[NFL] Week 8: Tutto, ma proprio tutto sulla ottava giornata NFL

L’ottava giornata NFL vuol dire essere arrivati al giro di boa di questa regular season con Bills e Jaguars a riposo, di ritorno da Londra, oltre che Eagles e Redskins. Le classifiche divisionali e di Conference iniziano a prendere forma, con quattro squadre, per la prima volta nella storia, che mantengono la propria, straordinaria imbattibilità. Si comincia!

Assurda, palpitante, meravigliosa è la sfida che vede di fronte Saints e Giants al Superdome. Un Drew Brees capace di scrivere la storia di questo sport (40/50 per 511 yard con 7 TD pass e 1 INT), arrivando al record di sempre di 7 TD pass nella medesima partita, ed un Eli Manning devastante e, pur nella sconfitta, leggendario (30/41 per 350 yard e 6 TD pass) mettono insieme 13 touchdown pass, il miglior risultato di sempre per due quarterback nella stessa sfida. New Orleans e New York marciano per la bellezza di 1030 yard, arrivando a meno di un centinaio dal record di sempre, ed il merito è anche di Ben Watson (9 ricezioni per 147 yard e 1 TD), Marquees Colston (8 ricezioni per 114 yard e 1 TD), Brandin Cooks e Willie Snead, questi ultimi con due touchdown a testa, da una parte e di Odell Bechkam su tutti dall’altra (8 ricezioni per 130 yard e 3 TD), cui si aggiungono Shane Vereen e Dwayne Harris (2) per raggiungere il restante numero di segnature.

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La partita è un’altalena impazzita di emozioni, con gli ospiti che per due volte sembrano crollare sotto 14 punti di distacco, ma, non soltanto sono in grado di rimontare, bensì mettono anche la testa avanti sul 49-42, quando Trumaine McBride sfrutta il fumble forzato da un Dominique Rodgers-Cromartie unico tra le due difese a salvare la faccia (7 tackle, 1 INT, 1 FF) e lo riporta per 63 yard fino alla end zone avversaria. Sembra possa finire così, ma Brees vuole il settimo per il record e lo trova, lanciando C.J. Spiller per l’incredibile 49-49. Manning si prende un drive di riposo, ma, con appena qualche secondo a cronometro, sembra che l’overtime sia la soluzione finale. Invece, un punt di Brad Wing, incredibilmente non diretto verso la sideline, viene riportato da Marcus Murphy fino alla metà campo, con tanto di fumble recuperato da Snead. I Giants (4-4) buttano al vento la partita perché, oltre al guadagno, subiscono anche la beffa del face mask fischiato proprio a Wing, che porta i Saints (4-4) in raggio da field goal. Nella partita dei mille touchdown, è un field goal da 50 yard di Kai Forbath a decretare la vittoria dei padroni di casa, per 52-49, la terza partita dal più alto punteggio della storia NFL.

È ora il momento di scoprire le quattro meraviglie in grado di raggiungere il record di sette vittorie senza alcuna sconfitta. Non si può non cominciare dalla sfida che poneva di fronte Broncos e Packers, entrambe senza macchia prima del match. In una delle peggiori prestazioni di sempre di Aaron Rodgers, prima volta per lui con appena 77 yard ed almeno 20 lanci tentati (22), senza alcun TD pass, si assiste alla rinascita di un Peyton Manning in grado di far marciare i suoi per ben 340 yard, benché non trovi alcun lancio in end zone e venga nuovamente intercettato.
La terrificante difesa di Denver tiene un attacco come quello ospite alla misera cifra di 140 yard totali, molte meno del solo Demaryius Thomas (8 ricezioni per 168 yard). A siglare i punti a tabellone, che permettono ai padroni di casa di conquistare il successo, sono i runningback, C.J. Anderson, capace di 101 yard in 14 portate ed un touchdown, e Ronnie Hillman, due volte in grado di entrare nella end zone avversaria. Se a questo uniamo due field goal di Brandon McManus ed una safety a Richard Rodgers, otteniamo i 29 punti con cui i Broncos (7-0) superano gli appena 10 dei Packers (6-1) per restare imbattuti.

