandoci ancora una volta la sua abilità nel crearsi separazione.
Contrariamente a quanto si possa pensare, solamente 276 delle sue quasi 1400 yards sono arrivate after catch: i lanci di Ryan rivolti al numero 18, in media, hanno viaggiato per più di 15 yards dalla linea di scrimmage, numero che ci testimonia una certa fiducia del quarterback nei suoi confronti resa possibile dalla sua abilità nel liberarsi dal proprio marcatore grazie ad un mix letale di velocità, esplosività e tecnica nel correre le tracce.
Jones non si discute poiché per i marziani come lui il tempo altro non è che unità di misura prive di conseguenze, ma dopo il 2020 è più chiaro che mai che il futuro dell’attacco dei Falcons sia proprio Ridley.

4) DeAndre Hopkins, Arizona Cardinals

Stats: 115 ricezioni su 160 target per 1407 yard (12.2 a ricezione) e 6 touchdown in 16 partite.

Stats ai playoff: /

Troppo basso? Probabilmente sì.
La prima stagione di Hopkins nel deserto è stata un clamoroso successo – mancata qualificazione ai playoff a parte – e la sua presenza ha indubbiamente aiutato il giovane Kyler Murray nella propria crescita grazie ai due ingredienti che lo hanno reso DeAndre Hopkins: mani sicure ed affidabilità, lasciatemi spiegare il tutto dopo il punto.
Su 160 target Hopkins ha commesso un solo drop ricevendo il 71.9% di questi, un numero che ci testimonia quanto rassicurante possa essere poter contare su un giocatore che molto probabilmente atterrerà con il pallone fra le mani – 50% di successo nelle contested catch – indipendentemente dalla bontà della marcatura del cornerback.
Affiancarlo ad un velocista potrebbe essere la migliore delle idee, in quanto Hopkins lo scorso anno ha dominato nell’intermedio – fra le 10 e 19 yard dalla linea di scrimmage – ricevendo 30 dei 42 palloni lanciatigli da Murray malgrado le pesanti attenzioni dedicategli dalle difese avversarie; non credo sia un caso che le sue peggiori giornate siano arrivate contro squadre come Rams, Patriots e ‘Niners, squadre dotate di ottime secondarie che possono allocare ingenti risorse su di lui: qualora Arizona riuscisse a trovare un compagno di merende in grado di punire le troppe attenzioni che le difese avversarie dedicano al numero 10, Hopkins potrebbe vivere la miglior stagione della propria già illustre carriera.
Ah sì, lo scorso anno ci ha pure regalato questa giocata.

https://twitter.com/NFLFilms/status/1370041836551561219

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3) Justin Jefferson, Minnesota Vikings

Stats: 88 ricezioni su 125 target per 1400 yard (15.9 a ricezione) e 7 touchdown in 16 partite.

Stats ai playoff: /

Il quinto ricevitore selezionato allo scorso draft si è reso protagonista della miglior stagione da rookie mai messa insieme da un ricevitore: bel modo per lenire i dolori provocati dall’addio – e conseguente dominio a Buffalo – di Stefon Diggs.
Justin Jefferson è stato semplicemente incredibile: quarto in yard ricevute malgrado a 17 giocatori siano stati indirizzati più target che a lui, Jefferson ha guadagnato più yard per route di qualsiasi altro ricevitore non chiamato Davante Adams, vinto una percentuale maggiore di contested catch rispetto al sopracitato DeAndre Hopkins – 54.5% di successo – e guadagnato più yard per ricezione di qualsiasi altro giocatore con almeno 120 target.
Ciò che più mi ha impressionato dell’ex-LSU è stata senza ombra di dubbio la versatilità, in quanto ha ricevuto almeno 400 yards sia sul corto – da 0 a 9 yard dalla linea di scrimmage -, sull’intermedio già citato in precedenza e pure sul profondo – più di 20 yard dalla linea di scrimmage – dando prova di brillantezza storica in qualsiasi circostanza, alla faccia di chi in sede di draft lo definiva solamente come “possession receiver”.
Jefferson in una sola stagione non solo è riuscito a far dimenticare Diggs, ma è pure diventato il mezzo di paragone con il quale tutti i ricevitori rookie dovranno fare i conti in caso di successo precoce ed a questo punto il futuro è tutto nelle sue mani.
PS: tutti i numeri sopra sciorinati sono arrivati malgrado il sistema di gioco dei Vikings sia incentrato sulle corse.

https://twitter.com/PFF/status/1369015334389374977

2) Stefon Diggs

Stats: 127 ricezioni su 166 target per 1535 yard (12.1 a ricezione) e 8 touchdown in 16 partite.

Stats ai playoff: 20 ricezioni su 31 target per 311 yard (15.6 a ricezione) e 2 touchdown in 3 partite.

