Benjamin, Diggs, Enunwa = tre ricevitori del futuro

Kelvin Benjamin, Stefon Diggs, Quincy Enunwa. Tre ricevitori con caratteristiche diverse entrati nella lega con aspettative e prospettive molto differenti, ma che stanno dimostrando di poter ricoprire un ruolo sempre più centrale per i propri team, allontanando dubbi e perplessità che ne avevano accompagnato l’ingresso nella NFL.

KELVIN BENJAMIN

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Quando Kelvin Benjamin decise di lasciare FSU dopo la sua stagione da sophomore non tutti erano convinti delle reali possibilità e dell’impatto che avrebbe potuto avere il ragazzo nei pro.

Figlio della Florida e prospetto nazionale in diversi sport dal giorno zero, Benjamin aveva scelto di restare a casa e di accettare la corte di Jimbo Fisher. Una stagione da freshman normale, l’arrivo di Jamies Winston a sostituire EJ Manuel, nel frattempo scelto al 2° giro dai Bills, ed un titolo nazionale vinto proprio grazie ad un TD di KB.

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Slant in. Troppo veloce e troppo grosso “anche” per Chris Davis, l’uomo dei miracoli dell’Iron Bowl.

Quanti giocatori con una sola grande stagione di college football alle spalle avevano poi fallito nella NFL?

In quel primo giro del Draft 2014 furono 4 i WR scelti prima di Benjamin (Watkins, Evans, Beckham, Cooks) che finì ai Panthers più per necessità del team della Carolina di ricostruire un reparto che aveva appena perso, tra gli altri, il suo giocatore più rappresentativo, Steve Smith Sr, che per la convinzione di avere tra le mani un potenziale nuovo Calvin Johnson.

Poi l’esordio contro i Buccaners di Mike Evans, “Just another catch”, quella da 26 yard sul finire del 4° periodo che consegna la prima W stagionale ai Panthers e quella frase: “Tampa Bay fans are probably saying they should have drafted me” a dimostrazione di non aver gradito tutti quei “colleghi” scelti prima di lui.

La stagione da rookie si è conclusa con numeri da capogiro (73 ricezioni; 1008 yard; 9 TD, tutti record per un rookie dei Panthers) che lo hanno proiettato in una dimensione che in pochi, probabilmente nemmeno i Panthers, avevano immaginato prima della sua scelta.

L’infortunio e conseguentemente la stagione 2015 completamente persa, con la beffa ulteriore di non aver potuto contribuire in una stagione che ha visto Carolina raggiungere il SB, hanno fatto riemergere antichi dubbi, gli stessi che avevano preceduto la sua scelta, e c’era curiosità per il suo secondo esordio nel TNF che avrebbe aperto ufficialmente la stagione 2016.

Contro i Broncos Benjamin è stato dominante mettendo a segno il primo TD stagionale NFL mangiandosi uno come Harris Jr, e nelle prime due partite ha collezionato 13 ricezioni, 193 yard e 3 TD, mettendo in campo fin da subito l’intero arsenale, fatto di potenza, velocità e un catch radius infinito che unito a due mani clamorose fa di KB un mismatch pronto ad accadere.

Chi ha la velocità per stare con lui non ha il fisico per contrastarlo e chi potrebbe pensare di limitarlo fisicamente non ne ha il passo. La partita contro i Vikings dell’altro fenomeno, Stefon Diggs, conclusa con 0 ricezioni e un laconico “I run route, it’s all I can do”  ha colto un po’ tutti di sorpresa anche se molte delle responsabilità se le è prese l’OC Mike Shula, colpevole di non aver trovato il modo di coinvolgere il proprio ricevitore numero 1, a dimostrazione che nonostante un potenziale infinito a Carolina stiano ancora lavorando per trovare il modo migliore di sfruttarlo senza rischiare di diventare troppo prevedibili.

Quando Benjamin arrivò ai Panthers il WR corp della Carolina era considerato il peggiore dell’intera NFL. Senza Benjamin Carolina ha sfiorato il titolo e adesso sono in molti a pensare che ad inverno inoltrato la differenza potrebbe farla proprio il grande assente 2015.

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STEFON DIGGS

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Stefon Diggs è arrivato nel più totale anonimato e dopo una carriera universitaria ai Terrapins che era partita con la migliore delle aspettative, consensus 5 stars recruit, e che è stata caratterizzata più dagli infortuni che dalle prestazioni in campo.

Uscito dalla High School avrebbe potuto scegliere di andare ovunque e invece, forse anche per un carattere non semplicissimo, aveva scelto di restare a casa seguendo le orme di un altro WR ex Maryland, Torrey Smith, che si stava facendo un nome nella NFL.

Dopo una buona stagione da freshman, chiusa con il secondo posto nella corsa al titolo di rookie della ACC, per Diggs sono arrivati i primi infortuni e nonostante buoni numeri nelle partite giocate non si è mai visto il giocatore che in molti si aspettavano di ammirare dopo l’HS.

Oltre ai problemi fisici si sono poi palesati anche quelli caratteriali e, con la sospensione durante l’anno da junior, il futuro di Stefon è sembrato essere meno scontato.

“Immature tendencies with bad on-field body language at times, allowing himself to be easily frustrated… Durability concerns after battling several injuries the past two seasons, including a broken right leg…

… Although a passionate competitor, Diggs relies on his natural gifts and doesn’t focus on the details or his technique – hasn’t yet shown that he knows what it means to be a professional.”

“Not exactly the receiver many were hoping for when the draft began, but the Vikings finally started to fill the need with this versatile receiver/returner. He can line up in multiple spots, catch bubble screens and also will push punt returner Marcus Sherels for his roster spot.”