Non sono intenzionati a smettere di sorprendere i Panthers, che superano anche l’ostacolo Colts dopo un supplementare. Carolina ha una difesa a dir poco eccezionale, guidata da un difensore incredibile e decisivo come Luke Kuechly (14 tackle, 1 INT), e lo dimostra fino a sette minuti dalla fine, quando i padroni di casa sembrano in pieno controllo del match. I touchdown di Johnathan Stewart su corsa e di Greg Olsen e Philly Brown su lancio di un impreciso, ma ottimo Cam Newton (16/35 per 248 yard con 2 TD pass e 1 INT), sembrano decretare il successo su una Indianapolis incapace fino ad allora di segnature e guidata da un Andrew Luck impresentabile.
Quest’ultimo, però, si sveglia all’improvviso ed in soli sette giri d’orologio apparecchia la bellezza di 17 punti, lanciando Andre Johnson e Coby Fleener in touchdown, prima di raggiungere, non senza qualche rischio, il raggio da field goal e permettere ad Adam Vinatieri di pareggiare i conti allo scadere da 24 yard. La prestazione di Luck, al termine, sarà comunque deficitaria (24/37 per 231 yard con 2 TD pass e 3 INT), ma nel supplementare il nativo di Washington conquista un’ottima posizione di campo per i suoi e Vinatieri, il quale trova il record di sempre di field goal in overtime (10), colpisce da 50 yard. Newton ha soltanto un drive per non far perdere l’imbattibilità ai suoi e ci riesce, mettendo Graham Gano in condizione di pareggiare il match da 42 yard. Non solo, però, perché Gano poco dopo, a seguito dell’intercetto di Kuechly, si ripete da 52 yard ed i Panthers (7-0) sono in grado di aggiudicarsi lo scontro, per 29-26 sui Colts (3-5).

Carolina Panthers

Quanta fatica per i Bengals nel portare a casa il successo contro gli Steelers. Se Andy Dalton fatica a carburare (23/38 per 231 yard con 1 TD pass e 2 INT), gli ospiti non girano, come dimostrano i primi tre quarti contro Pittsburgh. Ben Roethlisberger inizia alla grande la giornata del suo rientro, lanciando Antonio Brown in end zone, ma la restante parte della partita si trasformerà in tragedia (28/45 per 262 yard con 1 TD pass e 3 INT). Ai padroni di casa, poi, girano tutte male e Le’Veon Bell esce dal campo dopo appena 10 portate e 45 yard con un infortunio al ginocchio che gli costerà l’intera stagione, insieme a molte delle speranze per la propria squadra.
Prima dell’ultimo periodo, cui si arriva sul 10-6 per Big Ben e compagni, a dominare sono le difese, guidate da Antwon Blake da una parte (8 tackle, 1 INT) e da Reggie Nelson dall’altra (5 tackle, 2 INT). Poi, di colpo, Dalton accende la luce e, con l’aiuto di un maestoso A.J. Green (11 ricezioni per 118 yard e 1 TD), svolta la partita. Dopo il touchdown di quest’ultimo, è Mike Nugent a mettere il punto esclamativo da 44 yard. Vincono dunque i Bengals (7-0) per 16-10 sugli Steelers (4-4).

Avrebbero potuto avere qualche problema anche i Patriots, impegnati contro i Dolphins, ma il delirio di onnipotenza che stanno vivendo non permette loro nemmeno un minimo passo falso. L’assurda coppia formata da un Tom Brady leggendario (26/38 per 356 yard e 4 TD pass) e da un Rob Gronkowski titanico (6 ricezioni per 113 yard e 1 TD) procura subito 7 punti ai padroni di casa, ma, per quasi tutto il resto del primo tempo, è una difesa maestosa, guidata da Logan Ryan (7 tackle, 1 INT), a tenere in piedi il vantaggio di New England, contro le pessime avanzate di Ryan Tannehill (28/44 per 300 yard e 2 INT) e compagni.
Un Dion Lewis, professione runningback, da 6 ricezioni per 93 yard confeziona il touchdown della sicurezza poco prima dell’intervallo. Se non fosse bastato, dopo la segnatura di un assai deludente Lamar Miller, Brady regala un paio di viaggi in end zone a Julian Edelman nel quarto periodo e sale, in stagione, all’incredibile numero di 20 TD pass a fronte di appena un intercetto. I Patriots (7-0) si impongono dunque senza problemi per 36-7 sui Dolphins (3-4).

