Vittoria sofferta (Kansas City Chiefs vs Miami Dolphins 33-27)

All’Hard Rock di Miami abbiamo assistito ad una partita divertente che i Chiefs hanno vinto non senza soffrire a causa dell’eccellente difesa dei padroni di casa.

Patrick Mahomes al primo drive offensivo lancia per Travis Kelce, ma viene intercettato da Byron Jones. Il bel lavoro della difesa non viene però premiato dall’attacco, che nel drive successivo deve accontentarsi di tentare un FG dalle 45 yard che Jason Sanders manda fuori dai pali.
La palla torna ai Chiefs, ma la difesa di Miami, attacca Mahomes costringendolo a retrocedere di 30 yard dove Jerome Baker lo atterra. Il punt conseguente consegna l’ovale ai Dolphins sulle 44 yard dei Chiefs e questa volta Tua Tagovailoa chiude il drive offensivo con un TD pass per Mike Gesicki.
Palla ai Chiefs e Mahomes riesce finalmente a completare un pass di 37 yard per Sammy Watkins, ma, subito dopo, un pass inteso per Clive Edward-Helaire viene intercettato da Eric Rowe.
Nonostante la buona posizione di partenza Miami non va oltre il FG che stavolta Sanders mette a segno.

Sullo 0-10 però comincia lo show di Patrick Mahomes che confeziona uno dei suoi drive lampo e in quattro giochi manda consegna a Tyreek Hill per la corsa di 32 yard in end zone.
Prima della fine del tempo i Chiefs, recuperata la palla grazie ad un intercetto di Tyrann Mathieu, chiudono il successivo turno d’attacco con un TD pass di Mahomes per Travis Kelce.
Il secondo tempo continua sulla stessa falsariga della fine del primo con Mahomes che in tre soli giochi, manda ancora in end zone Tyreek Hill con un pass di 44 yard.
Il colpo di grazia arriva nel successivo drive offensivo di Miami che, costretta al punt, se lo vede ritornare in End zone da Mecole Hardman.
La partita sembra chiusa, anche perché i Chiefs riescono a conquistare altri due punti con una safety. Ci prepariamo a un periodo e mezzo di “garbage time” e invece la difesa Dolphins non ci sta e Xaven Howard intercetta nella propria end-zone un passaggio destinato a Tyreek Hill.
Nel volgere di pochi minuti, anche grazie a un Tagovailoa determinato e preciso, Miami segna due volte, portandosi sul 24-30 e riaprendo di fatto la partita.
Gli ultimi minuti vedono i Chiefs amministrare il tempo e segnare il FG che li riporta a +9. Miami, a sua volta mette a segno un FG a una ventina di secondi dal termine per poi tentare il tutto per tutto con un “on side kick”, che però restituisce la palla ai Chiefs.

Pubblicità

Commento

I Chiefs, qualora ce ne fosse bisogno, confermano la loro capacità di coprire il campo in tempi brevissimi grazie al trio Mahomes- Kelce-Hill, che hanno vinto la partita grazie a quattro drive spettacolari durati in tutto meno di sette minuti, nell’arco di due periodi scarsi, ma per la prima volta hanno subito la pressione di una grande difesa. Tre intercetti Mahomes non li aveva ancora subiti in tutto il campionato e il sack con perdita di trenta yard è stato un altro inedito. Oggi i campioni in carica proprio nella partita in cui hanno sofferto di più, hanno dimostrato di essere ancora i più autorevoli candidati al titolo, soprattutto per la serenità dimostrata nel mettersi alle spalle un primo quarto disastroso e nella sagacia con cui sono riusciti a gestire il vantaggio nel quarto periodo di fronte all’orgogliosa reazione dei Dolphins
La statistica di Mahomes, nonostante i tre intercetti, resta di tutto rispetto (24 su 34 per 393 yard e 2 TD) con il determinante contributo del solito Travis Kelce (8 ricezioni su 10 per 126 yard), destinato a succedere al grande Gronko sul trono del miglior TE della lega. Molto bene anche Tyreek Hill, autore di due TD per un totale di un centinaio di yard.
Quella che ha funzionato meno bene è stata la linea d’attacco, che ha permesso tre sacks, di cui uno devastante e che ha costretto troppo spesso Mahomes a lanciare sotto pressione. Buon per loro che il ragazzo abbia la capacità di pensare velocemente e altrettanto velocemente rilasciare la palla.

Il gioco di corsa è stato molto limitato, da una parte per la naturale propensione dei Chiefs per il gioco aereo, dall’altra per l’ecatombe di runner nelle file dei Dolphins, con Matt Breida, Myles Gaskin e Jordan Howard fuori per infortunio.
La mancanza dei portatori di palla ha certamente influito sulla prestazione non brillantissima dell’attacco dei Dolphins, che non è riuscito a tradurre in punti tutte le opportunità che la difesa gli ha fornito. Ciò nonostante non mi è affatto dispiaciuto Tua Tagovailoa, che mi sembra stia acquistando sempre maggiore autorevolezza, partita dopo partita e lo ha dimostrato soprattutto nel quarto periodo, quando ha condotto due drive che potevano riaprire la partita.
In situazioni di punteggio analoghe e contro una squadra del valore di Kansas City, avremmo assistito a un quarto periodo soporifero, invece ci siamo goduti la partita fino alla fine.
Chiudo con una considerazione sulla difesa di Miami: il celebre motto “l’attacco vende i biglietti ma la difesa vince le partite” ieri è stato smentito, ma una difesa come quella dei Dolphins di quest’anno è uno spettacolo che merita il prezzo del biglietto e c’è da evidenziare che, a meno che non me ne sia sfuggito uno, non ha commesso neanche un pass interference.
Per concludere, non so se Miami riuscirà ad approdare ai play-off, visto il calendario ostico che l’aspetta, ma sono convinto che con l’attacco al completo questa partita avrebbe potuto anche vincerla e l’anno prossimo, con un Tagovailoa in evidente crescita, potrà avere una stagione da assoluta protagonista.

T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.