In pochi forse si ricorderanno che Diggs, scelto al 5° giro del draft 2015 e leader nella yard ricevute dopo due week in questo 2016, nelle prime tre partite del 2015 era fuori dal roster dei Vikings e solo con l’infortunio di Carter e Wright era arrivata la chance che serviva al prodotto dell’area di Washington.

Il resto è storia recente e dopo il buon esordio con i Broncos Diggs è diventato il primo rookie nell’ NFL a totalizzare almeno 87 yard nelle prime 4 partite in carriera, chiudendo la stagione con 52 ricezioni, 720 yard e 4 TD e creando un discreto hype dopo che solo 6 mesi prima erano in pochi a credere che Diggs avrebbe anche solo fatto parte di un roster NFL.

L’infortunio di Bridgewater ad inizio stagione ha complicato i piani dei Vichinghi che hanno dovuto virare su Sam Bradford a poche settimane dal kick off, consci di non poter sostituire il proprio franchise qb, ma fiduciosi di poter rimanere competitivi.

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Diggs ha impiegato però lo spazio di un Monday Night per modificare l’orizzonte e dare nuova linfa al team postando una prestazione da 9 ricezioni 183 yard e 2 TD nel giorno dell’ inaugurazione del bellissimo e costosissimo U.S. Bank Stadium, guidando i suoi alla vittoria contro i Packers.

Bradford, all’esordio in maglia purple contro GB, ha disputato una grande partita mostrando subito un buon felling con il WR numero 14 e, nonostante AP, la vittoria nell’ ultima week su Carolina, con Diggs tenuto a 4 ricezioni per 40 yard, ha definitivamente rilanciato le ambizioni dei Vikings e momentaneamente allontanato il pessimismo seguito agli infortuni di questo inizio di stagione.

Con Peterson out il ruolo dell’ ex Maryland nella offense dei Vikings è destinato a crescere ulteriormente anche perché le doti di playmaking del ragazzo e la sua abilità after catch, oltre alla possibilità di giocare sia come slot che sull’ esterno lo rendono una “home run-threat” a cui Zimmer non può più pensare di rinunciare.

QUINCY ENUNWA

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Gator Bowl 2014 – Nebraska è avanti per 17-12 nel terzo periodo, con 5:12 da giocare, ma si trova costretta ad affrontare un 3&14 sulla propria 1 yard. Doppio TE, due ricevitori a sinistra e un running back, qb sotto il centro. La pressione arriva con 4 uomini, la OL da tempo alle tracce di svilupparsi.

Parte il bombolone e Quincy, inspiegabilmente wide open, ringrazia. 99 yard, titolo di MVP in saccoccia e vittoria meritata a conclusione di una carriera da protagonista in uno dei programmi più importanti d’America.

Nonostante una carriera universitaria di alto livello, chiusa da capitano della squadra e non prima di aver ritoccato il record dell’ ateneo per TD ricevuti in stagione (12), precedentemente detenuto dall’Heisman Trophy Winner del 1972 Johnny Rodgers, Enunwa è stato scelto dai Jets al 6 giro del draft 2014, lo stesso di Benjamin, ed ha iniziato la tipica trafila dei giocatori scelti nei late round.

Il camp, il taglio e dopo qualche settimana la firma con la practice squad, nella speranza di avere prima o poi una possibilità. Dopo una prima stagione da invisibile, con una sola apparizione ma nessuna stats, nell’ottobre del 2015 per l’ex Nebraska arriva una sospensione di quattro partite per una accusa di violenza domestica risalente all’anno prima.

Rientrato dalla sospensione Enunwa inizia a trovare spazio inaspettato dovuto alla mancanza di TE nel roster dei Jets, ed alla possibilità del prodotto di Nebraska, vista la struttura fisica, di ricoprire la posizione e così, il 2015, si conclude con numeri modesti ma che convincono il coaching staff a insistere sul ragazzo.

Fin dai primi mini camp della stagione le indicazioni che sono arrivate da NY facevano intendere che Enunwa, in questa stagione, avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella offense newyorkese e l’esordio stagionale con i Bengals e è stata la dimostrazione.

Primo drive e primo TD in carriera di Quincy che è non ha perso tempo a convincere anche i più scettici di poter essere il pezzo mancante del puzzle offensivo dei Jets,  fondamentale per togliere pressione alle due stelle, Marshall e Decker, e far fare il salto definitivo ad un team che dopo il rilancio del 2015 cerca l’affermazione in questo 2016.

Dopo le prime due partite da assoluto protagonista anche per #81, nella week 3 è arrivata una prestazione sotto il par, ma anche in una partita complessa come quella giocata dai Jets a KC, sono arrivate alcune quality play per  Enunwa che hanno dato chance ai suoi di rientrare in partita.

Come per Benjamin e Diggs, seppur con responsabilità e aspettative differenti, il ruolo all interno del sistema offensivo di Enunwa sembra destinato a crescere e queste prime uscite stagionali hanno chiarito il motivo per cui i Jets abbiano deciso di puntare forte sul ex Cornhuskers.  

Condividere il gridiron con giocatori del livello di Marshall e Decker non può che aiutare ed Enuwa, a cui non viene chiesto di caricarsi il peso dell’attacco sulle proprie spalle ma di mettere al servizio della gang green quel mix di fisicità e velocità che lo stanno facendo diventare una parte imprescindibile della offense newyorkese tanto che qualcuno, nella Big Apple, inizia seriamente a credere che sia nata una nuova stella.

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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