Tante sfide emozionanti nella domenica NFL, su tutte quella che vede i Buccaneers impegnati in casa dei Falcons. Una domanda. Come può una squadra che macina la bellezza di 496 yard, contro le 290 avversarie, perdere una partita? Semplice, commettendo una serie incredibile di errori, con Matt Ryan (37/45 per 397 yard con 2 TD pass e 1 INT) e Julio Jones (12 ricezioni per 162 yard e 1 TD) che macchiano prestazioni incantevoli con due fumble persi decisivi, con una difesa che, al contrario di quella indiavolata di Tampa Bay, con un Kwon Alexander guerriero sugli scudi (11 tackle, 1 INT, 1 FF, 1 FR), non forza alcuna palla persa, anzi concede a Jameis Winston tanto il touchdown pass per Cameron Brate, quanto la corsa palla alla mano nella propria end zone.
Eppure gli ospiti, per la seconda settimana di fila, rischiano di gettare tutto al vento, facendosi rimontare incredibilmente dalle segnature di un ottimo Jacob Tamme (10 ricezioni per 103 yard e 1 TD) e da quella di Jones, praticamente a tempo scaduto. In overtime, però, i Buccaneers (3-4) hanno più voglia di vincere e colpiscono con Connor Barth da 31 yard, tenendo alla grande nel drive successivo e portando a casa il successo per 23-20 sui Falcons (6-2). Alexander, che ha perso il fratello nel corso della settimana, si erge ad eroe di una sfida che porterà impresso il suo nome.

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Niente male nemmeno lo scontro tra Ravens e Chargers, anzi. Baltimore continua a farsi guidare splendidamente dai due Smith, Steve (5 ricezioni per 82 yard) e Daryl (14 tackle), almeno finché il primo non subisce un grave infortunio al tendine d’Achille, che terrà un guerriero come lui ai box per il resto della stagione e, salvo ripensamenti, chiuderà qui la sua straordinaria carriera. La partita è a dir poco emozionante, con Philip Rivers (28/37 per 301 yard e 3 TD pass) in grado di dominare la scena per lunghi tratti e di lanciare un ottimo Malcom Floyd (4 ricezioni per 92 yard e 2 TD) un paio di volte in touchdown, oltre al terzo colpo grosso per il prode compagno d’avventure Keenan Allen.
I padroni di casa faticano quando sono nei pressi della end zone avversaria, soprattutto a seguito dell’uscita dal campo di Smith, ma si affidano ad uno straordinario Justin Tucker (5/5) per restare in partita. Joe Flacco gioca comunque un’ottima partita (25/37 per 319 yard e 1 TD), propiziando anche un touchdown da 1 yard palla alla mano, con cui porta i suoi avanti nel quarto periodo. Josh Lambo risponde con un field goal da 49 yard per la parità, ma è Tucker, allo scadere, a decidere il match da 39 yard, a seguito di una pass interferience a dir poco evitabile e sanguinosa fischiata a Steve Williams. Vincono i Ravens (2-6) per 29-26 sui Chargers (2-6).

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Continua la tragedia per i Cowboys a seguito dell’infortunio di Tony Romo, pur contro dei Seahawks lontanissimi dal livello mostrato l’anno passato. Dallas, con un Matt Cassel inguardabile (13/25 per 97 yard) ed un gioco di corse che aiuta con 129 yard, ma senza touchdown, riesce a mettere punti a tabellone soltanto grazie ad un Dan Bailey incredibile (4/4), ma non riesce mai a mettere per davvero in difficoltà la difesa degli ospiti, nemmeno con il rientrante Dez Bryant, fermo a 2 ricezioni per 12 yard.
Il problema è che l’attacco di Seattle è quanto mai povero di idee e di iniziative e, escludendo la segnatura di Luke Willson su lancio di un deludente Russell Wilson (19/30 per 210 yard con 1 TD pass e 1 INT), non produce molto altro. A decidere la sfida è il field goal di Steven Hauschka da 24 yard, ma l’impressione è che con i texani al completo le cose sarebbero potute andare molto diversamente. Vincono comunque i Seahawks (4-4) per 13-12 sui Cowboys (2-5).

