La Strada verso il Draft: la settima scheda multipla
Nella settima scheda multipla della “Strada verso il Draft” analizziamo sei giocatori che se pur non proiettati per una selezione nei primi round del Draft 2016, sollevano un certo interesse per via delle loro caratteristiche o storie.
Jake Coker – QB – Alabama
La stagione da poco conclusa è stata la prima per Coker nel ruolo di quarterback titolare. Il nativo di Mobile, nel corso della sua carriera universitaria ha spesso ricoperto il ruolo di backup, prima presso Florida State (dove gli sono stati preferiti prima E. J Manuel e poi Jameis Winston), ed in seguito anche nel roster dei Crimson Tide. Nel 2016 ha invece guadagnato i gradi starter e ha guidato i suoi dalla huddle nella conquista del titolo di campioni NCAA, ottenendo nella finalissima contro Clemson il personale record di carriera di yard lanciate in una singola partita (335). Il contributo del Qb alla causa di Alabama è stato nel complesso altalenante, ma con il susseguirsi delle partite si è potuto notare un progressivo miglioramento. In aggiunta alle ragguardevoli doti fisiche, Coker, dotato di una corporatura e misure allettanti per i pro, ha messo in mostra una rilevante forza del braccio ed un ottima capacità di connettere con i propri ricevitori nei lanci in profondità, accurati e precisi. E’ dotato di buoni fondamentali all’interno della tasca, dalla quale ha mostrato di poter piazzare il pallone con grande cura, non astenendosi comunque dall’uscirne ove necessario. Tuttavia, soprattutto negli scramble sul lato destro, la precisione dei lanci tende ad abbassarsi. E’ inoltre spesso lento in fase di impostazione, fatto che lo espone alla pressione e ai sack della difesa, anche per via della tendenza a soffermare eccessivamente la propria attenzione sulla prima opzione. Le ottime prestazioni fornite nella post-season potrebbero incrementare il suo stock nel Draft, ma difficilmente verrà selezionato prima degli ultimi round.
Graham Glasgow – C – Michigan
Il più grande sponsor per Glasgow nel prossimo Draft potrebbe essere il suo Head Coach universitario Jim Harbaugh, sistematosi nel 2015 alla guida dei Wolverines dopo l’addio non privo di polemiche ai 49ers. Rispetto al giocatore, il capo allenatore ha avuto parole di elogio, esaltandone la costanza e l’applicazione in campo e la propensione alla leadership. Inizialmente una right guard, Glasgow ha nel tempo dimostrato la propria duttilità, ricoprendo con buoni risultati tutti e tre ruoli interni nella linea di attacco. L’esperienza e la capacità di essere schierato in più posizioni sono caratteristiche non sottovalutate dagli scout NFL. Il giocatore è inoltre dotato di una buona forza, tanto nella parte bassa del corpo che nelle braccia, una forza in grado di permettergli di spostare i difensori e sostenere i blocchi per il tempo necessario ai running back per sfruttare le aperture e gli spazi creati. Nel complesso si affida molto più alla mera forza che al lato atletico. La rapidità di reazione allo snap è nella media, mentre non ottimale è la velocità nel posizionamento o aggiustamento nel corretto angolo di impatto con il difensore. Fuori dal campo ha avuto problemi legati al consumo di alcool (ha anche subito un arresto per guida in stato di ebrezza), che potrebbero minare la fiducia iniziale nei suoi confronti. Ha margini di crescita e potrebbe diventare un backup in diversi ruoli; ragion per cui non è da escludersi una selezione nei round intermedi.