Lo sapeva Allen, lo sapevano gli avversari e lo sapevamo noi che molto probabilmente il destinatario di un suo passaggio a caso sarebbe stato Stefon Diggs, ma ciò nonostante nessuno ha trovato modi per fermarlo, anche se effettivamente è difficile trovare un modo di fermare uno che ha saputo acchiappare il 60% delle contested catch: l’impatto di Diggs sui Buffalo Bills è stato devastante, in un solo anno Josh Allen è passato da oggetto misterioso a serio candidato MVP.
Diggs, fino all’anno scorso considerato quasi esclusivamente deep threat, è stato utilizzato da Daboll in svariati modi: solamente 10 delle sue 127 ricezioni in regular season sono arrivate su deep ball, le altre 117 sono arrivate su corto e medio raggio dove Diggs ha vivisezionato le difese avversarie con efficienza chirurgica facendosi trovare consistentemente libero grazie soprattutto ad un route running ineccepibile.
Malgrado l’abbondanza di target Diggs è stato ultra-efficace permettendo ad Allen di totalizzare un quarterback rating di 118.4 nelle 166 occasioni nelle quali gli ha indirizzato la palla e dopo un solo anno non è prematuro e sciocco dire che quella fra Bills e Vikings potrebbe passare alla storia come una delle migliori trade – per entrambe le parti coinvolte – della storia NFL: non sottovalutiamo l’impatto che i ricevitori possono avere su un’intera squadra, sarebbe un errore imperdonabile.

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1) Davante Adams, Green Bay Packers

Stats: 115 ricezioni su 149 target per 1374 yard (11.9 a ricezione) per 18 touchdown in 14 partite.

Stats ai playoff: 18 ricezioni su 25 target per 133 yard (7.4 a ricezione) per 2 touchdown in 2 partite.

Cari aspiranti ricevitori, c’è poco da fare, l’intesa è un qualcosa che non si può insegnare e che spesso è difficile da raggiungere malgrado innumerevoli ore di allenamento.
Adams non è e mai sarà il più veloce o fisicamente dotato, ma per un motivo o per l’altro se gli si indirizza il pallone quasi certamente lo riceverà: Rodgers nei lanci verso Adams ha totalizzato un passer rating medio di 136.9, numero impressionante se si tiene in considerazione il volume ed il fatto che il passer rating perfetto coincida con un non troppo distante 158.3.
Ciò che lo separa dagli altri ricevitori, oltre all’intesa con il proprio quarterback, è un footwork sopraffino che gli permette di sbarazzarsi del proprio marcatore pressoché immediatamente ed una volta ricevuta la palla fermarlo diventa un problema, in quanto 660 delle sue 1374 yard sono arrivate dopo la ricezione: come già detto, non è certamente il più veloce, ma ha un controllo del proprio corpo che gli permette di eludere i tentativi di tackle dei difensori avversari.
La zona del campo nella quale brilla con maggior intensità è senza ombra di dubbio la red zone, dove si è dimostrato essere immarcabile malgrado chiunque – noi ignorantoni compresi – fosse consapevole del fatto che Rodgers avrebbe cercato proprio lui: su 32 – TRENTADUE! – target in red zone Adams ha ricevuto 25 palloni tramutandone 14 in touchdown, numeri che gli altri ricevitori – Thielen a parte – possono solo sognare.
Adams, esattamente come Henry e Rodgers finora, è stato chiaramente il migliore nel proprio ruolo e credo che il primo posto sia pressoché indiscutibile, poiché se avesse avuto l’opportunità non perdere nemmeno una partita forse sarebbe stato in grado di attentare al record di touchdown ricevuti in una stagione – 23 – da Randy Moss: pazienza, ci accontentiamo più che volentieri.

https://twitter.com/MonsieurMatt25/status/1371133735043796994

Fuori dalla top five, ma di poco:

  • Allen Robinson (Chicago Bears): credo che a questo punto i tifosi dei Chicago Bears siano convinti che io abbia qualche risentimento verso la loro squadra, ma non potete immaginare quanta fatica abbia fatto ad escludere Robinson da questa top five;
  • Tyreek Hill (Kansas City Chiefs): non lo so, non saprei nemmeno io spiegarvi come non sia stato in grado di trovare al più veloce e temibile dei ricevitori un posticino in questa classifica;
  • DK Metcalf (Seattle Seahawks): a costare il posto a Metcalf ci ha pensato la poco brillante seconda metà di stagione nella quale sono incappati i Seattle Seahawks;
  • Terry McLaurin (Washington Football Team): se solo avesse un quarterback ed un altro ricevitore di livello in grado di togliergli un po’ di pressione – e marcatura – dalle spalle;
  • A.J. Brown (Tennessee Titans): Brown è semplicemente dominante, un ricevitore iper-fisico in grado di spaccare in due qualsiasi partita con la propria abilità di convertire una ricezione da 12 yard in un touchdown da più di 60;
  • Will Fuller (Houston Texans): prima della sospensione è stato fra i migliori deep threat della NFL;
  • Keenan Allen (Los Angeles Chargers): non posso parlare di ricevitori senza includere Keenan Allen nel discorso.
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Mattia Righetti

Mattia, 27 anni. Voglio scrivere per vivere ma non so vivere. Quando mi cresce la barba credo di essere Julian Edelman. Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango malissimo.

Un Commento

  1. Lo devo dire. Da tifoso WFT. Con tutto il rispetto x gli altri ma Terry MCLaurin da solo ( senza altri WR, TE, RB e un franchise QB) riesce a tenere in allarme una intera difesa. Spero che nel resto della sua carriera possa fare vedere quando vale!!!! È fantastico!

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