A proposito di NFC West, grande rimonta dei Cardinals per sconfiggere i Browns e lanciarsi sempre più al comando del raggruppamento. Cleveland si accontenta di giocare soltanto un tempo e si lanciano avanti grazie soprattutto ai tanti errori degli ospiti, tra cui tre fumble, due di un comunque ottimo Chris Johnson (30 portate per 109 yard) ed uno di Larry Fitzgerald, che si farà perdonare con un touchdown nel secondo tempo. Due volte Brian Hartline ed una Gary Barnidge ricevono i preziosismi di un Josh McCown spentosi con l’andre del match (18/34 per 211 yard con 3 TD pass e 1 INT).
All’intervallo Arizona è sotto 10-21 e sembra incapace di reagire. Nella ripresa, però, i padroni di casa si dimenticano di tornare in campo e, grazie alla seconda segnatura di giornata per Troy Niklas, grazie a quella sopra citata di Fitzgerald e soprattutto grazie a Michael Floyd (4 ricezioni per 106 yard e 1 TD), tutti orchestrati magicamente da un Carson Palmer stellare (23/38 per 374 yard con 4 TD pass e 1 INT), i Cardinals (6-2) ribaltano le sorti del match, andando a vincere per 34-20 sui Browns (2-6).

Terminiamo il giro nell’Ovest della NFC con lo scontro diretto tra Rams e 49ers. 144 completi su 243 tentativi (59.3%), 6 TD pass e 5 INT. Non sarebbe un pessimo score di per sé, un modesto inizio di regular season. Non fosse che sono i numeri messi insieme da Colin Kaepernick nella bellezza di otto partite. Kaep, contro St. Louis, guida un attacco che produce la miseria di 189 yard effettive, meno della metà di quelle macinate dai padroni di casa (388), ed appena 6 punti a tabellone, frutto di due field goal di Phil Dawson. E dire che nemmeno Nick Foles (14/23 per 191 yard e 1 TD pass) domina la sfida, non fosse per il lancio da 66 yard che spedisce Tavon Austin in end zone zone.
A decidere la sfida è, ancora una volta, Todd Gurley (20 portate per 133 yard e 1 TD), primo rookie nella storia NFL a mettere insieme più di 125 yard nelle sue prime quattro gare nella Lega. Assurdo, devastante, incredibile, come nell’occasione del touchdown da 71 yard palla alla mano che lancia avanti i suoi. Bastano poi le due segnature di Austin ed un field goal di Greg Zuerlein, oltre alla safety già messa a segno, per portare a casa la partita. Vincono i Rams (4-3) per 27-6 sui Niners (2-6).

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Grande vittoria per i Vikings sui Bears, fondamentale per lanciarsi alla rincorsa dei Packers nella NFC North. In assenza di un Teddy Bridgewater ad alti livelli (17/30 per 187 yard con 1 TD pass e 1 INT), Minnesota deve ripiegare (chiamiatelo ripiegare..) su un Adrian Peterson decisivo (20 portate per 103 yard) e su uno Stefon Diggs sempre più martello pneumatico nelle difese avversarie (6 ricezioni per 95 yard e 1 TD), oltre che su Marcus Sherels, capace di riportare per 65 yard un punt di Chicago fino alla end zone dei padroni di casa, cui non basta un Alshon Jeffery in formato atomico (10 ricezioni per 116 yard e 1 TD).
Gli Orsi, comunque, restano avanti per lungo tempo nel match, anche e soprattutto nel quarto periodo a seguito della seconda segnatura propiziata da Jay Cutler, questa volta palla alla mano, di prepotenza. Diggs pareggia i conti ad un paio di minuti dal termine e ci pensa poi Blair Walsh, a tempo scaduto, a scrivere la parola fine, con un field goal da 36 yard. Vincono i Vikings (5-2) 23-20 sui Bears (2-5).