Kenyan Drake – RB – Alabama
Backup di Derrick Henry nella vincente stagione 2016 dei Crimson Tide, Drake si è trovato nella medesima situazione anche in altre occasioni nel corso della sua carriera di college, facendo prima da riserva ad Eddy Lacy e poi a T.J Yeldon. Le sue opportunità di mettersi in mostra sono quindi state limitate, anche per via di una serie di infortuni, tra i quali la rottura di una gamba e del braccio destro. Quando chiamato in causa ha però evidenziato ottime qualità, sia nel gioco di corsa (nel quale possiede una media di 6 yard per portata) che in fase di ricezione, nel cui contesto è una minaccia da non sottovalutare per le difese avversarie. Senza poi considerare l’abilità nel ruolo di kick returner, esposta al meglio nell’ultimo NCAA Championship Game. E’ dotato di una grande elusività data da un’impressionante rapidità e mobilità nei piedi, che non si fermano nemmeno in seguito al contatto. E dopo i tackle spesso riesce ad ottenere ulteriore terreno, grazie ad uno stile di corsa aggressivo e mai domo. Talvolta tuttavia queste qualità sfociano nella frenesia e nell’impazienza di attendere il momento o il blocco opportuno per lanciarsi nello spazio, evidenziando nel complesso una tendenza a reagire a quanto gli si presenta davanti piuttosto che cercare di anticipare le situazioni. Non è un running back utilizzabile in ogni down e non possiede una corporatura ideale per essere utilizzato nella Red Zone nei pressi della linea di meta. Sul suo draft stock può incidere l’utilizzabilità negli special teams, ma come Rb si prospetta per Drake un ruolo da comprimario. Sarebbe senza dubbio una pick di valore nelle prime fasi della terza giornata del Draft.
Glenn Gronkowski – FB – Kansas State
Quarto membro della famiglia a tentare la carriera NFL, dopo i fratelli Chris, Dan e soprattutto Rob, ‘the Gronk’, probabilmente al momento il miglior Tight End della Lega e fido scudiero di Tom Brady. A differenza della stella dei Patriots, Glenn ha ricoperto nel corso della carriera universitaria il ruolo di fullback, posizione nella quale si propone anche nei pro. Il grande atletismo, caratteristica peculiare dell’intera famiglia, ne permette un utilizzo anche nel gioco di corsa come portatore e la possibilità di essere schierato in campo come opzione nella ricezione nei pressi della Goal Line. Non è però dotato di una grande elusività e come bloccatore deve migliorare ancora molto. E’ nel complesso un giocatore con una certa versatilità, ma non ha ancora perfezionato al meglio nessun aspetto del proprio gioco. Il cognome è senza dubbio in grado di attirare l’attenzione del grande pubblico, ma gli scout ed i Team NFL, difficilmente si faranno influenzare da ciò nelle proprie valutazioni. Nel prossimo Draft una proiezione per lui credibile è tra il quinto ed il settimo round.
Jihad Ward – DE – Illinois
Giocatore dall’indubbia forza, di un atletismo sopra media e con una stazza invidiabile, assestatosi sulla Defensive Line, dove ha ricoperto sia posizioni da esterno che da interno, solo dopo il primo anno di college (era prima un receiver in grado di giocare anche da safety). Da End ha dimostrato di poter giocare su entrambi i lati, il che ne arricchisce la duttilità. E’ un giocatore che persiste nello sforzo fino al fischio dell’arbitro, dotato di una rapidità che ne estende il raggio di azione nella ricerca del Qb avversario anche ad angoli molto stretti, grazie a caviglie particolarmente flessibili. Tutte buone qualità che necessitano però di un successivo sviluppo e ulteriore crescita, anche considerando lati più negativi quali un bilanciamento inconsistente nel contatto, una tendenza a sostare sui blocchi eccessivamente ed una complessiva carenza nel tentativo di imporsi sul diretto avversario. Ha potenziale, che necessita però di un paziente sviluppo, ma una squadra potrebbe interessarsi a lui già nei round intermedi del Draft di Chicago.
Justin Simmons – CB – Boston College
Con gli Eagles Simmons ha giocato con efficacia sia da cornerback (anche come nickel) che da free safety, accumulando negli anni di permanenza nel Massachesetts 229 tackles, 8 intercetti e 4 fumble forzati. Molto agile e dotato di un’accelerazione notevole per un giocatore dalla sua corporatura, cui si aggiungono una capacità di arresto e ripartenza non indifferenti. In grado di placcare con sicurezza, anche per via di una buona visione e dell’abilità di identificare con anticipo l’azione. La struttura fisica potrebbe rendere difficoltosa un’ulteriore crescita della massa corporea, e la tendenza a schierarsi in posizione eretta ne limita l’abilità nel cambio di direzione. Nella NFL potrebbe avere maggiori possibilità come safety, posizione per la quale potrebbe essere draftato, vista anche la non eccelsa classe 2016 nel ruolo. E ad aiutarlo per una selezione magari già nei primi round, potrebbe contribuire la comprovata esperienza e capacità come special teamer.
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