Derek Carr sta dominando la scena in quel di Oakland e lo continua a dimostrare, partita dopo partita. Nel solo primo tempo contro i Jets, trova ben tre volte i propri receiver nella end zone avversaria, una volta uno scatenato Michael Crabtree (7 ricezioni per 102 yard e 1 TD) e ben due, invece, Andre Holmes. New York, che perde quasi subito Ryan Fitzpatrick e vede Chris Ivory sbattere la testa contro lo scatenato front seven dei padroni di casa, si deve accontentare di due field goal di Nick Folk e la partita, di fatto, è segnata.
Lo è ancor di più quando Taiwan Jones trova un buco lungo 59 yard nel terzo periodo e fa arrivare lo scatenato Carr a quota 4 TD pass, prima che il match entri in un garbage time lungo fino al termine. Geno Smith sistema le proprie statistiche per sembrare all’altezza, ma non si fa sfuggire l’intercetto per il leggendario Charles Woodson, già a quota 5 in stagione. Vincono i Raiders (4-3) per 34-20 sui Jets (4-3).

Quello che si augurano tutti i tifosi dei Titans è che Marcus Mariota ritrovi, il più brevemente possibile, la strada del campo. Perché Zach Mettenberger (22/31 per 171 yard e 1 INT) guida un attacco che, per la seconda settimana consecutiva, non mette a segno più di dieci punti, fermandosi, stavolta, a due field goal di Ryan Succop. Il quarterback degli ospiti viene letteralmente massacrato dai vari Whitney Mercilus (7 tackle, 3.5 sack), J.J. Watt (5 tackle, 2.5 sack e 1 FF) e compagnia, mentre l’attacco di Houston, pur non essendo tra i più prolifici della Lega, ha trovato una salda guida in Brian Hoyer (23/35 per 235 yard e 2 TD pass), con un DeAndre Hopkins incredibile, sempre a ridosso od oltre le 100 yard (8 ricezioni per 94 yard e 1 TD) ed un Nate Washington capace di vendicarsi della sua ex squadra con un touchdown meraviglioso. Non c’è partita, i Texans (3-5), dunque, portano a casa il successo per 20-6 sui Titans (1-6).

È una sfida al massacro quella che vede di fronte Chiefs e Lions nella cornice londinese, per la terza gara europea della stagione. Basti pensare che Alex Smith, che di professione fa il quarterback e, nell’occasione, anche decentemente (18/26 per 145 yard e 2 TD pass), porta palla alla mano per ben 78 yard con l’aggiunta di un touchdown, mentre l’intero pacchetto dei runningback di Detroit si ferma a 81 yard, senza segnatura.
Matthew Stafford gioca l’ennesima pessima partita stagionale (22/36 per 217 yard con 1 TD pass e 2 INT) e Kansas City è abilissima a sfruttare ogni drive, mettendo a segno la bellezza di quattro touchdown su corsa, di cui uno anche per lo scatenato Chacandrick West (20 portate per 97 yard e 1 TD). Non c’è molto altro da dire perché, se i Chiefs (3-5) alzano l’asticella fino alla bellezza di 45 punti, i Lions (1-7), peggior squadra della Lega al momento, si fermano ad appena 10.

È il momento di fare due conti, giunti alla Week 8: dati per scontati Bengals, Patriots, Broncos da una parte e Panthers dall’altra, in AFC al momento la situazione è tragica, se si pensa che, alle spalle del terzetto senza macchia, la miglior squadra sono i Raiders con un record di 4-3. La situazione si sbloccherà nelle prossime settimane? In NFC, invece, Packers, Cardinals e Falcons mantengono un ottimo ruolino, mentre i Giants perdono colpi nell’intricata NFC East. Chi vivà, vedrà, sicuramente sarà un grande spettacolo!

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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